Lo 'scandalo' del Living Theatre
Lo 'scandalo' del Living Theatre Dopo la lunga recita finita fra i tumulti Faltra notte all'Alfieri Lo 'scandalo' del Living Theatre La «prima» per l'Italia di «Paradise now» è stata interrotta dal gestore del teatro, Erba, preoccupato per l'incolumità del locale (e, forse, nel timore di conseguenze giudiziarie) - La magistratura non prenderà alcuna iniziativa: fra l'altro l'opera manca perfino di un testo, da giudicare - Il teatro ieri è rimasto chiuso, ufficialmente perché « non agibile » - La replica si è svolta all'Unione Culturale, nei sotterranei di Palazzo Carignano, per i soci Lo « scandalo » del « Living ] Theatre » ha messo a rumore Torino: non tanto per le nudità degli attori, del resto neppure eccessive, quanto per gli incidenti che si sono verificati all'Alfieri alla « prima » italiana^ di « Paradise now ». Riepiloghiamo i fatti: quando la maggioranza del pubblico, convinta che lo spettacolo fosse ormai terminato, stava sfollando» un gruppo di giovani ha richiamato a gran voce gli interpreti, ancora fermi sul palcoscenico, indubbiamente avviliti per lo scarso entusiasmo suscitato fino a quel momento negli spettatori. Ed è incominciato il caos. Il gestore del teatro, cav. Giuseppe Erba, preoccupato per l'incolumità del locale (e, sembra, nel timore di un. rapporto di polizia), ha ordinato di spegnere le luci. Gli attori, e parte del pubblico, hanno acceso torce elettriche e fiammiferi. Allora è stato calato il sipario: spettatori e artisti del « Living » vi si sono aggrappati, rischiando di strapparlo. Come ultima risorsa è stata abbassata la saracinesca tagliafuoco; quelli che si trovavano sul palcoscenico l'hanno assaUta a calci e pugni. Il cav. Erba ha telefonato in Questura chiedendo l'intervento degli agenti che sono arrivati con elmetto, manganello e tascapane pieno di bombe lacrimogene. Il loro ingresso è stato accolto da fischi ed urla. Gli animi si sono riscaldati, si è temuto il peggio, poi gli agenti sono usciti e poco dopo anche gli ultimi spettatori e gli attori se ne sono andati. Lo « scandalo » dell'Alfieri è stato oggetto ieri di lunghe discussioni. Allo spettacolo era presente il' sostituto procuratore dott. Marzachi, che non ha ravvisato nella rappresentazione gli estremi per il reato di spettacolo osceno. Di conseguenza non sono emersi motivi validi per ordinarne la sospensione. Il magistrato, comunque, non avrebbe potuto in nessun caso ordinare il sequestro dell'opera; perché in uno spettacolo del genere non esiste copione: ogni volta si recita « a soggetto », quello che è incriminabile oggi, potrebbe non essere più ripetuto domani. Poiché la magistratura esercita un'azione repressiva, sarebbe mancato l'elemento base su cui applica re tale funzione. Soltanto se nel corso dello spettacolo dell'altra sera fossero stati commessi dei reati specifici (spettacolo osceno, turpiloquio), il magistrato avrebbe potuto ordinare la sospensione della recita, denunciando gli attori. Anche la polizia, esaminando il rapporto del funzionario di servizio in sala dott. Bellofiore, non ha ritenuto di dover prendere provvedimenti. Lo spettacolo dunque poteva essere replicato ieri sera nello stesso locale. Il cav. Erba, però, ha preferito te ner chiusi i battenti, comu nicando che « per gravi danni subiti, il teatro non era più agibile». Francesco Foni ari Un momento di «Paradise now» all'Alfieri: gli attori si sono spogliati, stanno girando fra il pubblico (f. Moisio)
Persone citate: Bellofiore, Giuseppe Erba, Living, Marzachi, Moisio
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