II Piemonte, terra di poveri?

II Piemonte, terra di poveri? Aspre polemiche dopo la relazione del Mec sulle regioni industrializzate II Piemonte, terra di poveri? Nel rapporto del Mercato comune si afferma che soltanto la Liguria e la Lombardia sono in Italia regioni molto industrializzate - Il Piemonte ha la sua grande concentrazione in Torino e molte zone depresse intorno, sia sui monti sia in pianura - Ma ad Alessandria, Vercelli e Novara si sostiene che la popolazione impiegata nelle industrie è in aumento - Anche a Cuneo rifiutano il giudizio e sostengono che l'intero settóre è in espansione strializzazione con contemporanea e conseguente riduzione degli addetti all'agricoltura, pur segnando quest'ultimo settore un continuo e notevole progresso qualitativo e quantitativo nella produzione, con prodotti tipici e di particolare pregio in vari settori: vini, carni, ortofrutticoli. A conferma di ciò, alcuni dati. Dal 1961 ad oggi la popolazione è rimasta pressoché stazionaria sulle 540 mila unità. In tale periodo gì1 addetti all'industria sono saliti da circa 55 mila a circa 66 mila con un'aumento di quasi il 19 per cento ». Vercelli, 21 ottobre, (w. n.) Si diceva un tempo che la provincia di Vercelli era ad economia mista, o meglio, semi-industrializzata. Oggi, stando alle risultanze sul reddito prodotto, questo non risponde più al vero. « Nel quadro delle multiformi attività economiche — ci dice il dott. Tagliabò, membro della giunta della Camera di Commercio, che sostituisce il presidente, dott. Biginelli, in missione in Oriente — l'industria è venuta progressivamente ad assumere un'importanza sempre più accentuata, fino a porsi, particolarmente ai nostri giorni, come il principale fattore di sviluppo economico. Infatti, il valore percentuale del reddito prodotto dall'agricoltura, che nel 1951 era del 27,5 per cento, è sceso nel 1967 all'11,9 per cento; i valori dell'industria sono passati, invece, dal 39,5 per cento del 1951 al 54,2 per cento del 1967. Pressoché Inalterato è rimasto invece l'indice delle altre attività produttive e terziarie: 33 per cento nel 1951, 33,9 per cento nel 1967». «Lo stesso Vercellese, un tempo in prevalenza agricolo— aggiunge il dott. Tagliabò — valorizzando le sue risorse, ha avviato negli ultimi tempi un efficace processo di diversificazione economica, mediante lo stimolo e lo sviluppo di ogni possibile iniziativa nel settore industriale. Nella circoscrizione vercellese, nel corso del 1967, si sono registrati i primi fermenti di una positiva evoluzione della situazione, rappresentati da un rinnovato impegno degli organi responsabili nello studio e nell'impostazione di programmi e di sviluppo industriale ». BieUa, 21 ottobre, (p.m.) Nell'ambiente industriale biellese la valutazione sulla industrializzazione del Piemonte apparsa a Bruxelles nella Carta economica regionale dei sei Paesi del Mec è ritenuta, allo stato attuale, assai aderente alla realtà. Infatti — si fa osservare —, il Vercellese, il Monferrato e il Cuneese sono ancora zone prettamente agricole. « Ci sono, però, le premesse — ha dichiarato il dott. Alberto Botto, presidente dell'Unione Industriale — per ridurre sensibilmente le distanze entro un termine di tempo relativamente breve. Nel Biellese, che è senza dubbio fra le zone a più alta concentrazione industriale del Piemonte, la situazione è stazionaria. Rispetto a dieci anni fa, nel settore industriale le forze di lavoro sono diminuite dal 56 al 46 Va, ma è aumentata la produttività ». Novara, 21 ottobre, (p. b.) L'ing. Gian Maria Capuani, industriale, presisente della Camera di Commercio di Novara, ha accolto il rapporto del Mec con molte riserve. « Per poter esprimere un giudizio — ha detto — bisognerebbe conoscere i parametri attraverso i quali è stata definita l'industrializzazione delle zone. Inoltre tali parametri andrebbero valutati criticamente prima di accettarli o respingerli. Quella piemontese è stata definita nel rapporto del Mec regione semindustrializzata e posso anche essere d'accordo: infatti accanto alle zone industriali di Torino, Biella e Novara, vi sono quelle preminentemente agricole del Cuneese, dell'Astigiano e del Vercellese. Novara — ha concluso l'ing. Capuani —, indipendentemente dai parametri assunti dal Mec, può essere definita senz'altro zona industrializzata: gli occupati in iiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiii questo settore, infatti, rappresentano più del 50 per cento degli occupati globali. L'agricoltura, per esempio, occupa qui il 15 per cento contro la media nazionale che è del 25 per cento ». w à. ... . ..... O i ^4stV-J-^essandriaÀ Carmagnola, « :, * TortonaC' > Savjgiiag i. luzzo ì' savona-^ * V.'. VR I A G r'^iff genova Àlbenga, Il Comitato regionale per la programmazione indica in questa cartina le zone del Piemonte che sono dichiarate «aree depresse» (segnate in grigio) sulla base delle leggi in vigore

Persone citate: Alberto Botto, Biginelli, Capuani, Gian Maria Capuani, Tagliabò