Anzolin : "Ho sbagliato domani gioca Tancredi,,

Anzolin : "Ho sbagliato domani gioca Tancredi,, Il momento difficile del portiere juventino Anzolin : "Ho sbagliato domani gioca Tancredi,, A Villar Perosa, una tavola rotonda, nel ritiro dei bianconeri - Il presidente Catella: «Tutti notano gli errori di chi gioca in porta, se sbaglia un attaccante vi è maggior comprensione» - Il "trainer" Carniglia e la responsabilità delle scelle Villar Perosa, 3 ottobre. La Juventus è rientrata da Plovdiv con il morale rinfrancato. Anche il portiere Anzolin ha superato lo sbandamento del gol balordo incassato contro il Bologna. In Bulgaria ha disputato un pezzo di partita, sostituendo l'infortunato Tancredi. Ha compiuto un paio di ottime parate. Tra quarantotto ore, però, ritorna il campionato e il complesso dell'errore banale potrebbe colpire nuovamente l'estremo difensore juventino. Per i bianconeri è giunto il momento di una scelta: chi mettere in porta contro la Samp? Nel ritiro di Villar Perosa improvvisiamo una tavola rotonda. Vi partecipano il presidente Vittore Catella, il vice presidente Remo Giordanetti, l'allenatore Luis Carniglia e i due interessati, Roberto Anzolin e Roberto Tancredi. Sono due amici, neppure la delicata situazione attuale muta i loro rapporti. « Vi spiace se parliamo dell'errore di Anzolin? », domandiamo. ANZOLIN — Affatto. Come ho già detto a suo tempo, sono addolorato per lo sbaglio commesso. Dovevo intervenire di pugno. Soprattutto riconosco che prima della gara avrei fatto meglio ad avvertire l'allenatore di non essere in condizioni psicologiche serene. Mio padre doveva subire una grave operazione allo stomaco. Ora tutto è passato. Mio padre guarirà. Al momento di scende¬ re in campo ero turbato. TANCREDI — Vorrei difendere non solo Roberto ma l'intera categoria dei portieri. CATELLA — E' proprio quanto è il caso di sottolineare. Se sbaglia un portiere tutti lo notano, per gli altri giocatori vi è più indulgenza. CARNIGLIA — Allo stadio i tifosi non sono stati né indulgenti, né comprensivi verso Anzolin. CATELLA — Il pubblico di Torino è molto competente, pertanto è severo. LA STAMPA — Comunque, domenica chi gioca a Marassi? ANZOLIN — Tancredi. La mia maglia numero uno è sua. L'allenatore è d'accordo. CARNIGLIA — Esporre An- zolin al pericolo della minima disavventura è come spingerlo verso un linciaggio morale. Non me la sento di correre simile rischio. LA STAMPA — Quando deve affrontare decisioni umanamente difficili, stabilisce fin dai primi giorni della settimana il suo programma o rinvia la scelta all'ultimo momento? CARNIGLIA — Mi tormento dall'attimo in cui è finita la partita. LA STAMPA — In ogni caso il « trainer » ha del tempo per meditare. Il giocatore, invece, agisce in una frazione di secondo. Che cosa prova un portiere nell'attimo in cui deve stabilire come intervenire? di pugno? in presa? in uscita alla disperata? TANCREDI — In genere ci muoviamo d'istinto. ANZOLIN — Ci si sente terribilmente soli. Giochiamo magari davanti a cinquanta, centomila spettori, abbiamo dieci compagni davanti a noi, il « trainer » ed i dirigenti in panchina, ma in quell'istante nessuno può aiutarci. TANCREDI — I nervi si logorano. Ricordo quando nella Sambenedettese ho detenuto per 950 minuti il record dell'imbattibilità. Ero così teso che sul momento non me la sono presa con Benvenuto, dell'Arezzo, che con il suo gol ha spezzalo la mia serie positiva. ANZOLIN — In partita, anche se non devo quasi muovermi, io perdo da un chilo a un chilo e mezzo di peso. TANCREDI — Lo stesso su per giù è il mio calo per ogni incontro. Mi hanno detto che Ghezzi, in una gara con il Milan, a Udine, ha effettuato un solo intervento, parando un rigore. Alla fine risultava di circa tre chili meno pesante. CATELLA — E' forse bene ripetere che giocare nelle grandi squadre è molto più difficile per il portiere. In novanta minuti, talvolta, deve muoversi in due o tre occasioni soltanto, ma sono occasioni decisive. CARNIGLIA — Anche per questo motivo occorre che il portiere abbia la massima serenità. LA STAMPA — Lei Tancredi in genere si emoziona molto? TANCREDI — Ho superato quello che gli attori dicono il « track » in occasione dell'incontro con l'Ajax. Quella partita per me poteva significare molto, mi è andata bene. Ora sono più tranquillo. LA STAMPA — E la rivalità con Anzolin? TANCREDI — Non esiste. Roberto mi conosce da quando ero ragazzo nella Juventus. Mi ha dato molti consigli e dovrà darmene ancora. ANZOLIN — Tancredi accettava volentieri le osservazioni. Altri in casi del genere si offendevano. Sono lieto che a Marassi scenda lui tra i pali. Tancredi è un portiere fortunato. Domenica disputerà la sua seconda partita di «A», sapendo che il suo « rivale » seduto in panchina lo seguirà con l'attenzione di un amico e di un tifoso. Nella Juventus, ha concluso Catella, il dualismo tra i portieri non esiste. A cura di Paolo Bertoldi Villar Perosa. Il presidente Vittore Catella, da sinistra, Roberto Anzolin, l'allenatore Luis Carniglia e Roberto Tancredi discutono sui problemi della Juventus (Foto Moisio)

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