Si incatenano fra la folla a Mosca: "Liberate Gregorenko,,
Si incatenano fra la folla a Mosca: "Liberate Gregorenko,, Clamorosa protesta di due scandinavi Si incatenano fra la folla a Mosca: "Liberate Gregorenko,, Arrestati un ragazzo e una ragazza: si erano legati a una colonna dei grandi magazzini «Gum» distribuendo volantini di protesta (Dal nostro corrispondente) Mosca, 6 ottobre. Due giovani scandinavi sono stati arrestati oggi nel popolare grande magazzino « Gum », che domina la Piazza Rossa, affollatissimo come sempre: essi reclamavano, distribuendo volantini, la liberazione: del dissidente Piotr Grègorenko, in stato d'arresto da cinque mesi per aver accusato gli attuali leaders di « neo stalinismo » e di misure repressive disapprovate 'da Lenin. I due giovani, un ragazzo e una ragazza, Harald Bristol di Oslo (Norvegia) e Elisabeth Lee di Upsala (Svezia) hanno compiuto forse la dimostrazione più spettacolare di questi ultimi anni nell'Unione Sovietica: si son legati ad una colonna con una catena per rendere più laboriosa l'Operazione d'arresto e attrarre più a lungo la folla, fra le migliaia di persone, molti kolkosiani in visita a Mosca, che si accalcavano nelle gallerie del « Gum ». I due, appartenenti all'organizzazione giovanile Smog (contraria a ingiustizie e sopraffazioni quale che sia il governo che le commette), sono arrivati nel centro dei « Gum », enorme edificio che fronteggia la Piazza Rossa ed è sicuramente ii luogo più affollato di Mosca. Con una catena fissata alle rispettive braccia sinistre si sono assicurati ad un pilastro. Con le mani libere hanno cominciato a distribuire i volantini, scritti in russo, recanti foto di Kossighin e del generale Grègorenko, in uniforme e col petto ornato dalle medaglie (fra cui l'Ordine di' Lenin). Dopo tre minuti sono arrivati miliziani e agenti in borghese della Kgb (polizia politica). Non riuscendo a portar via i giovani incatenati, hanno mandato a prendere alcune lime e con queste han-J no alla fine spezzato la catena. Fra gli astanti, nella numerosa folla-che.si era radunata, alcuni gridavano: «Provocatori! », altri osservavano sconcertati. Nei volantini era stampata oltre alle foto una lettera indirizzata a Kossighin nella quale si chiedeva o la liberazione immediata di Grègorenko o l'inizio di un processo pubblico (non a,porte chiuse) con pieno. diritto di autodifesa del generale. Questi era stato arrestato a Tashkent ove si era recato per difendere un gruppo di tartari processati per attività dissenzienti. In precedenza il generale era stato protagonista a Mosca di decine di iniziative a favore della « liberalizzazione » del sistema sovietico, contro tendenze neostaliniste. Nella lettera, firmata dai comitati Smog di Danimarca; Svezia e Norvegia, si pone a Kossighin il seguente quesito: «Il vostro governo sostiene i diritti dell'uomo in Grecia, Vietnam, Sudafrica e cosìivia. Perché vengono arrestati àoloro che lottano per idirit(i dell'uomo nell'Urss?». Grègorenko aveva appoggiato i tartari, deportati nell'Asia centrale da Stalin, nella loro rivendicazione per il ritorno in Crimea e la restaurazione della Repubblica tartara di Crimea proclamata da Lenin. Il generale è da qualche tempo malato e la moglie si recherà questa settimana a Tashkent per visitarlo. Anche alla salute di Grègorenko fa riferimento la lettera distribuita dai giovani: «Considerando la sua età (63 anni) e il suo stato di salute, siamo preoccupati per la sua vita. Siamoanche allarmati per timore che a causa delle sue .convinzioni possa esser di-, chlarato "squilibrato" e rÌTtchiuso, iti-im manicomio,~écp me accadde nel.. 1964 ».
Persone citate: Elisabeth Lee, Harald Bristol, Kossighin, Lenin, Piotr Grègorenko, Stalin
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