Il piano di sviluppo dall'Alitalia e i collegamenti aerei con Torino

Il piano di sviluppo dall'Alitalia e i collegamenti aerei con Torino Il presidente della compagnia di bandiera risponde a "La Stampa,, Il piano di sviluppo dall'Alitalia e i collegamenti aerei con Torino Saranno aumentati i voli per Roma e Londra un «cargo» per Londra e, se la pista sarà Entro il 1971 una linea Venezia-Torino-Barcellona - Previsto anche prolungata, un altro per New York - Urge ampliare l'aerostazione « Dal 5 maggio 1947 l'Alitalia ha sempre investito denaro a Torino, precorrendo i traffici e subendo perdite. Aiutata generosamente anche dalle autorità comunali, ha sempre perseguito un criterio di ingrandimento graduale via via che i servizi creati potevano permetterle di correre il rischio di altre perdite. Abbiamo affrontato il problema dello sviluppo di Caselle con concetti moderni, basandoci su dati sicuri. Diventata abbastanza robusta, l'azienda può permettersi di perdere, ma non oltre certi limiti annuali». Con queste parole il presidente dell'Alitalia ing. Bruno Velanì ha aperto ieri la conversazione che era stato invitato a tenere alla Camera di Commercio dal presidente dott. G. M. Vitelli. « Una conversazione — ha soggiunto l'ing. Velanì — che mi permette di rompere il riserbo finora tenuto dalla mia compagnia, di rispondere alle critiche costruttive mosse all'Alitalia e di avere un colloquio aperto con i rappresentanti degli enti di Torino e del Piemonte interessati all'attività di Caselle. Non mi sento un imputato. Sono qui per cercare di collaborare con voi nel migliore dei modi per potenziare i collegamenti aerei di Torino mantenendo le perdite in limiti onesti». Il salone della Camera di Commercio era gremito dì personalità ed esperti. Vi erano parlamentari, amministratori pubblici, industriali, dirigenti di banche, operatori turistici. Con l'ing. Velanì sedeva tutto lo « staff » della compagnia interessato a Torino. Il presidente dell'Alitalia ha subito affrontato il « dramma » di Caselle, le deficienze dei suoi impianti, le poche linee che vi fanno capo Ha tenuto una chiara esposizione dei progetti dell'Alitalia riguardanti Torino, messo a fuoco le manchevolezze degli impianti, analizzato il traffico che città e regione possono dare, fornito interessanti elementi di confronto. Quindi ha replicato alle domande, alle critiche e alle raccomandazioni di personalità - ed esperti, come il presidente dell'Unione Industriale sen. Bosso, l'assessore comunale dott. Moretti, l'assessore valdostano Balestri, i dirigenti della « Sagat » Mazzoli, Giochino e Puddu; l'ing. Minala della Fìat. Durante la conversazione il presidente dell'Alitalia ha sciolto i cinque interrogativi che gli avevamo posto: 1) Efficienza di Caselle — « La " Sagat " dà un servizio adeguato — egli ha detto — ma l'aerostazione e lo scalo merci non possono più sopportare il traffico attuale e tanto meno i dirottamenti da Milano. La ^pista pone ' limitazioni ai moderni aerei che possono essere eliminate prolungandola. Per il decollo a pieno carico, occorrono 46 metri in più per il "De 9", 805 metri per il "De 8" e 999 per il "De 8 cargo" ». I tecnici dell'Alitalia chiedono anche l'abbaitimento di tutti gli ostacoli a nord e poiché fra questi vi è lo "sperone" di Lombardore è necessario che venga presa finalmente in esame la realizzazione di una nuova pista con diverso orientamento. 2) Diritti di traffico per linee che non sono ancora in esercizio — « L'Alitalia — ha spiegato l'ing. Velanì — non ha mai proibito ad altre compagnie di venire a Torino. L'Air Prance per esempio ne ha -il diritto, perché non se ne avvale? C'è la questione dèlia '^quinta libertà dell'aria", che consente agli aerei di fare scalo commerciale in un'altra nazione per proseguire alla volta di una terza. Ma questa "libertà" non l'amministriamo noi, bensì il governo ». 