Il giudice ordina I'arresto della donna implicata a Viareggio nel caso Lavorini

Il giudice ordina I'arresto della donna implicata a Viareggio nel caso Lavorini Un altro colpo di scena nella vicenda del dodicenne ucciso Il giudice ordina I'arresto della donna implicata a Viareggio nel caso Lavorini Per falsa testimonianza o reticenza - Dalla sua pensione sarebbe partita la telefonata diretta al padre di Ermanno: « Qui ci sono tre uomini e un ragazzo: venga subito a prenderlo » - L'affittacamere ha sempre negato di aver fatto quella comunicazione - Gli inquirenti ritengono che nasconda la verità (Dal nostro corrispondente) Viareggio, 9 ottobre. Il giudice istruttore del Tribunale di Pisa dott. Pierluigi Mazzocchi, che si occupa del k caso Lavorini », ha ordinato l'arresto della settantaduenne Carmen Milani, che era stata fermata ieri mattina in base all'articolo 359 del Codice di procedura venale, quale testimone falsa o reticente. La notizia del provvedimento adottato dal magistrato ha destato scalpore a Viareggio. Un fatto nuovo, inatteso, si è inserito nella lunga inchiesta sull'angosciosa vicenda di Ermanno Lavorini, il ragazzo di dodici anni misteriosamente scomparso il 31 gennaio scorso e trovato cadavere il 9 marzo, sepolto nella sabbia a Marina di Vecchiano. Il colpo di scena nelle indagini si aggiunge agli arresti dei giovani Marco Baldisseri e Rodolfo Della Latta, avvenuti parecchio tempo fa, ed al suicidio in carcere di Adolfo Meciani. Quali sono i motivi che hanno indotto il dott. Mazzocchi a far rinchiudere la donna nella prigione Don Bosco di Pisa? Sembra ormai accertato che la telefonata della notte fra il 2 ed il 3 febbraio scorso sia partita dall'apparecchio della pensione « San Marco » di via Flavio Gioia 25, che la Milani ge- slisce a Viareggio dal 1956, da quando cioè sì trasferì dal Veneto in Versilia. Carmen Milani, originaria di Padova, è vedova e senza figli, vive sola. La pensione apre i battenti soltanto nei mesi estivi. La sera della telefonata ad Armando Lavorini, padre del dodicenne, fu detto: « Venga in via Flavio Gioia, ci sono tre uomini ed un ragazzo: venga subito a prenderlo». Il telefono dei Lavorini era sotto controllo ed un sottufficiale di polizia registrò la conversazione. Alla centrale si potè risalire al numero dell'apparecchio dal quale era partita la comunicazione. Con il padre di Ermanno, carabinieri e agenti accorsero in via Flavio Gioia, alla pensione « San Marco ». La Milani era a letto. Disse di non saperne niente, di non avere clienti, di essere sola in casa e che all'ora della telefonata stava dormendo. Venne accompagnata al commissariato e interrogata, ma senza risultato. La donna insistette nel negare di essere stata lei a parlare al telefono quella notte, nonostante gli agenti avessero rilevato nella voce registrata delle inflessioni dialettali venete. Chiamata di nuovo dagli inquirenti e sottoposta ad altri interrogatori, Carmen Milani rimase tenacemente sulla sua posizióne. Di lei, quindi, non si parlò più per mesi. D'improvviso, la notizia del suo « fermo », tramutato oggi in arresto. Fin dal primo momento gli investigatori si erano posti alcuni interrogativi: la donna sarebbe stata coricata al primo piano, mentre il telefono della pensione si trova al piano terreno; se non aveva telefonato lei, chi era entrato nell'alloggio per fa/e la comunicazione e poi allontanarsi rapidamente prima che giungessero agenti e carabinieri? Possibile che qualcuno'fosse entrato senza che^a^Milani se^ne accorgesse? ' Evidèntemente, il magistrato ritiene che la donna voglia nascondere qualcosa o qualcuno: i rapitori o persone che cercavano di estorcere denaro ai genitori del povero ragazzo? E' questo un altro dei misteri che il « caso Lavorini » si è trascinato da quel 31 gennaio in cui Ermanno scomparve. Stamane alle 10,30 il dott. Mazzocchi s'è recato nella cella del carcere dove si trova Carmen Milani. Con lui era un cancelliere. La donna deve aver continuato a dichiararsi completamente estranea alla telefonata. Poco dopo, il magistrato ha stilato e firmato gli atti, trasmessi poi al sostituto procuratore della Repubblica dott. Sellai-oli, con i quali si è proceduto all'arresto formale della Milani. Nell'anticamera del giudice istruttore, già dal primo mattino erano il colonnello dei carabinieri Caroppo ed il capitano Serrano, che da alcuni mesi stanno collaborando con il magistrato per chiarire gli aspetti più oscuri del « caso Lavorini ». Dopo un certo periodo di silenzio, che comunque è servito agli inquirenti per fare il punto sulla situazione e riesaminare tutti gli incartamenti riguardanti la tragica vicenda, è venuto ora alla ribalta questo fatto nuovo. Non si esclude che il caso di Carmen Milani possa avere altri clamorosi sviluppi, attraverso i quali le indagini possano indirizzarsi verso la completa soluzione del « giallo ». a. v. Pisa. Il giudice Mazzocchi esce dal carcere Don Bosco dopo aver interrogato Carmen Milani (Telefoto A. P.)

Luoghi citati: Padova, Vecchiano, Veneto, Viareggio