Un romanzo "rosa,, con malizia e ironia

Un romanzo "rosa,, con malizia e ironia LE PRIME SULLO SCHERMO Un romanzo "rosa,, con malizia e ironia Verginità indifesa, del jugoslavo Makavejev: originale rifacimento di un film del '42 - Un « Maggiolino » tutto matto : allegra commedia della « Disney » (Centrale d'Essai) — Nel '42, a Belgrado, durante l'occupazione tedesca, un acrobata e fabbro ferraio di nome Dragolib Aleksic girò una pellicoletta, sentimentale al massimo, sui casi d'una graziosa orfanella da lui amata, e da una crudel matrigna gettata fra le braccia d'un odioso signorotto. Ma l'acrobata, che ha la taglia d'un Maciste, con una serie di prodezze libera la sua Nada, facendo trionfare l'amore sulla malvagità. Reperito questo roseo avanzo d'un tempo tanto buio, il regista Dusan Makavejev si è divertito a sezionarlo e a contrappuntarlo con spirito moderno, così da poterlo presentare come « la nuova edizione di un buon vecchio film ». Ne è venuta fuori, col titolo Nevinost bez zastite (Verginità indifesa), un'opera ben viva, oltreché tecnicamente originalissima; viva nell'ordine intellettualistico del pastiche, e degna dell'« Orso d'argento » di cui la insignirono, nel '68, i giudici del festival di Berlino. Il pregio del film è nell'arte maliziosa con cui Makavejev, fingendosi filologo, ha in realtà rifatto la storiella dell'acrobata, intercalando ai luogi topici del romanzo d'ap. pendice aspre sequenze di cinegiornali di guerra e sapide interviste coi superstiti della vecchia pellicola, fra i quali in prima riga lo stesso Aleksic. Il sentimentalismo da. una parte e la prepotenza dall'altra, la falsità del romanzo e la violenza della storia, che nella vita sogliono procedere parallelamente (il film di Aleksic ebbe infatti un grande successo di pubblico), convergono così a formare un contrasto che non ha bisogno di sollecitazioni oratorie per avvincere lo spettatore, bastando a tale effetto la spiritosa mediazione che il regista ha operato, con le sue interpolazioni o notazioni in margine tra il vecchio filmetto e la nuova « lettura » dello stesso. E' facile, trattando del cinema del passato prossimo, cadere in facili irrisioni, in grossolane caricature. Makavejev, pur spingendo il suo bulino in uria zona francamente umoristica, pur divertendo il pubblico e molto, ha saputo evitare tale pericolo osservando la legge di clemenza, che in questo caso è anche quella dell'intelligenza storica e del buon gusto. Insomma un film, che per quanto composito, restituisce intero e fresco il senso del cinema, inteso come spontaneità (Vittoria) - Film di tutto riposo e con larga apertura al pubblico dei minori come tutti quelli della produzione Disney, Un «Mànninfinn» tv**o matto, diretto a colori da Robert Stevenson, narra le avventure di un'automobile utilitaria, detta dalla forma «maggiolino», che derogando alla legge delle macchine fabbricate in serie, risulta dotata di affetti, volontà e soprattutto ostinazione nel difendere la propria dignità contro le superbe « fuori serie ». Codesta macchina « animata » si appiccica a Jim, un giovane pilota di San Francisco perseguitalo dalla sfortuna, e con le sue trovate rifa di lui un « asso » imbattibile su pista e su strada, al tempo stesso che ne propizia l'amore con una graziosa hostess. I « numeri », spesso acrobatici, con cui il macinino esprime la propria « personalità», generosa coi buoni e dispettosa coi cattivi, costituiscono il maggior divertimento; e questo culmina nella paradossale corsa a tappe in cui Jim riporta la palma sul suo prepotente rivale, che gli va seminando la strada di insidie e trabocchetti. Ma con una macchina disposta a farsi letteralmente in due pur di tagliare per prima il traguardo, sfido a perdere. Un lavoretto di mera confezione, ma garbato nel tono e disinvolto nei trucchi; con Dean Jones e Michele Lee interpreti principali e David Tomlinson e Buddy Hacket- quali spassosi caratteristi. 1. p.

Luoghi citati: Belgrado, Berlino, San Francisco