Alla Grandi Motori duemila dipendenti
Alla Grandi Motori duemila dipendenti Alla Grandi Motori duemila dipendenti Lo stabilimento triestino, il più moderno del mondo, entrerà in funzione entro il 1971 (Dal nostro inviato speciale) Trieste, 1 ottobre. Un proverbio dice: « Chi si è scottato con l'acqua calda ha paura anche dell'acqua fredda». E' il caso dei triestini. Dopo molte delusioni conservano margini di dubbio anche quando si tratta di iniziative reali e concrete. Nella zona industriale di Zaule sta sorgendo lo stabilimento della Grandi Motori. I lavori sono in corso. Eppure non mancano gli interrogativi — affiorati anche nella tavola rotonda de La Stampa — e le perplessità. « I lavori per la costruzione dello stabilimento — affermano alcuni — sono in forte ritardo ». Altri chiedono: « L'azienda assorbirà veramente tutti i lavoratori che si dice? ». C'è chi protesta: « Avevano promesso di fare anche la fonderia », e chi critica: « La collaborazione tra industria privata ed industria di Stato non è del tutto convincente ». Abbiamo rivolto queste domande al massimo esponente della società, il presidente ing. Guido Vignuzzi, che ha al proprio attivo, nel settore dell'industria pubblica, opere di grande impegno come la ricostruzione post-bellica delle acciaierie di Cornigliano (Genova). « La Grandi Motori di Trieste — ci ha dichiarato — rappresenta il primo importante esempio di collaborazione nel campo industriale dell'Iri con una azienda privata, cioè la Fiat. E' noto che hanno il 50 per cento a testa. Questa collaborazione si svolge nel migliore dei modi sia nell'ambito della società sia nei rapporti personali all'interno dell'azienda. All'Iri e alla Fiat ci conoscono ormai come i " quattro fratellini " e sannp che non siamo più. uomini dell'Iri o della Fiat, ma abbiamo ora un solo interesse professionale: la Grandi Motori di Trieste. Gli altri tre " fratellini " che collaborano con me sono: il vice. presidente ing. Giuliano Di Stefano e il direttore generale ing. Antonio Gregoretti provenienti dalla Fiat; il condirettore generale dott. Piero Tartarelli che viene dalle aziende Irì. Ribadisco che la Grandi Motori è un esempio interessante di formula mista.che finora ha funzionato bene ». Lo stabilimento di Trieste sarà il più moderno del mondo nel settore. « Come macchinari ed attrezzature — dice il presidente — avremo quanto c'è di meglio. Altra gente all'estero non ha avuto il coraggio di procedere a r ammodernamenti così impegnativi e alla costruzione di un complesso così avanzato ». Lo sforzo finanziario è imponente. La spesa prevista si aggirerà sui 40 miliardi più una decina di miliardi degli enti pubblici per le infrastrutture (strade, raccordo ferroviario, acquedotto, eccetera). Tutto il macchinario è già stato ordinato. Per i tre quarti sarà fornito da ditte italiane; il rimanente da inglesi, tedeschi, americani. Tra l'altro la Grandi Motori disporrà di una « pialla » lunga 60 metri, del costo di un mi. liardo, unica al mondo. [ La capacità produttiva del lo stabilimento sarà di 670 mila cavalli all'anno, aumentabile fino a oltre un milione senza ampliamenti dell'area occupata. Circa i ritardi il presidente afferma: « Bisogna intendersi. La scelta del ter reno ha richiesto parecchio tempo, circa due anni. Le opere dì sbancamento delle colline hanno comportato lo spostamento di milioni di metri cubi di terra. I piani di costruzione della parte industriale seguono perfettamente i tempi stabiliti Sono quasi terminate le importanti opere di palificazione e di fondazione. A giorni cominceremo il montaggio dei capannoni. Entro la fine del 1971 lo stabilimento dovrà essere in funzione. Si è già stabilito che ci sarà "un'ora x" a partire dalla quale la Grandi Motori di Torino e la S. Andrea Macchine di Trieste cesseranno di assumere ordinazioni e subentrerà la nuova società. La Grandi Motori di Trieste avrà circa 2 mila dipendenti: un quarto impiegati e tecnici, tre quarti operai. La S. Andrea ha oggi 236 impiegati e 1056 operai, e il passaggio nella nuova azienda sarà graduale ». Sergio Devecchi
Persone citate: Antonio Gregoretti, Giuliano Di, Guido Vignuzzi, Piero Tartarelli, Sergio Devecchi
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