Nasce a Washington la moneta mondiale di Mario Ciriello
Nasce a Washington la moneta mondiale Da oggi le riunioni del Fondo monetario Nasce a Washington la moneta mondiale Il Fondo decide la istituzione di speciali diritti di prelievo i cui movimenti, a differenza di quelli dell'oro e del dollaro, saranno determinati da decisioni collettive - L'Italia, che intende portare la propria quota a un miliardo di dollari, rappresentata da Colombo e Carli dal nostro inviato Washington, lunedì matt. Si apre stamane a Washington un « vertice » dell'economia e della finanza. Così può — e deve — essere definita l'assemblea del Fondo monetario internazionale, della Banca Mondiale e dei due enti associati, la International Finance Corporation o « Ifc » e la International Development Association o « Ida ». Questa riunione annuale del « Consiglio dei governatori » del Fondo monetario e della Banca Mondiale è sempre avvenimento di eccezionale interesse: ma questa volta in misura assai superiore. E' forse il convegno più importante dopo quello, di venticinque anni fa, a Bretton Woods, qui in America, che pose le basi dell'attuale sistema monetario. Perché è importante? Per tre motivi. Anzitutto, perché mediante una votazione — tra giovedì e venerdì — il cui esito sarà certamente favorevole, si procederà alla cosiddetta « attivazione » di un nuovo strumento di riserva, gli speciali diritti di prelievo o « Sdr » (iniziali del nome inglese Special Drawing Rights). E' una riforma veramente storica. Gli « Sdr » — che saranno allo stesso tempo moneta e credito — non solo accresceranno l'insufficiente liquidità ma introdurranno nel sistema monetario un elemento razionale. A differenza dell'oro e del dollaro, il volume e i movimenti degli « Sdr » saranno determinati da decisioni collettive e dal perfetto meccanismo amministrativo del International Monetary Fund. Secondo: nelle prossime sedute, si voterà inoltre per accrescere le « quote » dei centododici membri del Fondo. La misura dell'aumento sarà stabilita successivamente, ma già sembra che le risorse a disposizione del Fondo saliranno di circa un terzo, dagli attuali 21 miliardi di dollari a quasi 30 (l'Italia vorrebbe innalzare la propria « quota », ora sui 625 milioni di dollari, portandola « nelle vicinanze» di un miliardo). Anche questa iniziativa gioverà alla liquidità, favorendo le economie nazionali e i commerci mondiali. Infine — terzo motivo — vi saranno le discussioni su tutta la situazione monetaria — e sul marco tedesco in particolare — e sui progetti per attenuare la « rigidezza » talvolta eccessiva, e pertanto nociva, dei cambi valutari. Oltre i funzionari, partecipano ai lavori circa duemila tra i massimi esperti internazionali. Tra questi esperti troviamo ministri, governatori di banche centrali, banchieri, ma anche numerosi economisti di chiara fama, alcuni dei quali presenti in forma privata. Alle riunioni «ufficiali» si affiancano le non meno importanti consultazioni tra gruppi ristretti, tra singole delegazioni e singoli ministri. Centro di tutta questa attività sarà, sino a venerdì, l'immenso Sheraton Park Hotel, in una delle parti più belle di Washington, cinta di boschi secolari. Il tempo è splendido. Sabato è arrivato il governatore della Banca d'Italia, Guido Carli, ieri, via New York, il ministro del Tesoro, Emilio Colombo. Oggi, lunedì, giornata inaugurale. Parla Robert McNamara, già ministro americano alla Difesa, ora presidente della Banca Mondiale (il vero nome di questo ente è « Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo ») e, verso le 17 italiane, parla Pierre Paul Schweitzer, il valente direttore del Fondo Monetario. Il testo dell'interessante discorso di Schweitzer è in parte già noto e si sa che egli, pur esprimendo soddisfazione per i progressi compiuti nel '68, è ancora preoccupato per le diffuse pressioni inflazionistiche, nazionali e internaziona li. « Oggi, come oggi, quasi tutti i Paesi industriali devo no affrontare il problema di un reale o latente eccesso di domanda e le inevitabili tensioni del settore dei costi » Bisogna dunque diminuire ed eliminare queste spinte infla zionistiche, soprattutto negli Stati Uniti, dove il fenomeno «ha avuto gravi conseguenze» Per Schweitzer, la via da seguire è chiara. Da una par te, i singoli governi devono arginare gli squilibri mone tari interni e irrobustire le economie: allo stesso tempo, la comunità internazionale, varando gli speciali diritti di prelievo, accrescendo le «quote » e studiando, seppure con circospezione, la possibilità di una « maggior flessibilità » nei cambi, può dare al meccanismo monetàrio mondiale una più solida e razionale struttura. Nel primo anno, il '70, si distribuiranno speciali diritti di prelievo per 3 miliardi e mezzo di dollari, nel '71 e nel '72 per tre miliardi ogni anno. Complessivamente nove miiiardi e mezzo nel triennio. Non è un mi¬ stero che gli americani volevano una emissione più prodiga, ma gli europei, temendo un eccessivo aumento nella generale tendenza inflazionistica, vi si sono opposti. Secondo Schweitzer, questa « creazione concordata di riserve da parte della comunità internazionale, in misura regolata e secondo certe proce dure è la realizzazione di quello che fu per molti anni il sogno dei teorici dell'economia ». Primo fra essi, il famoso inglese lord Keynes. Mario Ciriello
Persone citate: Carli, Emilio Colombo, Guido Carli, Keynes, Pierre Paul Schweitzer, Robert Mcnamara, Schweitzer, Special Drawing Rights
Luoghi citati: America, Bretton Woods, Italia, Stati Uniti, Washington
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