3) Potenziamento dei voli passeggeri — « L'Alitalia ha la ferma volontà di intensificare i servizi su Torino e lo dimostra l'aumento degli aerei dell'anno scorso, del 28 per cento, contro il 5 per cento di Milano. Mp fare sforzi economici a fondo perduto non ha senso. Non è vero che i torinesi non volino ancora abbastanza: volano soltanto quando devono, in rapporto alle loro attività. A Torino e al Piemonte manca inoltre la componente turistica. Dei viaggiatori di Caselle solo il 18 per cento vola per svago, mentre in Europa la media ! è del 50 per cento e in Nord America del 70. Altre cifre significative: nel 1968 l'Alitalia ha effettuato 4.575 voli su Torino trasportando 182 mila passeggeri, mentre i posti offerti erano 420 mila, con un coefficiente d'occupazione degli aerei inferiore al 50 per cento ». E' da notare che il coefficiente medio registrato dall'Alitalia sulla sua flotta nello stesso anno è stato del 52,2 per cento. « La maggiore occupazione — ha proseguito l'ing. Velani — si è avuta sulla linea di Parigi, con il 50,8 per cento. Seguono quella di Roma con il 45,8; di Milano con il 31,5 e di Londra con il 25,2; mentre la linea di Francoforte ha registrato appena il 12,6 per cento ». Ma se si rileva che sul tratto Caselle-Milano si è avuto il 31,5 per cento, appare ancora una volta evidente come una notevole aliquota di torinesi sia costretta a utilizzare i servizi aerei in partenza dal capoluogo lombardo. « L'Alitalia ha comunque un plano di sviluppo per Torino che prevede dall'anno prossimo l'aumento dei voli per Roma da 4 coppie al giorno a 5 e fórse 6, di cui una notturna, con tariffe ridotte del 30 per cento e facilitazioni per le famiglie, in coincidenza con linee per il Meridione. Le " corse " settimanali per Londra saranno portate da 2 a 4. Verrà Inoltre messo allo studio l'aumento dei voli per Milano e per il 1971 sarà aperta una linea Venezia-Torino-Barcellona che tre volte alla settimana raggiungerà anche Madrid. L'Atl a sua volta prenderà In esame ti miglioramento dei servizi svolti da aerei più piccoli, ma più economici, come 11 Torino-Trieste, il TorinoPisa-Napoli e il Torino-Sardegna ». 4) Miglioramento del servizi merci — « Daremo presto il via — ha annunciato l'ing. Velanì — a un " cargo " Torino-Londra. Se la pista lo permetterà studleremo anche un " tutto merci " per New York. Quanto al vecchio, ma ancor valido " DC 6B " della Torino-Roma, lo cambieremo quando il traffico, aumentando, lo richiederà ». Egli non ha però fatto cenno al ti cargo » per Milano, ti ripristino del quale metterebbe fine alla « ridicola messa in scena » delle merci spedite per via aerea da Caselle e avviate in camion a Milano, che (secondo dati della « Sagat ») hanno superato l'anno scorso le 2 mila tonnel¬ late, quasi la metà di quelle smistate a Caselle. 5) Divario fra Torino e Lione — « E' difficile fare confronti — ha spiegato il presidente dell'Alitalia — perché un aeroporto, come un porto, dev'essere considerato con il suo entroterra, con determinati spazi economici, determinate regioni ». L'ing. Velani ha risposto con franchezza alle nostre domande e 10 rìrgraziamo. Ci auguriamo che l'Aliialia realizzi i programmi che egli ha indicato nei termini previsti, ma pensiamo che possa aprire a Torino più ampi orizzonti, in armonia con i nuovi sforzi che autorità ed enti locali sono pronti a fare per potenziare l'aeroporto. Torino va collocata in una prospettiva che vada al di là del 1970 degli studi dell'Alitalia. Non si attenda che a darle 11 posto che merita sia la completa saturazione dei grandi scali italiani sul quali la Compagnia di bandiera punta oggi tutte le sue carte. Aldo Vite

Persone citate: Aldo Vite, Bosso, Bruno Velanì, Mazzoli, Moretti, Puddu, Velani