Il Presidente dei generali di Sandro Viola

Il Presidente dei generali ANALISI Il Presidente dei generali (In Brasile l'unico partito politico è l'esercito) Dopo un mese di crjpsultazioni tra i comandanti delle maggiori unità dell'esercito e i tre ministri militari che assicuravano la « reggenza » da quando il presidente Costa e Silva era stato colto da emorragia cerebrale, il Brasile ha un nuovo capo dello Stato. Si tratta del generale Garrastazu Medici, 63 anni, che già da tempo era considerato (insieme col ministro dell'Esercito Lira Tavares e col generale Sizeno Sarmento) uno dei candidati favoriti alla successione di Costa e Silva nelle elezioni presidenziali del '70. Quale lustro di carriera, quali meriti straordinari facevano apparire Garrastazu Medici come il probabile prossimo presidente del Brasile? Gli osservatori militari a Rio de Janeiro, quest'estate, erano concordi: il principale atout del generale (uomo di poche parole, cauto, in un Paese di gente faconda e impulsiva) consisteva nell'essere stato per due anni a capo dello Sni, il mastodontico e costosissimo servizio d'informazioni militari, ima specie di superpolizia che molti descrivono come il maggiore centro di potere del Brasile dei generali. Sotto questo aspetto Garrastazu Medici continua quella tradizione, fresca ma già salda, che indica il controspionaggio come una scorciatoia per il potere, e che ha nel colonnello Papadopulos il suo rappresentante più noto. Dire che Garrastazu Medici sia stato « eletto » alla suprema magistratura del suo Paese, come si legge nel comunicato ufficiale, è in realtà un nonsenso. Il Parlamento, cui per la nuova costituzione (la costituzione « rivoluzionaria » voluta dai militari) è delegata l'elezione del presidente, è chiuso da dieci mesi. Il vice-presidente Pedro Alexeio, un civile, cui sarebbe toccata per legge la successione, non è stato neppure consultato. A voler *fare i conti, insomma, solo 107 elettori, su 90 milioni di brasiliani, sono stati chiamati a dare un parere su chi deve guidare la vita del Paese nei prossimi cinque anni. Centosette, vale a dire i generali dell'eser* cito: gli ammiragli e i generali dell'aviazione hanno infatti avuto pochissima voce in capitolo. Il discorso con cui il nuovo presidente si è presentato alla televisione è stato giudicato, nel complesso, positivamente. Ha colpito la franchezza con cui Garrastazu Medici ha detto che «il regime brasiliano non può essere considerato veramente democratico», e il suo impegno a « ristabilire una completa democrazia » prima della fine del suo mandato. Ma che valore può essere attribuito a queste dichiarazioni? I militari brasiliani appaiono oggi, specie da quando i guerriglieri deil'Àln (« Alleanza di liberazione nazionale ») rapirono l'ambasciatore americano Charles B. Elbrick, divisi e irrequieti. Le consultazioni che hanno portato all'investitura di Garrastazu Medici sono servite da pretesto alla creazione ormai scoperta di vere e proprie « correnti » nelle forze armate, che Antonio Callado, uno dei più intelligenti giornalisti brasiliani, considera come \'« unico, grande partito polìtico che esista nel Paese ». La corrente più minacciosa è senza dubbio quella dei « puri e duri », la famosa linha dura che fa capo al generale Albuquerque Lima. I «puri e duri» sono quelli che si opponevano alla consegna dei quindici prigionieri politici richiesti dall'Afra in cambio della vita dell'ambasciatore americano. Fu un loro gruppo che occupò una stazione radio da dove diffuse un manifesto contro la « capitolazione » del governo, furono loro a esigere che venisse rimessa in vigore, come poi è stato fatto, la pena di morte. Sandro Viola

Persone citate: Albuquerque, Antonio Callado, Garrastazu Medici, Papadopulos, Pedro Alexeio, Silva, Sizeno Sarmento, Tavares

Luoghi citati: Brasile, Rio De Janeiro