Troppi film inutili a Pesaro

Troppi film inutili a Pesaro Chiusa la rassegna del Cinema Nuovo Troppi film inutili a Pesaro "dal nostro inviato Pesaro, lunedi mattina. . Prima riflessione sulla quinta Mostra internazionale del Nuovo Cinema, che si conclude a Pesaro con un diluvio di pellicole e un'orgia di interventi. Il comitato organizzativo ha il merito di aver aperto il discorso sul cinema non conformista e di aver accettato contributi anche polemici e tendenziosi, ha però il demerito di aver ingenuamente considerato gli attuali problemi dello spettacolo solo attraverso la lente della lotta di classe. Sotto questa bandiera, autori e critici di varia bravura si sono succeduti a casaccio. Che cosa rimane del folto programma? Nella prima parte della settimana Lucia e King Murray. Il film cubano rivela l'alto magistero stilistico di Humberto Sola, onesto nel citare i suoi maestri da Bufìuel a Bergman e sincero nel descrivere le storie di tre donne cubane: la prima, nell'alta borghesia della fine Ottocento vive per il suo fallimento generoso come un'eroina di Strindberg, la seconda affronta sotto Mochado a fianco del suo uomo le prime lotte politiche e la terza si trova facetamente a disagio nelle contraddizioni dell'odierna società rivoluzionaria. In King, Murray l'americano David Hoffman riprende il « Cinema-verità » con tutte le sue lungaggini e le sue ripetizioni, lasciando via libera ad uno straordinario tipo di assicuratore attivista e comunicativo che attraverso le sue buffonerie riproduce 11 quadro di una società arida, solo-mossa dal mito del successo. Nella seconda parte" della* settimana si ricorda la rassegna del giovane cinema slovacco, che attesta la scaltrita tecnica e la vocazione narrativa dei cineasti dell'Est. Tra le varie opere, rimane nella memoria « 322 » di Dusan Hanak che si limita ad osservare e non a soffrire-la sua ed altrui esistenza, con una visione pessimistica che nemmeno lo spettro della morte — «322» è la cartella clinica del cancro • — riesce a tingere dei colori del dramma. A Pesaro. alcune migliaia di spettatori hanno avuto modo di apprezzare il coraggio del nuovo cinema brasiliano in lotta con il regime dei colonnelli. Benissimo, ma non si è trovato modo di portarlo ad un più vasto pubblico còme si voleva nel convegno sulle difficoltà della distribuzione. Illusioni. Come quelle che il fucile di Antonio Das Mortes distrugge nell'omonimo film brasiliano di Glauber Rocha che fuori programma chiude la mostra. Piero Perona ♦

Persone citate: Antonio Das Mortes, Bergman, David Hoffman, Dusan Hanak, Glauber Rocha, King Murray, Piero Perona, Strindberg

Luoghi citati: Pesaro