Accuse e processi ai generali cèchi di Ennio Caretto
Accuse e processi ai generali cèchi Accuse e processi ai generali cèchi Esponenti dei tribunali militari del regime Husak convocati a Mosca - La prima vittima illustre potrebbe essere il capo della polizia militare Prchlik - «Stella rossa» scrive: « Nazionalismo e antisovietismo hanno attecchito nell'esercito cecoslovacco » dal corrispondente Mosca, lunedi matt. I russi preparano una serie di processi nelle forze armate cecoslovacche contro sii ufficiali e i soldati che appoggiarono Dubcek? Sembra di sì. «Krasnaia Svezda » (Stella Rossa) ha rivelato ieri che alti esponenti dei tribunali militari di Praga sono venuti a Mosca la scorsa settimana per «uno scambio di esperienze » con il responsabile politico dell'esercito sovietico, generale Epishev, e i suoi colleghi. Essi hanno discusso, ha detto il quotidiano, «il rafforzamento della legalità socialista, della disciplina, della legge e dell'ordine». La for» mula « legalità socialista » sta ad indicare, nel linguaggio del Cremlmo, l'applicazione in sede processuale di norme repressive. Tra le prime vittime a Mosca si fa il nome del generale Prchlik, già rappresentante della Cecoslovacchia presso il Patto di Varsavia, poi capo della polizia militare. La settimana scorsa voci provenienti da Praga affermavano che i russi intendono accusarlo di alto tradimento. I processi nelle forze armate potrebbero segnare l'inizio di una spietata « caccia alle streghe » che culminerebbe con l'arresto e la condanna di Dubcek. Vi sono molti segni che il Cremlino vuole portare alle sue estreme conseguenze « la normalizzazione » cecoslovacca: il suo intervento armato non potrà essere giustificato del tutto se non con l'imprigionamento dei « colpevoli » della « primavera di Praga ». Pare che soltanto il vecchio e coraggioso presidente Svoboda si opponga alla volontà dei sovietici. Su Krasnaia Svezda il generale Epishev, che fu in Cecoslovacchia nelle due settimane precedenti l'anniversario dell'invasione, ha espresso il suo giudizio sulle forze armate in un lungo articolo. Egli ha lodato «i risultati positivi » dell'opera di Husak, ma ha affermato che i capi militari di Praga hanno ancora bisogno di «reciproci scambi d'opinione con il Cremlino sui problemi attuali del rafforzamento ideologico dei soldati ». In altre parole, Epishev ritiene impellente un maggiore, immediato allineamento delle truppe sulle posizioni russe. Egli ha scritto che, sotto Dubcek, nazionalismo e antisovietismo hanno attecchito nelle forze armate cecoslovacche. « Nel momento in cui si intensificavano gli attacchi della propaganda borghese e l'attività degli elementi antisocialisti, l'indebolimento dell'educazione ideologica e politica dei soldati diventava pericoloso e negativo ». Epishev ha aggiunto: « Una parte delle truppe è stata danneggiata da questo sviluppo negativo, ma esse come insieme sono rimaste alleate fedeli dell'Urss... Naturalmente, sarebbe prematuro affermare che le conseguenze della prolungata attività delle forze antisocialiste sono già state liquidate, e che tutte le difficoltà sono state superate... Ancora oggi queste forze ostili non abbandonano le armi, e, an,zi, tentano di sfruttare qiitalsia'si occasione per causare una psicosi nazionalista, organizzare provocazioni e infliggere il maggior danno politico e materiale possibile al Paese ». Anche la «Pravda» ha mosso accuse analoghe. Dopo aver esaltato - le misure prese da Husak, il quotidiano ha indicato in quale direzione egli dovrebbe continuare a muoversi. In Cecoslovacchia, ha scritto, si distribuiscono ancora troppi manifesti antisovietici, e la popolazione ascolta ancora troppe emittenti occidentali. E' necessario, ha fatto capire la Pravda, un irrigidimento della censura. Essa ha inoltre attaccato con veemenza e animosità gli Stati Uniti e la Germania Occidentale, che si accingerebbero a « trasformare l'Europa in un campo di battaglia nucleare... e a fare precipitare il monda in una terribile tragedia ». La Pravda ha concluso: «L'attuale situazione internazionale è caratterizzata dall'accentuata lotta dei popoli contro il pericolo militare e fascista. Non si può non constatare che la reazione imperialista è aiutata attivamente dai dirigenti cinesi che seguono una linea antileninista e antipopolare destinata a minare l'unità delle forze rivoluzionarie ». Ennio Caretto
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