Polemica rinuncia di Bassani ai 2 milioni e mezzo del "Campiello,, di Gigi Ghirotti

Polemica rinuncia di Bassani ai 2 milioni e mezzo del "Campiello,, Polemica rinuncia di Bassani ai 2 milioni e mezzo del "Campiello,, La somma devoluta dallo scrittore all'associazione «Italia Nostra», da lui stesso presieduta - Con questo egli ha voluto implicitamente protestare contro l'impostazione data dagli industriali (che finanziano il Premio) al problema della difesa di Venezia Jjà dell'altro anno»; le rima- dai nostro inviato Venezia, lunedì matt. Strascico a sorpresa al « Campiello » che, sabato sera, si è concluso nell'isola di San Giorgio con la premiazione di Giorgio Bassani per il suo ultimo romanzo « L'Airone », edito da Mondadori. Ieri mattina, nella sede veneziana di « Italia nostra », l'associazione presieduta da Giorgio Bassani, lo scrittore ha convocato un gruppo di giornalisti e di amici per una dichiarazione e per un gesto. Un gesto non simbolico, o, perlomeno, non soltanto simbolico. Ecco la dichiarazione: « Iersera era festa e ho acconsentito a non guastarla con dichiarazioni. che qualcuno avrebbe potuto giudicare inopportune. Sono molto felice, sinceramente, di essere risultato vincitore del premio "Campiello 1969": una gara letteraria che ha già laureato scrittori importanti e che ammiro molto, come, per esempio. Primo Levi e Ignazio Silone. Ringrazio ancora una volta, perciò, le due giurie del Premio, quella "piccola" dei letterati e quella "grande" dei lettori, dell'onore che entrambe hanno voluto farmi». E' bene ricordare, a questo punto, che il « Campiello » si articola su due istanze: una prima scelta, di cinque opere, è devoluta ad una giuria di critici letterari. La scelta definitiva del vincitore è invece spettanza di trecento lettori sorteggiati tra varie categorie sociali. La prima giuria attribuisce a ciascuno dei cinque selezionati un premio di un milione e mezzo. La giuria « grande » completa l'operazione, attribuendo al vincitore assoluto un'ulteriore somma di lire due milioni e mezzo. Nella serata di sabato oltre novanta schede, cioè la maggioranza, sono risultate favorevoli al romanzo di Giorgio Bassani, cinquanta sono andate a Giuliano Gramigna per «Marcel ritrovato » e altrettante a Giuseppe Raimondi per « Le ne nenti sono state divise tra Giulio Cattaneo (« Da inverno a inverno ») e Stello Mattioni (« Il re ne comanda una »). Dopo il ringraziamento alle due giurie, la dichiarazione di Giorgio Bassani continua: « Il mio "Airone"' potrà, grazie al "Campiello", volare d'ora in poi con meno fatica, più alto. Ma c'è un "ma". Come si ricorderà, io non sono soltanto uno scrittore. Sono anche presidente di un'associazione, "Italia nostra", ricca di molti meriti, acquisiti attraverso dodici anni di dure lotte per la salvaguardia del patrimonio artistico e naturale del nostro Paese, Venezia compresa; ma singolarmente povera di mezzi materiali. E così, del compenso in danaro legato all'alloro poetico che mi è stato conferito, ho deciso di serbare per me stesso soltanto una parte, e cioè il milione e mezzo della "selezione", già attribuitomi tre mesi fa dalla "giuria piccola" dei letterati. I due milioni e mezzo supplementari, che mi sono venuti iersera dalla "giuria grande" dei lettori, vadano invece a "Italia nostra" ». Nel dir questo, Giorgio Bassani caccia di tasca il portafogli, e, ta uno scrosciare di acclamazioni, ne toglie l'assegno ricevuto da poche ore, ancor fresco d'inchiostro. « Grazie, grazie », esclama Bassani rivolgendosi agli amici plaudenti. «Avevo bisogno della vostra assistenza per compiere questa operazione ». Controfirmato da Bassani, passa nelle mani dell'avv. Massari dirigente della sezione veneziana di « Italia nostra ». Esultante l'avvocato pronuncia parole di gratitudine, anche a nome della presidentessa, Anna Maria Cicogna, impegnata altrove (impegnata,, si è saputo, nei lavori del «Comitato francese per la salvaguardia di Venezia », che. sotto la presidenza dell'ex ambasciatore Palewsky, ha in corso alcune riunioni in città). Ma questo gesto, unico forse nella storia dei premi letterari, ha soltanto un significato oblativo, oppure cela qualche intenzione polemica nei confronti dell'industria veneziana, promotrice del « Campiello »? Alla domanda, lo scrittore s'è schermito: « Chi vuole intendere, intenda. Nella mia dichiarazione c'è tutto». Dalla contessa Teresa Foscari, dirigente di « Italia nostra », si viene a sapere qualcosa di più: con il suo gesto, Giorgio Bassani intende confermare i propri impegni di presidente del sodalizio nella battaglia che esso sostiene da lungo tempo contro « l'insensato, criminale imbonimento della laguna, perseguito ciecamente per scopi industriali » (sono parole di Giorgio Bassani al convegno nazionale di « Italia nostra » tenutosi nel gennaio scorso a Roma) e contro il progetto d'isolare la città di Venezia entro « un anello di cemento », con un sistema di « dighe olandesi o longaronesi » (le parole sono sempre di Giorgio Bassani nella medesima occasione). Sono anni, si diceva, che la sezione veneziana di « Italia nostra » sostiene che non 1 si può ridurre « Venezia in bagnarola »; e che la città dev'essere salvata con tutta la sua laguna intorno. In questa battaglia, l'associazione si è sempre trovata a contrastare con i piani degli industriali, e proprio dagli industriali, anzi dalle mani del presidente degli industriali veneti, cavaliere del lavoro Mario Valeri Manera, il presidente di « Italia nostra » ha ricevuto sabato sera il superpremio del « Campiello »; il qual premio, si ricorderà, è promosso e presieduto dallo stesso Mario Valeri Manera. Come uscire da questa contraddizione? Giorgio Bassani ha scelto la sottile via del « distinguo »: come scrittore, ha accettato il giudizio delle due giurie del Premio, la « piccola » e la « grande », ma come presidente di « Italia nostra » ha versato la somma del super-premio al soda lizio al quale presiede e che anima con la sua parola, con gli scritti, con il suo prestigio e la sua sensibilità di artista. Gigi Ghirotti