Il Papa che fermò Attila di Mario Gozzini

Il Papa che fermò Attila Rileggendo l'opera di Leone Magno Il Papa che fermò Attila In questo uomo di governo, indicazioni utili per la cristianità d'oggi Per gli storici che negano l'origine evangelica dell'ufficio papale, Leone Magno è il « primo Papa »; per gli storici cattolici, invece, quell'ufficio viene da lui soltanto esaltato in piena luce. Fu, il suo, uno dei pontificati più lunghi: 21 anni, fra il 440 e il 461; segnato dalle invasioni degli Unni (452: l'intervento presso Attila, amplificato dalla leggenda) e dei Vandali (455: secondo sacco di Roma, dopo quello dei Goti di Alarico nel 410) nonché dalle battaglie contro le eresie (specie la crisi monofisita). Un grande pastore, un uomo di governo, non un teologo né un esageta: quello che gli premeva soprattutto era l'unità dottrinale e disciplinare della Chiesa. Infatti i suoi scritti sono rappresentati esclusivamente dalle omilie, pronunciate nelle feste liturgiche, e dalle lettere a vescovi, imperatori, principi, preti, monaci. Il volume ora pubblicato dalla Utet ci dà tutte le omilie (96) e solo una parte, purtroppo, delle 143 lettere, mai prima d'ora tradotte.se non andiamo errati. Due sono i temi di spicco: il primato di Pietro e dei suoi successori, la dottrina sulla incarnazione. Quanto al primo, la tesi su cui Leone ritorna con insistenza tenacissima può apparire addirittura massimalista, nella prospettiva oggi aperta dalla collegialità episcopale. « Benché nel popolo di Dio molti siano i sacerdoti e i pastori, è Pietro però la vera guida di tutti... Grande e prestigiosa è dunque la partecipazione di potere che la divina bontà ha concesso a quest'uomo e, pur se qualcosa ha voluto lasciargli in comune con gli altri capi della gerarchia, è sempre a suo mezzo che trasmette quanto anche agli altri ha concesso ». « Tale funzione ineffabile e santa (la diffusione del Vangelo) il Signore ha voluto, sì, includerla come parte integrante nel ministero di tutti gli Apostoli, ma l'ha trasmessa primariamente a Pietro, ch'era al vertice del collegio apostolico, disponendo che da lui, come da un capo, derivassero in tutto quanto il corpo i suoi doni ». i Il Vaticano II, stabilendo il carattere sacramentale dell'episcopato come fondamento autonomo d'una par- tecipazione al governo della Chiesa universale, sia pure in comunione col Papa e sotto la sua guida, sembra scostarsi da Leone. Sempre sulla struttura della Chiesa, un'altra tesi si manifesta invece attualissima: l'elezione dei vescovi attraverso una vastissima consultazione. « Colui che a tutti dovrà essere preposto, da tutti deve essere eletto ». « Non è assolutamente lecito a nessun metropolita ordinare un qualsiasi vescovo a suo arbitrio soltanto, senza il consenso del popolo e del clero ». Questa prassi venne in seguito totalmente abbandonata, per evitare indebite ingerenze. Tornare all'antico principio, nei modi adeguati alle condizioni storiche, ecco oggi un problema di fondo per il futuro della Chiesa, secondo il parere di molti, anche del card. Suenens. Diverse eresie cristologlche (frequenti, precisi cataloghi nelle omilie) deviavano « a sinistra o a destra » (sic) rispetto a quel sottile e arduo crinale ove soltanto vive il senso « assolutamente esatto » del mistero dell'incarnazione. Leone se ne trova di fronte una nuova, promossa da un vecchio e venerato monaco di Costantinopoli, Eutiche, che vede in Cristo solo « la divinità senza la carne ». Omilie e lettere leoniane abbondano di formulazioni che tengono saldamente distinte le due nature, umana e divina, ciascuna con le rispettive proprietà, al tempo stesso affermando l'unità di Cristo in quanto persona. La chiarezza delle sue pagine è impressionante: quel che sarebbe diventato spesso, nei teologi antichi e moderni, complicato ed astruso, risulta qui di una straordinaria semplicità nel proporre, il perfetto equilibrio fra le due opposte deviazioni che riducevano, « distruggendolo », il mistero del Dio fatto carne. Mario Gozzini . . f.; . ,. ...i. SAN LEONE MAGNO: OmiMe, Lettere, a cura di Tommaso Marluoci, ed. Utet, pagine 676, lire 7500.

Persone citate: Goti, Leone Magno

Luoghi citati: Costantinopoli, Roma