Oggi si decide per Dubcek

Oggi si decide per Dubcek Si riunisce a Fraga il Comitato centrale del partito Oggi si decide per Dubcek Le ultime accuse contro di lui sembrano meno dure - II filo-sovietico Indra ieri ha dichiarato: «Sarebbe troppo facile fare di Dubcek l'unico capro espiatorio» (Dal nostro inviato speciale) Vienna, 24 settembre. Domani il Comitato centrale del Partito comunista si riunirà in seduta plenaria per decidere la sorte politica di Dubcek e degli altri massimi esponenti del nuovo corso. Nella sua qualità di membro del Praesidium l'ex segretario del partito dovrebbe essere presente, cosi come, nonostante le accuse rivoltegli, è stato presente a molte recenti cerimonie ufficiali. Che atteggiamento assumerà? Presenterà egli stesso le dimissioni? Si difenderà, o si chiuderà in un dignitoso silenzio? E alla fine, quale sorte gli sarà riservata? C'è molta attesa anche per l'atteggiamento di Smrkovsky e per le sanzioni che gli saranno comminate. Chi conosce la tenacia, la forza, l'amore per le posizioni chiare dell'ex presidente dell'Assemblea, dice che egli intende «inabissarsi a bandiere spiegate»; avrebbe cioè già pre¬ parato un discorso per difendere la sua azione politica. Si tratta, però, di vedere se gli verrà concessa piena libertà di autodifesa, o se invece nei suoi confronti verranno esercitate pressioni psicologiche per indurlo al silenzio. Se dovessero far testo i discorsi dell'ultima ora — ma ogni illazione in questo senso è per Io meno azzardata — si dovrebbe concludere che sta per avere il sopravvento la tendenza moderata, quella cioè che vuole escludere Dubcek dal Praesidium- e dalla presidenza dell'Assemblea ma che non esige la sua espulsione dal partito e tanto meno un processo politico. L'ultima accusa contro Dubcek l'ha lanciata Alois Indra, il leader dei « dogmatici », che dopo il 21 agosto 1968, se il popolo cecoslovacco non si fosse schierato compatto contro i sovietici, sarebbe diventato il capo del « governo fantoccio » preordinato da Mosca. Contrariamente ad ogni aspettativa, Indra è stato relativamente mite; nella sua requisitoria non ha parlato di « tradimento », ma si è limitato ad accusare Dubcek di « debolezza » e di « indecisione ». «Sarebbe troppo facile fare di Dubcek un capro espiatorio — ha detto in una intervista che è stata pubblicata tanto da Rude Pravo quanto su Tribuna —. Tuttavia, è vero che le responsabilità in seno al partito' crescono con l'importanza della funzione ricoperta. Sono contrario agli scandali, tengo soltanto a conservare il mio diritto a una critica onesta; quello che voglio dire in pubblico l'ho già detto a Dubcek a quattr'occhi il 2 luglio '68. I suoi difetti essenziali sono l'indecisione, il desiderio di evitare confronti aperti, la formulazione di conclusioni poco chiare. Le sue dichiarazioni pubbliche testimoniano che faceva troppo affidamento sulle preghiere e sugli appelli generici». Ad un certo punto Indra, con una dichiarazione che ha sorpreso molti, si è addossata addirittura una parte delle responsabilità che finora erano state riversate soltanto su Dubcek. Egli, infatti, ha rivelato che nella «calda estate» del 1968 cinque alti esponenti del partito — Dubcek, lo stesso Indra, Cernik, Bilak e Sadovski — decisero di proporre la convocazione anticipata del XIV Congresso, nonostante che la maggioranza del Praesidium fosse contraria. «Oggi questa richiesta è considerata un errore — ha detto Indra, assumendosi una parte di responsabilità e coinvolgendo contemporaneamente nella critica Cernik, Bilak e Sadovski —, ma la pressione delle forze di destra diventava sempre più forte e tanto valeva che il partito prendesse esso stesso l'iniziativa della convocazione affrettata del Congresso ». Gaetano Tumiati

Luoghi citati: Mosca, Vienna