Irresistibile volata di Stewart a Monza di Michele Fenu

Irresistibile volata di Stewart a Monza Irresistibile volata di Stewart a Monza Al termine dei 68 giri, quattro macchine si presentano sul rettilineo d'arrivo: la Matra dello scozzese precede di un soffio la Lotus di Rindt - Al terzo posto il giovane Beltoise che ha compiuto il giro più veloce a 242,957 orari (nuovo record della pista) - Quarto il pilota-costruttore McLaren - La sfortuna di Graham Hill e di Ickx - Coraggiosa prova di Rodriguez sull'unica Ferrari in gara dal nostro inviato Monza, lunedi mattina. Jackie Stewart è il nuovo campione del mondo. Lo scozzése ha vinto ieri a Monza il Gran Premiò d'Italia e ha conquistato il suo primo titolo. Quattro armi fa, sulla stessa pista, si era affermato per la prima volta In un Gran Premio di Formula 1. Molti, allora, gli avevano pronosticato una carriera fortunata. Jackie ha tenuto fede alle promesse; nel '68 è andato ad un passo dal titolo, quest'anno non ha avuto. rivali: in sette corse, sei vittorie e un secondo posto. Ieri, per vincere il campionato mondiale piloti, sarebbe bastato a Stewart un quinto posto. E, se si fosse dovuto ritirare, quel quinto posto avrebbe potuto ottenerlo nei successivi Grandi premi del Canada o degli Stati Uniti o del Messico. Ma lo scozzese non ha perso tempo. E' scattato in testa al primo dei 68 giri del Gran Premio d'Italia, ha contenuto gli attacchi delle Lotus di Jochen Rindt e di Graham Hill e, nella volata finale, ha regolato tutti, il tenacissimo Rindt, il compagno di squa.dra Beltoise e McLaren. Era partito anche Jackie Ickx, che aveva battuto Stewart al Nuerburgring. Ma questa volta, la Brabham del belga, su cid era stato montato un Pord-Cosworth della scuderia di Piers Courage, si è messo subito a fare i capricci ed Ickx, dopo aver navigato nelle retrovie, è finito decimo a sette giri. Il «vecchio » Jack Brabham, con cui Ickx aveva litigato nelle prove di sabato, è andato anche peggio: è stato costretto a ritirarsi dopo pochi passaggi per la rottura del motore. E' stata, forse, la vittoria più dura e quindi più bella di Stewart. I circuiti dove si svolgono i Grandi Premi, permettono una rapida selezione dei piloti e delle macchine: chi è più bravo o ha la vettura migliore si avvantaggia sugli altri, guadagnando nelle curve o nei saliscendi, Monza no: la pista «stradale» di 5750 metri Sembra quasi diventare un luhghissi-' mo rettilineo. Le due curve di Lesmo, la stessa « parabolica» incidono troppo poco; si formano i gruppi di monoposto; una « tira » l'altra. La corsa diventa un gioco di scie, di risucchi: chi ha fegato riesce a stare con ì primi anche se non ha il mezzo più efficiente. Stewart era abituato ad andar via da solo dopo pochi giri, al massimo in compagnia di Hulme (com'era accaduto a Clermont-Perrand, in Francia) o di Rindt (a Zandvoort, in Olanda o Silverstone, in Inghilterra). Ieri, invece, lo scozzese non è riu¬ scito a distaccare i<; rivali. A metà gara era in testa, ma a ruota a ruota con Riftdt.'CòUrage, Hill, Beltoise, McLaren e Siuert. Lo scozzese filava in testa al « treno » delle-monoposto sul rettilineo, delle tribune, poi, uscendo all'ultimo dalla sua scia, Rindt o Graham Hill lo superavano a Lesmo. Jackie riguadagnava nell'altra parte del circuito. Un carosello entusiasmante, ma non privo di pericoli. Graham Hill e Rindt si sono battuti da leoni. Le LotusFord, in un circuito dove i telai (punto debole delle macchine inglesi) contano relativamente, riuscivano a stare alla pari con le Matra di Stewart e di Beltoise. Ma un semiasse tradiva Hill dopo ima gara davvero eccellente, e Rindt rimaneva solo contro le «voitures bleu». Courage rallentava visibilmente la marcia, Slffert si fermava ai boxes con il motore fuori combattimento. Nell'ultimo giro si affrontavano Stewart, Beltoise, Rindt ed il neozelandese McLaren. Beltoise, come già aveva fatto due anni orsono Brabham con Surtees, tentava nella « parabolica » la manovra mozzafiato. Il francese ritardava la « staccata » al massimo e si infilava -di prepotenza fra Rindt e McLaren, che lo. evitavano in pura acrobazia! Ma Beltoiso terminava troppo àl'esterno della curva e Stewart e Rindt lo superavano all'interno. Ultimi metri, di neanche una ruota la Matra precedeva la Lotus. Tempo e media- record, na turalmente, dopo una competizione tanto tirata: trecentonovantun chilometri in un'O' ra, trentanove primi, undici secondi e ventisei centesimi, alla media oraria di chilometri 236,522. Rindt era secondo a otto centesimi, Beltoise terzo a diciassette, McLaren quarto a diciannove. Quasi incredibile. L'anno scorso Hulme, sulla McLaren, aveva concluso la pròva in 1 ora 40'14"8, media km 234,022. Ieri, invece, il neozelandese è stato poco fortunato: prima si è piegato il « baffo » anteriore sinistro della sua gialla McLaren, poi il motore ha dato segni di affaticamento. A Beltoise è spettato il giro più veloce: l'25"2 decimi, media km 242,957 (precedente primato: Oliver, Lotus, l'26"5i media chilometri 239,306). - Stewart era portato in trionfo, Margherita, la moglie del povero Lorenzo Bàndini, gli offriva il Trofeo dedicato alla memoria dello sfortunato corridore italiano. A trentanni, lo scozzese è il miglior pilota del mondo. Sposato, due bimbi, campione di tiro a segno, pescatore e cacciatore, Jackie ha dimostrato di essere un conduttore completo. Ma. molti meriti debbono anche essere attribuiti alla Matra e all'organizzazione di Cen Tyrrell, scrupoloso e sagace « patron » di Stewart. Quando si fanno le cose seriamente, i risultati arrivano. E la Ferrari? Rimandato l'esordio della nuova «312 B», rimasto a casa Tino Brambilla, Pedro Rodriguez, convo¬ cato quasi all'ultimo momento, non ha potuto combinare molto. E' arrivato sesto, a due giri da Stewart. E' stato forse il Gran Premio d'Italia più deludente per i tifosi italiani. D'altra parte, neanche la Ferrari può compiere i miracoli. La monoposto di Rodriguez era del vecchio tipo, si sapeva che non avrebbe potuto fare molto. Ormai i programmi sonò rivòlti soltanto al futuro. C'è, ih ogni caso, da fare una confortante constatazione: il pubblico ama le corse, è pronto a rispondere con entusiasmo. Ieri saranno stati più di 120 mila gli spettatori del Gran Premio d'Italia, i responsabili dei servizi d'or¬ dine non sapevano più come fare per incanalare la massa. Se era così per un-Gran Premio senza italiani, con una Ferrari presento soltanto per onore dì firma, che cosa avverrà quando la nostra Casa sarà nuovamente in lizza per il successo? Michele Fenu Monza. Dopo un'emozionante lotta, quattro monoposto piombano sul traguardo: vince Stewart, con la Matra, conquistando il titolo .mondiale piloti di Formula 1 (Teletoto)