In una lite uccise il figlio che picchiava la madre: assolto di Franco Marchiaro

In una lite uccise il figlio che picchiava la madre: assolto La sentenza della Corte d'Assise di Pavia In una lite uccise il figlio che picchiava la madre: assolto E' una guardia notturna di Mortara - I giudici hanno riconosciuto che agì per legittima difesa - La vittima tentò di strappare la rivoltella al padre: nella colluttazione partirono alcuni colpi mortali (Dal nòstro inviato speciale) Pavia, 20 ottobre. Francesco Rolandi, il metronotte di Mortara che nell'aprile scorso, per difendere la moglie, affrontò il figlio Sandr0j di 4X anni( uc. cidendolo, è stato assoito dalla Corte d'Assise di Pavia con formula ampia per avere agito in stato di legittima difesa. L'uomo, che ha 63 anni, poco dopo le 14, ha lasciato le carceri pavesi dopo sei mesi di detenzione preventiva. Era imputato di omicidio volontario aggravato, ma lo stesso P. M., professor Rovani, nella sua requisitoria, ha' sostenuto la tesi della legittima difesa. La sera del 9 aprile scorso, Francesco Rolandi tornando a casa verso mezzanotte trovò la moglie Giuseppina Bruno di 63 anni in lacrime sul pianerottolo dell'appartamento: il figlio dopo averla percossa l'aveva cacciata di ca- sa. L'uomo entrò in casa assieme alla moglie e subito il giovane prese nuovamente a colpire la madre, poi sì scagliò sul padre cercando dì strappargli la rivoltella dalla fondina. Nella lotta partirono alcuni colpi e Sandro cadde ucciso. Interrogato stamane dal presidente, dott. Ruffa, Francesco Rolandi ha rievocato il calvario suo e della moglie. « Sandro — ha detto l'imputato — era un giovane a modo, ma al termine della guerra, tornato dal servizio militare, prese a bere smodatamente. Divenne un altro, un demonio: voleva picchiare, scappar di casa... ». Presidente — Che cosa avete fatto per lui? Imputato — Abbiamo cercato di farlo curare, l'abbiamo trattato bene, ma inutilmente e per più di vent'anni per mia moglie ed aneli e per me sono state botte continue. Ci siamo più volte rivolti ai carabinieri, l'abbiamo fatto ricoverare, sempre peggio. Presidente — Che cosa è accaduto la sera del 3 aprile? Imputato — Tornato a casa verso le 23,30 trovai mia moglie in lacrime davanti all'uscio di casa. L'accompagnai dentro: Sandro era seduto al tavolo con davanti una bottiglia di vino. Si scagliò subito contro la madre gettandola fuori casa come un sacco. Poi colpì anche me cercando di prendermi la rivoltella dalla fondina. Cominciammo a lottare. Stava per sopraffarmi allora urlai a mia moglie di fuggire. Presidente — Poi che cos'è accaduto? Imputato — Era riuscito a mettere la mano sull'impugnatura della rivoltella. Cercavo di strappargliela, poi partì un colpo e altri ancora, al sesto Sandro crollò a terra morto. Presidente — I fatti si soIno svolti proprio così? Imputato — Sì, è la verità: non volevo ucciderlo, ma solo impedirgli di prendere la rivoltella. Il racconto venne confermato dalla moglie dell'imputato, Giuseppina Bruno: «Sandro era un povero ragazzo, gli volevamo bene, ma quando beveva voleva ucciderci e ci picchiava, tanto che dovevo rifugiarmi in casa dei vicini ». Presidente — E la sera del 9 aprile? Bruno — Mio marito cercò di difendermi, Sandro l'aggredì, tentò di prendere la rivoltella. Francesco mi urlò allora di fuggire, ubbidii, ma sentii alcuni colpi, corsi indietro e vidi Sandro aggrappato a mio marito, poi un altro colpo ancora e il ragazzo cadde a terra. Sono seguite le testimonianze dei vicini di casa e di alcuni sottufficiali dei carabinieri: tutti hanno descritto Sandro come un violento, un manesco. Il p.m-, prof. Maiani, nella sua rettuisitorw, ha concluso che Fìu.ncesco Rolandi ha sparai 3 contro il figlio per difendersi e ha chiesto l'assoluzione. La tesi della legittima difesa è stata ribadita dal difensore, avv. Dino Cristiani. Il presidente ha quindi rivolto la consueta, domanda all'imputato: «Avete altro da aggiungere? ». Imputato — Gli volevo bene, l'ho visto morire e non 10 rivedrò più; non volevo ucciderlo —. Scoppia in lacrime e dal fondo dell'aula fanno eco i singhiozzi di Giuseppina Bruno. La Corte si è ritirata quindi in camera di consiglio ed è uscita con la sentenza dopo mezz'ora. Alla parola « assolto » Francesco Rolandi ha chinato il capo e ha detto: « Tanto Sandro non c'è più ». Franco Marchiaro Pavia. L'imputato Francesco Rolandi e la moglie Giuseppina Bruno ieri in aula

Luoghi citati: Mortara, Pavia