Dubcek via dal Presidium Smrkovsky perde ogni carica

Dubcek via dal Presidium Smrkovsky perde ogni carica UNA PIETRA DEFINITIVA SUL "NUOVO CORSO 9W Dubcek via dal Presidium Smrkovsky perde ogni carica Il primo viene destituito anche dal posto di presidente dell'Assemblea, ma continua per ora a far parte del Comitato centrale - Da questo sono stati estromessi altri 28 esponenti dell'ala progressiSila - Annullata la risoluzione del '68, che condannava l'invasione sovietica - Il primo ministro Cernile ha già formato il nuovo governo: ora tutti i ministri danno completa garanzia di ortodossia dal nostro inviato speciale Vienna, lunedi mattina. Dopo Quarantotto ore di silenzio, durante le quali i quadri comunisti si sono dedicati a una febbrile «preparazione del terreno » per evitare reazioni della opinione pubblica, il Comitato Centrale del partito comunista cecoslovacco ha finalmente reso pubbliche le sue decisioni. Alexander Dubcek è stato escluso dal Presidium (il «vertice » del partito comunista composto di undici membri) ed è stato destituito dalla carica di presidente dell'Assemblea nazionale; continua però a far parte del Comitato centrale. Josef Smrkovsky, Invece, destituito dalla presidenza della Camera del popolo, ed estromesso dal Comitato centrale, esce definitivamente dalla scena politica. .Oltre a Josef Smrkovsky altri ventotto esponenti dell'ala -progressista escono dal Comitato centrale dove sono stati sostituiti da tredici rappresentanti della corrente « dogmatica ». Il Comitato centrale, di conseguenza, vede diminuire il suo organico di sedici unità, passando da 181 a 165 membri. I ventinove progressisti che sono, stati allontanati non sono 'usciti tutti dalla stessa « porta »; la minuziosissima liturgia comunista ha usato nei loro riguardi tre formule diverse. Coloro che avevano appoggiato con maggior calore il «nuovo corso» — Smrkovsky, l'ex ministro degli Esteri Hajek, Mikova, Mlynar, Vokroulik, ecc. — sono stati esclusi d'autorità; altri quindici membri, fra cui Spacek, Vakulik, Simon, sono stati autorizzati — cioè in pratica perentoriamente invitati — a presentare le dimissioni; in- fine un ultimo gruppetto, di cui fanno parte Ivan Malek, Josef Boruvka, il presidente dell'Accademia scientifica Sorm, la presidentessa della Lega femminile Fiserola, hanno presentato le dimissioni a quanto pare per loro libera decisione, sema esservi costretti da alcun « invito ». I tredici nuovi membri del Comitato centrale appartengono in prevalenza all'ala dogmatica. La personalità più nota tra essi è quella di Josef Kempny, astro politico in ascesa noto per le tendenze conservatrici, che, a quanto pare, dovrebbe assumere anche la carica di presidente del governo nazionale cèco. II comunicato del Comitato centrale annuncia anche che sono state annullate la risoluzione del 21 agosto 1968, con cui il Comitato centrale condannava l'invasione sovietica, e la risposta negativa del Comitato centrale alla lettera con cui i cinque partiti dei Paesi del Patto di Varsavia invitavano i cecoslovacchi a partecipare in qualità dì imputati alla conferenza che si sarebbe tenuta nella capitale polacca. A proposito della risoluzione del 21 agosto 1968, il comunicato dice che è stato necessario annullarla « poiché si tratta d'un documento non marxista, che non corrisponde ai princìpi di classe ed è falso nei suoi fondamenti». « L'ingresso delle truppe alleate, nella situazione che si era venuta a creare nell'estate 1968 — continua il comunicato —, è stato reso necessario per la difesa del socialismo in Cecoslovacchia contro forze di destra antisocialiste e controrivoluzionarie ». Contemporaneamente, con una rapidità che rivela come ogni particolare fosse stato preparato da tempo, il primo ministro Oldrich Cernik ha presentato al presidente Svoboda il nuovo governo. Nei ministeri più importanti, i cui titolari offrivano già sufficienti garanzie di ortodossia, non si registrano mutamenti: la Difesa resta al generale Martin Dzur, gli Interni a Jan Belnar, gli Esteri a Jan Marko. Notevoli mutamenti si sono avuti invece nei ministeri minori, dove i progressisti avevano i loro punti di maggior forza. Così Jan Tabacek ha lasciato il ministero del Commercio Estero; Frantisek Viasak ha lasciato quello della Pianificazione. Fra le nuove nomine è da segnalare, al dicastero delle Poste e Telefoni, quella di Karel Hoffmann, noto esponente dell'ala dogmatica, che nell'agosto 1968 venne accusato di collaborazionismo coi sovietici per avere impedito il funzionamento di radio e telescrìventi al momento dell'invasione. Con questa profonda epurazione nelle alte sfere del partito e del governo, si conclude così la quarta fase della crisi cecoslovacca iniziata il 21 agosto scorso nel primo anniversario dell'invasio- Gaetano Tumiati (Contìnua in 2a pagina)

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Jan Marko, Vienna