Bandiera bianca? di Renato Cantoni

Bandiera bianca? Bandiera bianca? (Proprio il giorno in cui si riuniva lTmi, Bonn si è arresa alla speculazione) La decisione del governo tedesco di sospendere l'intervento calmieratore della Bundesbank per il marco non era prevista e si deve intendere come una misura d'emergenza in mancanza di altre soluzioni più razionali. Da lunghi mesi la questione della rivalutazione era diventata più un fatto politico che economico. I due maggiori partiti in lizza per il potere avevano impostato la loro campagna elettorale sulla polemica che divideva democristiani e socialisti circa il metodo da adottare per riequilibrare il mercato monetario e quello finanziario. Rispetto alle altre principali monete, il marco era sottovalutato e la speculazione internazionale, dopo le fruttuose campagne sulla sterlina e sull'oro, aveva puntato sulla rivalutazione del marco come l'obiettivo più immediato e meno pericoloso. Nonostante le reiterate affermazioni del Cancelliere Kiesinger, negli ambienti finanziari internazionali si era convinti che la moneta tedesca avrebbe dovuto essere rivalutata a breve scadenza e cioè subito dopo le elezioni. In questa previsione immensi capitali erano stati trasferiti dagli Stati Uniti, dalla Svizzera, dall'Italia, dalla Francia, dalla Gran Bretagna in Germania, obbligando la Bundesbank a continui interventi per fornire al limite d'intervento marchi contro altre valute convertibili. Pochi giorni prima della chiamata alle urne le riserve valutarie tedesche erano aumentate rispetto ad alcune settimane prima di diversi miliardi di dollari. La chiusura delle Borse valutarie giovedì e venerdì scorso, se è stata un abile strumento di pressione elettorale per i democristiani, non ha fatto che richiamare maggiormente l'attenzione dei circoli finanziari internazionali sulla precarietà della situazione monetaria. Le polemiche in seno al governo erano poi servite da conferma alla debolezza delle autorità centrali in materia decisionale ed ai ristrettissimi margini di possibilità operativa. Lunedì mattina, in meno di due ore, si è avuta la possibilità di valutare la stragrande forza delle correnti speculative. Aperto, forse con molta ingenuità, il mercato valutario, una fiumana di valuta estera è affluita nelle casse della Bundesbank: quasi l'equivalente di 500 milioni di dollari in 90 minuti. Mancando la possibilità di una responsabile e immediata decisione a livello governativo — dopo i risultati elettorali non è ancora ben chiaro quale sarà la composizione e la politica del governo — si è dovuto, sia pure temporaneamente, issare bandiera bianca dinanzi alla prorompente forza della speculazione mondiale. Lasciare fluttuare liberamente il corso del marco significa dare partita vinta a coloro che hanno puntato sulla rivalutazione e ritornare a quel confuso periodo che ha provocato tanti guai politici ed economici prima del 1939 e che alcuni ottimisti avevano pensato di avere completamente superato e cancellato con gli accordi di Bretton Woods nel 1944, quando fu creato il Fondo monetario internazionale. Proprio il medesimo giorno in cui a Washington ve-. niva riunita la 25" assemblea del F.m.i., che sanzionerà la creazione di un nuovo strumento (i diritti speciali di prelievo) per aumentare la liquidità, a Bonn veniva decisa sotto l'incalzare degli eventi una misura che potrebbe turbare e limitare gli scambi internazionali. La partita è ancora aperta ma mai come in questo frangente governi e autorità centrali si sono trovati a combattere un avversario — la sfiducia dilagante sull'attuale efficienza del sistema monetario — di tanta potenza da permettere poderose scorrerie speculative, rese più intraprendenti dai precedenti e ripetuti successi. Renato Cantoni

Persone citate: Woods

Luoghi citati: Bonn, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Stati Uniti, Svizzera, Washington