Le donne non sanno parlare alle donne?

Le donne non sanno parlare alle donne? Le elettrici non votano le candidate femminili Le donne non sanno parlare alle donne? L'assenteismo politico femminile, pur riconosciuti i motivi contingenti ed obiettivi che contribuiscono a determinarlo, è in genere assunto a riprova che a livello psicologico la donna non desidera un'effettiva emancipazione. Le poche che ne sentono intimamente il diritto, presto o tardi riescono ad affermarsi, si dice, anche in politica. Volentieri si tralascia di considerare che le minori attitudini delle donne alla vita politica e sociale, frutto dell'educazione e della struttura familiare, sono aggravate, sul piano sociologico, dall'atteggiamento dell'opinione pubblica nei loro confronti. L'uomo non si è ancora liberato dallo schema dei suoi ruoli, dalla complementarità a senso unico dei due sessi ed è raramente disposto a riconoscere che una migliore apertura femminile alla vita sociale sarebbe benefica per la donna e per l'uomo. Sfiducia Questa situazione fluida e ambigua spiega perché le donne, nonostante la loro superiorità numerica — costituiscono il 53 per cento dell'elettorato — non sono determinanti nelle preferenze alle candidate in lista. Esprimono forse, (secondo il parere di Carla Ravaioli ne La donna contro sé stessa), sulla scheda elettorale, come in ogni altra occasione, la propria sfiducia in sé stesse, che si traduce in sfiducia verso le proprie simili? La sen. Tullia Carrettoni ha fiducia nelle donne, è convinta che abbiano una coscienza politica almeno pari a quella dell'uomo medio; ma per scovare i nomi femminili nella schiacciante maggioranza di quelli maschili proposti da ogni partito, esse dovrebbero essere dei detectives. Raramente riescono a conoscere le candidate, poco sostenute dai partiti stessi; dare il proprio voto ad una donna perché è una donna, sarebbe prova di femminismo non di reale coscienza politica. Tanto è vero che le donne, una volta elette, se tornano ad essere incluse in lista, sono rielette costantemente, di rado accade il contrario. E' quanto conferma l'on. Emanuela Savio che, ormai alla sua quarta legislatura, ha ottenuto alle ultime elezioni il maggior numero assoluto di preferenze nella circoscrizione di Torino. « Ma è vero — aggiunge — che le donne, in ultima analisi, votano un uomo piuttosto che una donna. Ho avuto agio di osservarlo anche in organismi internazionali, donne di grande capacità non hanno avuto l'appoggio della solidarietà femminile. Forse le donne sono meno capaci di captare la volontà altrui, hanno ancora l'aggravante della novità ». Le candidate sono poche, nei comizi sono affiancate ad un uomo, devono lottare contro il latente misoginismo per stabilire un rapporto. Ma dove si instaura, è molto stretto e la candidatura giunge al suo epilogo naturale con pieno successo. « In questa mia campagna elettorale — ricorda l'on. Maria Antonietta Macciocchi — ho seguito il consiglio di Louis Althusser. Ho tentato di essere mia donna che si rivolgeva alle altre. Quando evocavo il loro stato di inferiorità nella famiglia e nella società, alcune piangevano. Ci guardavamo, io dal palco, loro da sotto, e credo avvertissero che la loro battaglia superava quella elettorale del 19 maggio, investiva l'intera società futura, il rapporto con la famiglia, quello con l'uomo. Qualche volta, nelle riunioni femminili, io ho detto alle donne: così come c'è il potere studentesco, il potere negro, il potere operaio, perché non dovrebbe esserci il potere femminile? ». Rompere la chiusura maschile senza distruggere la sicurezza dell'uomo, dovrebbe essere l'obiettivo delle donne che nel lavoro, nella famiglia, nelle professioni, hanno realizzato sé stesse, ma proprio le più evolute, paghe di aver abbattuto molte delle barriere invisibili opposte all'attività femminile, nota Frida Malan, non sentono il bisogno, non possono accollarsi l'impegno di far procedere le donne nella loro globalità, affinché il loro ruolo passivo non sia una remora per tutti. Quando si decidono ad una campagna elettorale, i vari handicaps che incontrano intorno e dentro di sé, le privano di quella spontaneità che costituisce la base più vera per ottenere un'influenza sulle elettrici. Senza invidia Dall'immediato dopoguerra agisce in Italia un'associazione delle donne elettrici (Ande), attiva allora a spiegare alle donne i mezzi pratici per esprimere il voto, oggi a far conoscere alle masse femminili le conquiste della Costituzione o i ritardi del diritto in quanto le concerne, per supplire alle carenze della scuola in tema di educazione civica. Alla vigilia delle elezioni, l'Ande si studia di mettere in contatto le associate con i candidati, con naturale prevalenza delle aspiranti deputate. « E' difficile — ci dice la vicepresidente dell'Ande, signora Parato — che sappiano parlare alle doline. Molte idee generali, scarse visioni concrete, quasi nessuna che indichi, pur a grandi linee, un programma suscettibile di chiamare le donne in causa. E' in questo clima che alligna la critica da donna a donna. Le donne hanno bisogno di ammirare la donna che fa politica e per ammi¬ rarla senza invidia devono sentirla brava nella sua professione, chiara nel discorso, ma non troppo diversa da loro, in quanto a femminilità: una che fa politica per eccesso, non per difetto ». Lotte nel Sud Eppure se a ribadire l'assenteismo femminile dalla vita non solo politica ma sociale, si cita sempre la scarsa presenza di studentesse nelle recenti contestazioni, non mancano le donne, che sotto la spinta della necessità, di eventi importanti per il loro lavoro e per quello dei loro uomini, fanno della politica senza saperlo. La sen. Baldina Di Vittorio ci ha parlato a lungo delle donne del Sud, delle loro lotte, del loro coraggio, in un processo che è ormai irreversibile, quello della coscienza politica attraverso il lavoro. « Se c'è una carenza — ha detto — è nell'incoraggiare le donne, nel farle sentire qualcuno. quando vivono, non solo quando votano. C'è un tale risveglio nelle donne del Mezzogiorno che se i partiti accogliessero più candidate, ora le voterebbero, fiduciose nel loro aiuto ». Lucia Sollazzo

Persone citate: Baldina, Carla Ravaioli, Emanuela Savio, Frida Malan, Louis Althusser, Lucia Sollazzo, Maria Antonietta Macciocchi, Parato, Tullia Carrettoni

Luoghi citati: Italia, Torino