L'Italia "si assicura,, con 12 anni di ritardo di Arturo Barone

L'Italia "si assicura,, con 12 anni di ritardo I nostri soldi L'Italia "si assicura,, con 12 anni di ritardo Se il diavolo non ci metterà la coda, questa dovrebbe essere la volta buona per l'assicurazione obbligatoria dei veicoli a motore. Già approvato dalla Camera, il provvedimento potrebbe essere approvato in via definitiva dal Senato entro l'anno. Bisognerà attendere poi ancora qualche mese per avere il regolamento di esecuzione; insomma, tutto fa ritenere che la nuova legge possa entrare in vigore il primo gennaio 1971. Sia pure con enorme ritardo, l'Italia adeguerà così la propria legislazione alla Convenzione di Strasburgo del 1959, che impegnava gli Stati aderenti alla sollecita introduzione dell'obbligo dell'assicurazione della responsabilità civile per i danni arrecati a terzi con l'uso di un qualsiasi veicolo a motore. Dato lo sviluppo assunto nei paesi industriali dalla motorizzazione privata, un simile obbligo rispondeva ad un'esigenza sociale largamente avvertita, quella di garantire alle vittime della circolazione automobilistica — di anno in anno più numerose — un adeguato risarcimento. La «provvisionale» L'Italia, come paese eminentemente turistico, avrebbe dovuto essere ancor più sensibile a tale esigenza in considerazione dell'intenso movimento di stranieri nei mesi estivi. Purtroppo, a forza di rinvii, ci siamo lasciati precedere da tutti i paesi europei sulla strada dell'assicurazione obbligatoria; solo il Portogallo non ha ancora provveduto a fornire questa garanzia né ai propri cittadini né agli ospiti stranieri. Il ritardo è tuttavia servito a preparare una legge che tiene conto, vantaggiosamente, delle esperienze altrui. Ad esempio, non sembra avere precedenti nella legislazione di altri Stati l'istituto della «provvisionale»: si tratta di una somma - che il giudice i ha facoltà di attribuire alla parte danneggiata quale anticipo sulla liquidazione definitiva. Le compagnie assicuratrici hanno obiettato che l'innovazione potrebbe comportare per esse un maggiore costo, tutte le volte che le ragioni del danneggiato non risultassero alla fine accolte in modo conforme alle prime valutazioni. E' infatti difficile, per non dire impossibile, riavere le somme anticipate a titolo di provvisionale. Molto dipenderà dalla cautela, più o meno grande, con cui i magistrati si avvarranno della innovazione; questa, ad ogni modo, viene incontro ad un'altra esigenza, quella di garantire alle famiglie delle vittime un principio di risarcimento senza dovere — per estremo bisogno — accontentarsi di una liquidazione non di rado irrisoria. L'introduzione della provvisionale potrà favorire la più sollecita definizione di molte controversie, che oggi si trascinano artificiosamente per anni ed anni. Un certo onere per le compagnie comporterà anche il « Fondo di garanzia per le vittime della strada»: servirà'a risarcire i danneggiati da parte di guidatori non identificati (i cosiddetti « pirati della strada ») o non assicurati, oppure assicurati presso compagnie che non siano in grado di far fronte ai loro impegni. La norma avrà effetto retroattivo, così da consentire di pagare i debiti della Società Mediterranea, clamorosamente fallita parecchi anni or sono. Tale dissesto fu dovuto all'applicazione di tariffe .troppo basse, non sufficienti a coprire i rischi tecnici di una corretta gestione. D'ora in poi, inconvenienti del genere non dovrebbero più verificarsi: le tariffe saranno sottoposte a controllo pubblico da parte dell'Ispettorato per le assicurazioni, che si varrà a tale scopo dei calcoli eseguiti da un ente statale come l'Ina (Istituto nazionale per le Assicurazioni). Tariffe ridotte? L'assicurazione obbligatoria farà aumentare sensibilmente gli introiti delle compagnie: dei circa 12 milioni di veicoli tenuti ad assicurarsi in base alla nuova legge, forse un terzo non è attualmente coperto da polizza di responsabilità civile. Si trovano in questa situazione tutti gli autoveicoli di Stato, la stragrande maggioranza dei natanti sino a 25 tonnellate con motori di oltre tre cavalli, almeno il 20 per cento delle automobili (nel Sud solo un terzo delle vetture è assicurato contro il 90 per cento del Nord), il 75-80 per cento dei motocicli di cilindrata superiore ai 50 cmc. Per i ciclomotori, l'obbligo dell'assicurazione diverrebbe operante automaticamente il giorno che venisse imposto l'obbligo della targa. L'aumento dei premi incassati permetterà di ridurre le tariffe? Non è certo, ma senz'altro è auspicabile, ove si consideri che per gli automobilisti non ancora assicurati del Sud, con il nuovo obbligo, il costo d'esercizio della vettura registrerà un balzo all'insù. Molto dipenderà dall'andamento generale dei prezzi e da quello particolare dei costi dei nuovi istituti (provvisionale, fondo di garanzia, ecc.) per i quali mancano serie statistiche orientative. L'elemento decisivo sarà tuttavia l'andamento dei sinistri; è sperabile che il 1969 sia migliore del 1968 e paragonabile al 1967. Per conto nostro, la politica di personalizzazione delle tariffe (che concede un «bonus», cioè uno sconto, ai guidatori che non danno luogo a denunzie ed applica un « malus », cioè un sovrapprezzo, per chi provoca incidenti superiori alla media) è la strada da battere, nell'interesse sia delle compagnie sia degli assicurati. E' una formula che serve, fra l'altro, a scoraggiare la mania — tanto diffusa fra gli automobilisti alla prima macchina — di avere sempre la vettura lucida e senza la minima ammaccatura, come se fosse uscita in quel momento dalla fabbrica. Quanto costa alle imprese assicuratrici questa mania «vetrinistica»? Arturo Barone

Luoghi citati: Italia, Portogallo, Strasburgo