Cariche di tritolo per fare deragliare i treni Torino-Milano e Torino-Genova
Cariche di tritolo per fare deragliare i treni Torino-Milano e Torino-Genova Gli attentati compiuti di notte forse dalle stesse persone Cariche di tritolo per fare deragliare i treni Torino-Milano e Torino-Genova Alcune cariche sono esplose a Saluggia (Vercelli) facendo crollare un traliccio - Il direttissimo Torino-Venezia (1000 passeggeri) ha urtato il palo e si è fermato poco dopo senza uscire dai binari - Scoperto un altro ordigno inesploso - Nei pressi di Novi Ligure trovate quattro bombe su binari e alla base di un traliccio : non sono scoppiate per un difetto della miccia a lenta combustione (Dal nostro inviato speciale) Vercelli, 27 ottobre. Una carica inesplosa trovata ai piedi di uno dei tralicci fatti saltare la notte scorsa sulla ferrovia Torino-Milano, a due chilometri da Saluggia, porterà forse all'identìficazione dei terroristi. L'attentato è avvenuto alle 21,40 mentre era in transito il direttissimo Torino-Venezia con oltre mille passeggeri. Cinque minuti dopo, sull'altro binario, doveva passare un convoglio per Torino. Soltanto il caso ha impedito che l'esplosione prò vacasse una tragedia. I dinamitardi avevano minato i due sostegni dell'alta tensione all'imbocco di un viadotto chiamato « ponte degli assassini». Fortunatamente una delle cariche non ha funzionato: il traliccio del binario pari ha resistito; l'altro, tranciato di netto, è rimasto appeso ai fili della corrente oscillando sopra la massicciata. Se fosse finito sulla ferrovia il locomotore avrebbe deragliato e il treno sarebbe precipitato dal ponte. Invece il palo ha urtato i pantografi del locomotore provocando un corto circuito e ha quindi investito il carro postale. I due macchinisti hanno azionato la « rapida » e il convoglio, che procedeva a 120 chilometri l'ora, si è fermato dopo 400 metri. Molto spavento fra i passeggeri, ma nessun ferito. II transito sulla linea è rimasto bloccato fino alle 4,20 di stamane. I treni principali sono stati dirottati e hanno accumulato ore di ritardo; quelli locali hanno dovuto essere soppressi. Intanto cominciavano le indagini. Sul posto sono giunti il questore di Vercelli dott. Pastorino Olmi, il vicequestore dott. Sgarra, i funzionari dott. Coppola e dott. Natale. Sono arrivati anche il comandante dei carabinieri di Vercelli colonnello Moresca, il col. Brovida, il capitano Sica, il tenente Martini; da Torino il tenente Formato con i tecnici della direzione d'artiglieria, il dott. Cappa, dirigente del commissariato compartimentale, e altri sottufficiali della polizia ferroviaria. Attraverso le testimonianze dei macchinisti e di alcuni abitanti della zona è stato possibile accertare l'ora dell'esplosione: gli scoppi sono stati due, a pochi secondi di distanza l'uno dall'altro. La scelta del posto è stata certamente fatta da gente che conosce la zona e sapeva di poter lavorare senza essere notata. I carabinieri hanno impiegato cani-poliziotti per scoprire dove avevano lasciato la macchina. L'esplosivo era avvolto in vecchi fogli di giornale. Tra gli altri, c'è una copia di Stampa Sera dei primi di settembre. Attraverso il tipo di esplosivo, non molto usato, gli inquirenti sperano dì poter risalire alla fabbrica che l'ha prodotto, al venditore e quindi ai dinamitardi. E' una strada difficile, ma non impossibile. Pietro Squillerò
Persone citate: Brovida, Cappa, Coppola, Pastorino Olmi, Sica
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