Il Fronte dei laboristi ha perduto la maggioranza assolata al Knesset

Il Fronte dei laboristi ha perduto la maggioranza assolata al Knesset I risultati delle elezioni politiche in Israele Il Fronte dei laboristi ha perduto la maggioranza assolata al Knesset E' il Parlamento di Tel Aviv: il Fronte è passato da 63 a 58 seggi su 120 - Si dà per sicura la ricostituzione del governo di Unione nazionale, presieduto da Golda Meir (Dal nostro corrispondente) Gerusalemme, 29 ottobre. Al termine di una campagna elettorale svoltasi senza incidenti gli israeliani non sembrano aver provato un grande interesse per le elezioni, escluso il giorno del voto: il diciotto per cento di astensioni rappresenta indubbiamente un successo inatteso. Il « Fronte laborista » (composto dal Mapai, dall'Unione del Lavoro e dal RafU, in cui militano tutti i grandi leaders politici del paese, ha perduto la maggioranza assoluta in Parlamento, passando da 63 a 58 seggi su 120. Il principale avversario del « fronte », il Gahal (di centro-destra), ha guadagnato cinque seggi, sale da 22 a 27. Nello spostamento dì voti hanno giocato le piccole frazioni dissidenti. La lista capeggiata da Ben Gurion, che hq+abbandonato il Fronte laborista, ne ha ereditato i seggi perduti, mentre il Gahal ha ricuperato voti che gli erano stati sottratti, sulla carta, dalla scissione del « centro libero », il quale non avrà che un seggio. Una volta di più l'elettorato israeliano ha dato prova del suo conservatorismo, lasciando alla testa del paese dirigenti che governano da quando esiste lo Stato di Israele e già dirigevano il movimento sionista prima della creazione della nazione israeliana. Anche i 250.000 nuovi elettori, che hanno preso parte allo scrutinio di martedì, hanno ripartito i loro suffragi fra le liste dei partiti maggiori. I due partiti comunisti conservano le loro posizioni (3 seggi al Rakah e uno al Maki). Si dà per certa la ricostituzione del governo di unione nazionale che Golda Meir presiede dopo la morte di Levi Eshkol. Commentando il risultato delle elezioni, Golda Meir ha ammesso che gli elettori avevano espresso in modo evidente la loro volontà contraria ad un partito che detenesse la maggioranze assoluta e che bisogna trarne le opportune conclusioni. Nessuno d'altronde si aspettava che, nel caso di un successo del « laboristi » con oltre il 50 per cento dei voti, essi costituissero un governo « monocolore ». Certi accenni lasciano pensare che il Gahal — il secondo partito israeliano — intenda esigere che la coalizione sia basata d'ora in poi su un programma elaborato in comune e non soltanto sulla necessità imposta dallo stato di guerra. La maggiore sorpresa della giornata è offerta comunque dagli arabi della parte exgiordana di Gerusalemme, che, in ottomila, hanno preso parte alle elezioni: il doppio di quanti votarono nel settembre del 1964 per l'elezione del consiglio municipale della parte giordana di Gerusalemme. La ragione è che gli israeliani hanno introdotto il suffragio universale, mentre nel regno hascemita si vota ancora per censo e quindi il diritto di voto è limitato ad una minoranza di privilegiati. Gli israeliani considerano la partecipazione araba un grosso successo politico, poiché il fatto implica, da parte almeno degli arabi che hanno votato, un riconoscimento dell'autorità di Tel Aviv- Franco Martini Tel Aviv. Il primo ministro Golda Meir brinda con i colleghi del fronte laborista (Teletoto Associated Press) liniilliiilliiililiiiillllllllllillllil lllllllllllllllllllllliliilllllilllllllllllillliiillllMllllllllllllllllllliiinii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiintllllllllllllllllllllllllitlllllllllilllllllillllllliiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Ben Gurion, Franco Martini, Golda Meir, Levi Eshkol

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele, Tel Aviv