Moro a colloquio con Nixon di Mario Ciriello

Moro a colloquio con Nixon Il ministro degli Esteri ospite del Presidente Moro a colloquio con Nixon Una conversazione di 45 minuti sui grandi temi internazionali - Il ministro visita la Comunità italiana di Detroit; oggi è ad Ottawa (Dal nostro inviato speciale) New York, 9 ottobre. Per 45 minuti, nell'ufficio presidenziale della Casa Bianca a Washington, Richard Nixon e il nostro ministro degli Esteri Aldo Moro hanno esaminato oggi i « grandi temi» della politica internazionale: distensione est-ovest, collaborazione atlantica, situazione in Europa, crisi nel Medio Oriente. Non sì è parlato invece della Cina e il problema del Vietnam è stato soltanto « sfiorato ». « Utile e gradevole », così Moro ha definito poi l'incontro. E tutti ì portavoce — italiani e americani — insistono sul/'«atmosfera di grande cordialità ». Al colloquio — cominciato alle 11,30 locali, le 16,30 italiane — erano presenti pure il nostro ambasciatore a Washington Egidio Ortona, il direttore generale degli Affari politici al Ministero degli Esteri Roberto Gaia e, da parte americana, il sottosegretario di Stato per gli Affari europei Martin Hillebrand e l'ambasciatore — designato — a Roma Graham Martin. Lasciata la Casa Biaru ca. Moro è stato ospite ad una colazione nella nostra ambasciata, dove ha trovato, altre a Hillebrand e Martin, Henry Kissinger, consigliere speciale di Nixon. Tornato a New York, il nostro ministro degli Esteri ha visto nel tardo pomeriggio il collega americano William Rogers, poi è partito per Detroit. Dopo un incontro con la comunità italiana, proseguirà domani per Ottawa, la capitale canadese. Dal convegno alla Casa Bianca non ci si attendevano decisioni, ma solo reciproci chiarimenti e conferme. Ed è quanto è avvenuto. « Il Presidente — ha riferito Moro — mi ha offerto l'Occasione di esporgli le linee fondamentali della nostra politica». Il ministro ha ricordato — sottolineandolo con particolare vigore — il sempre vivo interesse italiano verso l'Alleanza atlantica: ma è tornato pure sul tema d'una conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Nixon, dal canto suo, ha cercato di allontanare l'impressione d'un crescente isolazionismo statunitense e ha parlato con lo stesso linguaggio che usò durante il viaggio in Europa. Ecco i punti principali toccati nella conversazione: 1) Comunità atlantica. Abbiamo detto dell'» interesse » italiano: non minore è quello di Washington che considera tuttora l'alleanza « strumento fondamentale di sicurezza e di pace ». Nixon ha insistito sulla « necessità di continue consultazioni ». Per usare le parole di Moro, « negli Stati Uniti non vi sono tendenze isolazionistiche, bensì una tendenza che conferma l'interesse americano per le cose europee e per una stretta intesa tra tutti i Paesi dell'Alleanza, quindi anche fra Stati Uniti e Italia. L'Italia non può riservare sorprese per quanto riguarda la sua lealtà e la sua solidarietà, e tale atteggiamento ha il suo perno fondamentale nella nostra amicizia con gli Stati Uniti ». 2) Distensione internazionale. « Questa sicurezza, questa solidarietà —citiamo sempre Moro — sono la base di quella politica di pace, già preannunciata dal Presidente quando parlò di passaggio dall'era del confronto all'era del negoziato ». E' comune pertanto il desiderio di un sollecito inizio dei negoziati russo-americani per una limitazione degli armamenti strategici. 3) Europa. Conferenza per la sicurezza e la cooperazione. Il nostro ministro degli Esteri ha parlato a Nixon in questi termini: « Dovrebbe essere un grande, sereno e serio discorso che si farebbe sulla base di un equilibrio politico e militare. Esso include quindi gli Stati Uniti come interlocutori nel dialogo paneuropeo, il quale, per essere realistico, deve partire dai temi più facili fino a giungere ai vasti assetti internazionali ». Alla conferenza — com'è noto — dovrebbero partecipare le Nazioni della Nato, quelle del Patto di Varsavia ed i neutrali europei. La prima reazione all'idea, nei mesi passati, fu alquanto fredda. 4) Medio Oriente. Sia Nixon che Moro hanno espresso i loro timori e hanno esaminato i modesti progressi compiuti nella ricerca di una intesa. Hanno entrambi auspicato una « soluzione Onu ». 5) Mediterraneo. Le tensioni nel Levante, l'afflusso di navi sovietiche e la chiusura del Canale di Suez « hanno reso assai complessa e intricata la situazione » in questo mare. Purtroppo, è una situazione che sembra destinata a prolungarsi. Mario Ciriello *