Urss: poche le macchine troppe code nei negozi di Ennio Caretto

Urss: poche le macchine troppe code nei negozi « Voprosi Economiki » attacca il settore distributivo Urss: poche le macchine troppe code nei negozi La rivista chiede maggiore automazione e riduzione del personale - Nel 1961 c'erano 9300 rivendite automatiche di bevande: oggi sono 1300 (Dal nostro corrispondente) Mosca, 29 ottobre. Un appello per la ristrutturazione del commercio al grande e piccolo dettaglio, per l'aumento della produttività e nell'interesse del consumatore, è stato rivolto al governo sovietico da Voprosi Economiki La rivista ha pro- posto l'automazione e meccanizzazione di tutto il settore distributivo, dai migliori magazzini alle più modeste trattorie, e la riorganizzazione del personale, compreso quello direttivo. Voprosi Economiki ricalca così, a quasi un anno di distanza, alcuni dei temi toccati dal giornalista-economista Evsej Liberman, il divulgatore della riforma dell'economia sovietica, in un articolo pubblicato su Literaturnaja Gazeta dal titolo: « Le code: analisi, diagnosi, terapia ». Liberman aveva affermato che le code « non nascono sempre e soltanto dalla mancanza dei prodotti ». « Non v'è da noi la consuetudine a distribuire merci e servizi con l'ausilio-delle .code? Le code non sorgono a volte per semplice incuria, sbadataggine organizzativa, insufficiènte interessamento del personale addetto? », egli sì chiedeva. E aveva concluso: « In questo settore, le cose purtroppo stanno così ». Voprosi Economiki ha confermato la tesi di Liberman, statistiche alla mano: « Nei negozi — ha scritto — soltanto il 12 per cento delle operazioni di carico e di scarico è eseguito da macchine. Nella Repubblica federativa russa, su 85 mila ristoranti e trattorie, ci sono soltanto 9600 lavapiatti automatici: perciò ben 90.900 persone vengono adibite a questa bisogna. Nei negozi di alimentari e agli angoli delle strade, nel 1961, c'erano 9300 apparecchi per la rivendita automatica delle bevande: il loro numero è sceso adesso a 1300 ». La rivista ha lamentato anche che non esistano centri dove si confezionano i prodotti. «Nel 1968, soltanto l'S.l per cento dello zucchero è stato veduto in pacchetti preconfezionati, e il 12,3 per cento dell'olio in lattine ». Il giornale ha suggerito che la automatizzazione e meccanizzazione del settore sia immediata ed estensiva, osservando: « La percentuale della manodopera impiegata in lavori ausiliari è assai più alta'della media nazionale:'24 per cento nei negozi, e 27 percento nei ristoranti e nelle trattorie, contro VII per cento ». E' da notare che negli Stati Uniti la percentuale nazionale è del 5 per cento. Secondo Voprosi Economiki, nell'interesse del consumatore, dovrebbe dimiunire, oltre :' personale ausiliario, anche c ) direttivo: « Nelle amministrazioni vi è un'eccedenza di impiegati. Al contrario, talvolta mancano commesse ai banchi o cameriere ai tavoli ». La rivista fa osservare inoltre che il personale qualificato è spesso mal usato: « Nel 1968, nella Repubblica federativa russa, più di 37 mila diplomati delle scuole superiori lavoravano come cuochi o commessi. E' proprio normale? Non si potevano trovare altri impieghi per loro? ». La rivista conclude che il commercio al grande e piccolo dettaglio dovrebbe attingere il personale direttamente a speciali scuole tecniche. Essa ha calcolato che con questi cambiamenti i costi di gestione diminuirebbero in media della metà. Voprosi Economiki non ha affrontato le questioni di fondo . della produzione e della distribuzione dei beni di consumo, che rimangono la causa prima di molte delle attuali contraddizioni. Lo stesso Liberman a tale proposito s'era limitato a salutare come una svolta positiva il fatto che questa produzione, dal 1968, dopo trent'anni, aumenti a un ritmo superiore a quello dei beni cosiddetti industriali. Ennio Caretto Evsej Liberman

Persone citate: Liberman, Voprosi Economiki

Luoghi citati: Mosca, Stati Uniti, Urss