Indebolita da cure dimagranti una giovane tenta di uccidersi

Indebolita da cure dimagranti una giovane tenta di uccidersi Sola in casa si taglia le vene poi si avvelena con il gas Indebolita da cure dimagranti una giovane tenta di uccidersi E' uscita dal lavoro accusando un forte mal di testa, poi è andata a salutare il bambino affidato ad una vicina - Una lettera per il marito - E' ricoverata al Centro di rianimazione del Maria Vittoria - Altri due drammi: il marito ritarda e la moglie si avvelena; una bimba salva la famiglia Indebolita da una cura dimagrante, una giovane sposa ha tentato il suicidio. E' Maria Mltton, 22 anni, operaia In uno stabilimento tessile, abita a Druent con il marito Giovanni Cacciapaglia di 33 anni, operaio alla Fiat Velivoli; hanno un bambino di due anni, Filippo. Racconta il marito: « Per non aumentare di peso, Marta saltava il pasto dt mezzogiorno, la sera mangiava pochissimo. Così ha cominciato a soffrire di mali di testa e di depressioni ». Ieri mattina si sono alzati, come al solito alle 5; alle 5,50, sono usciti per andare a lavorare. Più tardi una vicina, Angela Cuslmana, sarebbe andata a prendere 11 bambino per custodirlo durante la giornata. Alle 8 la Mltton ha chiesto al caporeparto il permesso di tornare a casa, lamentando male di testa. Una collega l'ha vista uscire piangendo. Poco più tardi la giovane ha suonato il campanello di una vicina, Grazia Pasqua, di 31 anni, e le ha detto, attraverso il citofono: « Sono tornata perché sto poco bene. Grazie di tutto ». Poi è andata dalla Cusimano, si è chinata sul proprio bambino che dormiva e lo ha baciato. « Io non sto bene — le ha detto — non mi disturbi. A mezzogiorno telefoni per favore a questo numero ». Alle 8,40 la Pasqua ha mandato il proprio ragazzo, Matteo di 11 anni, a casa della Mitton per portarle il caffè, ma nessuno ha risposto. La donna è allora entrata nell'alloggio e ha trovato la giovane in cucina, svenuta: il rubinetto della bombola era aperto ed il gas defluiva liberamente. Sul polsi della vittima c'erano alcuni graffi come se avesse tentato di tagliarsi le vene. E' stata portata al Maria Vittoria guarirà in 7 giorni. Il marito, subito avvertito, è accorso al suo capezzale. Quando è rincasato ha trovato una lettera della moglie: « Giovanni, non ci sono perché, ormai tu eri preparato. Ti prego di dare il bambino a Rosita, lascia che la chiami mamma » (Rosita è una parente). Un altro biglietto era indirizzato al bambino: « Ti amo, Filippo. Perdonami, sono una sventurata ». — Nel rincasare dal lavoro, ieri verso le 17,30, l'operalo Vincenzo De Blasi ha trovato la moglie Anna, 24 anni, avvelenata e la figlia di 3 anni che piangeva accanto a lei. II dramma è avvenuto in via Lesso lo 34. Senza perdere un attimo, il De Blasi ha caricato la moglie sull'auto e l'ha t t'aspc. at a al San Giovanni. SI è infilato in tasca il tubetto di sonnifero, trovato vicino alla donna, nella speranza che fosse di aiuto al medici. Le condizioni della De Blasi non erano per fortuna gravi: anche perché aveva ingerito le compresse poco prima. I medici l'hanno giudicata guaribile in io giorni e l'hanno trasferita al Centro di rianimazione delle Molinette. Quando si è ripresa e le.hanno chiesto il motivo del suo gesto la donna ha dato risposte vaghe. « Non è al suo primo tentativo di suicidio — ha detto il marito, e il motivo, del tutto infondato, è sempre lo stesso: qualche volta rincaso tardi e lei, che è gelosissima, è persuasa che io la tradisca ». — Una famiglia ha rischiato di essere distrutta per avvelenamento da gas. I coniugi Annunziata Spezzacatene, di 35 anni, e Giovanni Linzalata, di 39, entrambi operai, abitano in un alloggetto delle case popolari di via Pergolesi 105 con i figli Antonietta, di 12 anni, e Vincenzo, di 9. Marito e moglie dormono nella camera da letto, i due bambini nel tinello al quale è collegato il cucinino. L'altra sera, prima di cena, la donna ha acceso lo scaldabagno a gas per lavarsi. Probabilmente è. stato questo apparecchio che, dopo l'uso, ha lasciato uscire del gas incombusto. Verso l'una e trenta la bambina si è alzata ed è entrata nella camera del genitori per dire che si sentiva male. La madre, le ha dato da bere poi si è sdraiata con lei nel tinello per farle compagnia. Un'ora dopo il marito si è alzato per vedere come stava la bambina. Entrando in tinello ha sentito odore di gas e ha constatato che anche la moglie stava poco bene. Allora ha aperto la finestra e ha fatto andare tutti nella camera da letto. Ma ormai il malessere stava aumentando, sia per la donna sia per i due figli. Giovanni Llnzalata ha caricato i congiunti sulla propria auto e li ha portati al Centro di rianimazione delle Molinette dove sono stati sottoposti alle cure del caso e giudicati guaribili in quattro giorni. — Vinta dallo sconforto per la solitudine, una vedova si è uccisa con 11 gas: è Maddalena Musso, ved. Desanl, 69 anni; abitava in via Donizettt 2. Il marito morì nel giugno del '64 e da allora lei aveva sempre sofferto di esaurimento. Nel luglio di quest'anno era stata costretta a farsi ricoverare^ to. una casa di cura per malat-Hè nervose. Sua sorella, Edvige Musso, due giorni fa le ha telefonato per salutarla, ma non ha avuto risposta. Ha riprovato più volte nella stessa giornata e ieri, inutilmente. Alle 17 si è recata nella casa e ha chiesto alla portinaia, Giuseppina Garrone, di accompagnarla e di aprire la porta con la chiave in suo possesso. Maddalena Musso era stesa su tre sedie, In cucina; il gas era aperto e sul tavolo c'erano cinque tubetti di barbiturici, di cui due vuoti. Su un biglietto la suicida aveva vergato poche parole: «Perdonatemi, ero troppo stanca e sola ». — Caduta dalla bicicletta a Giaveno, dove abita in via delle Alpi 3, l'operaia Irene Rosso, '21 anni, ha riportato la frattura della base cranica. E' ricoverata con riserva di prognosi alla clinica neurochlrurglca delle Molinette. * Maria Cacciapaglia con il marito e il figlio nella foto per il compleanno del bimbo

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