Curva Maratona: i granata periati per la loro fiducia

Curva Maratona: i granata periati per la loro fiducia intervista tra ta lotta, protagonista appassionata e torretta Curva Maratona: i granata periati per la loro fiducia Il giorno della vendétta. « Contro la cattiva sorte che ci ha fatto perdere con il Napoli e contro la Juve che ci ha sconfitto nel girone di andata dello scorso anno segnando un gol all'ultimo minuto ». Parlano i tifosi granata del « covo » della curva Maratona, dove è difficile manifestare simpatia per la Juventus. Qualcuno ci prova: mal gliene incoglie. Qui si ragiona granata. Pochi sono quelli che pensano ad una sconfitta: « Non sarei un vero tifoso — dice Giuseppe Moscardini un ragazzo di 16 anni, ciuffo sulla fronte — se il mio cuore non dicesse che oggi vinceremo. Vuole un pronostico? Presto fatto: due reti a zero per noi ». Giovanni Ruffatto, 17 anni, operaio: « Della Juve non mi fa paura nessuno, forza Toro! ». Neanche l'assenza di Moschino li spaventa. Claudio Spagna, lavoratore studente, spiega: «E' vero che non c'è il nostro regista, ma rientra Poletti. Forse dovremo accontentarci di un pareggio, certo non vincono loro ». Loro sono i « gobbi », i*« pigiami », i « rigatini ». A ridosso del balconcino centrale in muratura con un grande distintivo sul petto, un fazzoletto granata attorno al collo, c'è Isabella Del Vecchio, 15 anni, studentessa di ragioneria. E' una tifosa scatenata. Piccolla, biondina, aria infantile, quando parla del Torino assume toni decisi: « Oggi può succedere di tutto, tranne la sconfitta ». Poi racconta che una volta allo stadio ha persino avuto i pantaloni strappati da un pedardo. Più sopra Ezio Dadone suona due enormi piatti metallici da banda musicale, mentre l'amico Bruno Angelino è alle prese con un bidone (« come i juventini ») tutto contorto, tinto di granata. E' pieno di pietre e fa un ru- more infernale. Altri ancora hanno trombette che funzionano con bombole a gas. Al centro della curva Maratona, giacca, camicia, cravatta sbottonata c'è tutto il gruppo diligente dei Fedelissimi. Il presidente Gian Franco Tamborrino, 22 anni, è fiducioso a modo suo: « Possiamo farcela perché anche loro sono una manica di pellegrini. Voglio.fare una scommessa, proprio adesso a venti minuti dall'inizio della partita: vedrà che se vince il Toro stasera la televisione trasmetterà Fiorentina - Cagliari. E' sempre stato così ». Come mai non è in tribuna?. « Siamo matti? Chi va a dare 7000 lire alla Juventus? ». Accanto a lui, il trombettiere ufficiale, Franco Gatto, e il presidente del « Toro-club » di Milano Vittorio Mancini, 30 anni. E' milanese purosangue, ma è sempre stato tifoso granata: «Se il Toro vince, quasi quasi torno a casa a piedi ». Incomincia la partita. Qualche sbandieramento per un tiro di Ferrini che Tancredi devia con difficoltà in corner, poi, al 18' la grande delusione: Zigoni segna in sospetto fuorigioco. Sospetto per modo di dire, perché in curva Maratona non ci sono dubbi: « Quel segnalinee o è cieco o è ubriaco, Zigoni era almeno quattro metri oltre la linea dei terzini ». « In conclusione — dice Ginetto Trabaldo — è la solita storia: giochiamo meglio noi e vincono gli altri ». Dalla polvere all'altare: è il ventunesimo della ripresa, Carelli segna il gol del pareggio. E' inaspettato. Per un attimo c'è incredulità, poi la esplosione della gioia. La curva diventa una sola bandiera granata. « Il Toro — dice Vincenzo Rossi, 25 anni, da Potenza — è la più grande squadra del mondo».' Un minuto dalla fine ed è il trionfo. Non c'è tempo per assaporare la gioia del secondo gol che l'arbitro fischia la fine della partita. Esplode l'entusiasmo. « Scriva — dice il presidente dei Fedelissimi — che questo è il vero vecchio cuore granata. E' la vittoria della volontà». «Il Torino stupenda squadra è — urla Turiddu Scognamiglio, 27 anni, da Messina — bisogna metterlo sul giornale ». Pier Michele Girola

Luoghi citati: Cagliari, Messina, Milano, Potenza