La chirurgia che restituisce vita e fiducia agli ustionati di Gabriella Poli

La chirurgia che restituisce vita e fiducia agli ustionati Al Simposio, intervista con il prof. Sanvenero La chirurgia che restituisce vita e fiducia agli ustionati Visita al Centro del prof. Teìch-AIasia: miracoli dell'autoinnesto, pezzi di pelle grandi come carte da gioco La minestra bolle e trabocca. Incuriosito il bimbo allunga le mani al fornello. Un urlo, la tragedia. Che ne sarà dì lui, negli anni, con questo viso, questa testa deforme, questo braccìno che cresce male? Una scarica elettrica, fiamme che divorano; l'ambulanza porta al pronto soccorso un uomo ancor giovane e sfigurato. Che ne sarà di questo operaio, quando uscirà dal limbo dell'ospedale? Come potranno guardarlo, senza brividi, la moglie, i figli, i compagni di lavoro? Dice il prof. SanveneroRosselli: « Salvare un ustionato non vuol dire soltanto strapparlo alla morte, ma ridargli la fiducia, metterlo in grado di vivere con gli altri e tra gli altri senza che le conseguenze visibili dell'uragano che lo ha travolto destino orrore ». Siamo al Centro traumatologico dell'Inali, bloccato da uno sciopero. Ma il Centro grandi ustionati, diretto dal prof. Teich-Alasia funziona regolarmente. E' uno dei più moderni d'Europa per attrezzature e indirizzi di trattamento. Qualche piano sotto, nella sala dei congressi, specialisti di tutta Europa espongono al Simposio internazionale i risultati della loro lot- ta con la morte per ustione e le più aggiornate tecniche riparatrici. Domandiamo al prof. Sanvenero, direttore della Clinica di plastica ricostruttiva dell'Università dì Milano: su quali basi si fondano oggi le speranze per gli ustionati gravi? « Sull'esistenza di Centri come questo di Torino: trattamento aperto in ambiente sterile, per evitare le infezioni che sono, con lo choc, i rischi più gravi; terapia generale e specifica per sostituire le perdite di sostanza; preparazione delle superfici lese a ricevere gli innesti di pelle ». — Di pelle altrui o dell'infortunato? Omoinnesto o autoinnesto? — E' stato detto: « Nessuno va a spasso vestito con la pelle di un altro ». E' vero. L'omoinnesto è sempre un rimedio transeunte; per ottenere buoni risultati occorre che il materiale di restauro sia fornito dallo stesso ammalato ». Le devastazioni operate dalla guerra sul corpo di, tanti giovani: questa la dolorosa scuola del maestro italiano della chirurgia plastica. Ricorda con emozione esperienze e successi: « Quattro anni e 30 operazioni per restituire sembianze umane a un aviatore ». Ma c'è riuscito. Ha decine di migliaia d'interventi al suo attivo; parecchi erano casi al limite dell'impossibile: « Sentire il malato e la sua disperazione nelle nostre mani. Una resa completa, una fiducia immensa. Ecco, questo è essere medico: rispondere a questa fiducia con lealtà, senza promettere miracoli ». Fino a pochi anni fa l'ustionato al 50 per cento era un morente. Sarebbe morto anche questo giovane, che guardiamo attraverso i vetri nella camera sterile: sul viso, sulle braccia, sulle gambe la cute nuova è segnata da un reticolato rosso. Dice il prof. Teich-Alasia: « C'erano poche speranze, quand'è arrivato. Ma vivrà, e sarà come gli altri ». Spiega: « Abbiamo lasciato le ustioni esposte all'aria, finché in 48 ore si sono asciugate; abbiamo provveduto alla rapida sostituzione dei liquidi perduti, a prevenire lo cftoc, a difendere il malato da ogni tipo di contaminazione ». Allo scopo ha contribuito il tessuto necrotico che si è andato formando sulle ustioni. Dopo 15 giorni la crosta si è staccata e sono cominciati gli autoinnesti: « Un piccolo pezzo di cute, non più grande di una carta da gioco, tagliuzzato con una speciale tecnica, tirato poi fino a ottenerne una specie d' rete sottile è stato posato sulla superficie lesa; tra le maglie ha avuto inizio la proliferazione epiteliale ». Il prof. Sanvenero concorda, con entusiasmo: « Dobbiamo imparare sempre meglio l'utilizzo della pelle dell'ustionato. E questa è la tecnica migliore ». Ricostruzione, riparazione. L'importanza sociale e umana della chirurgia plastica è immensa in un tempo insidiato da molti pericoli e anche dai crudeli errori della natura. Afferma Sanvenero: « I malformati rappresentano l'aspetto più toccante della realtà d'oggi. E' una gioia immensa garantire a un bimbo che la sorte ha "marcato", la possibilità di vivere meglio ». Qual è la sua più recente operazione di chirurgia estetica? — La riparazione del grosso, informe naso di una suora, un'insegnante. Per ridarle sicurezza e prestigio tra la scolaresca non c'era altra via che il bisturi. Gabriella Poli

Persone citate: Sanvenero

Luoghi citati: Europa, Milano, Torino