La scissione e le giunte

La scissione e le giunte ANALISI La scissione e le giunte (In parecchie città i dissidi fra psi e psu provocano la stasi nell'attività degli enti locali) Etti prevedibile che la scissione socialista avrebbe avuto conseguenze nelle giunte comunali e provinciali di centro-sinistra. La lunga crisi di governo, le preoccupazioni del psi e del psu di ridarsi una struttura organizzativa, fecero sì che non avvenissero immediate fratture nelle coalizioni locali. La stasi estiva, inoltre, frenò le polemiche; le contese fra i socialisti, più che sul piano ideologico, si manifestarono sui modi di amministrare i beni pubblici. E' il caso di Napoli, dove il psi provocò le dimissioni di sindaco e giunta, rifiutandosi di approvare il bilancio finanziario. I consiglieri sollecitavano severe sanzioni contro i costruttori abusivi (sulla collina del Vomero da Posillipo all'Arenella negli ultimi 7 anni sono sorti 200 mila vani e la città è priva di verde); inoltre il psi chiedeva che fossero resi noti i risultati dell'inchiesta municipale sugli scandali delle licenze edilizie. Alla ripresa d'autunno, forse sullo slancio delle agitazioni sindacali, delle rinnovate polemiche fra i socialisti, in alcuni grossi centri, dove l'equilibrio era più fragile, c'è stata rottura. A Pavia, comune e provincia sono paralizzati; in municipio due assessori del psi si sono dimessi per contrasti con la de sulla gestione dell'orfanotrofio maschile, che l'amministrazione delle Opere Pie aveva affidato ai Padri Somaschi. Anche in Provincia i rappresentanti del psi hanno rinunciato all'incarico. Per il Comune sono già cominciate le trattative; i liberali si sono fatti avanti proponendo una giunta dcpsu con il loro appoggio esterno. In diverse città gli scontri fra i partiti si fanno sempre più vivaci. A Firenze, dove c'è il commissario, la de annuncia che ai cittadini «non si deve offrire una ginnastica elettorale, ma scelte chiare»: è vn invito ai due partiti socialisti a fare la pace e a riprendere la collaborazione di centro-sinistra. La giunta di Milano, formata da de, psi e psu, si regge su una esigua maggioranza. I dissidi fra psi e psu sono profondi e nello stesso psi c'è malumore. Alcuni giorni fa due consiglieri del partito di De Martino hanno approvato un documento con pei, psiup e un democristiano delle Acli; esso criticava duramente lo sgombero, ordinato dal sindaco dell'«Alcazar Rosso », l'ex Albergo Commercio di Milano, covo di anarchici e di cinesi. In Toscana e Piemonte vi sono amministrazioni nelle quali la tensione fra socialisti e socialdemocratici aumenta. Sabato scorso si sono dimessi gli amministratori della provincia di Massa Carrara; negli ultimi tempi sono « saltate » le giunte di centro-sinistra a Pisa, a Viareggio, a Forte dei Marmi. Ad Alessandria i socialdemocratici minacciano: «O un nostro rappresentante in giunta o la crisi ». In tre cittadine — Acqui Terme, Tortona, Valenza Po — psi e psu si danno battaglia provocando difficoltà nel centro-sinistra. In una situazione difficile si trova anche Bolzano. Le elezioni comunali sono avvenute l'8 giugno scorso, ma finora la cittadinanza non ha un sindaco. Il centro-sinistra conta 20 seggi su 40; psi e psu litigano, la de non vuole prendere posizione né contro uno, né contro l'altro partito socialista. Tutto questo, complicato dall'atteggiamento della Volkspartei e dalle trattative per il «pacchetto» altoatesino in esame a Roma. Infine la de di Frosinone ha formato la giunta con il psu e il pri, perché il psi si è rifiutato di parteciparvi. A Lecce, dopo vari tentativi di conciliare le posizioni, è stato necessario chiamare il commissario prefettizio. Pierangelo Coscia

Persone citate: Alcazar, De Martino, Pierangelo Coscia