Perché nascono i gemelli

Perché nascono i gemelli In margine al convegno internazionale di Roma Perché nascono i gemelli Dagli sludi statistici sulla frequenza dei parti plurimi all'indagine delle cause: fattori ereditari, ormonali, farmacologici ecc. - Analisi comparativa sul comportamento psichico e sulla patologia dei due gemelli - In tutti i paesi del mondo, quindicimila coppie sono tenute in osservazione continuala Le intenzioni che hanno mosso l'istituto Mendel a promuovere il primo simposio di studiosi dei gemelli che si è svolto a Roma nei giorni scorsi erano varie. Il progettq di celebrare con questa iniziativa scientifica il quindicesimo dell'istituto è dichiarato, ma rappresenta una motivazione formale, perché anche in altro modo la data di fondazione avrebbe potuto essere ricordata. La ragione più profonda che ha consigliato il simposio e che il notevole numero di adesioni ha dimostrato essere pienamente valida consiste nella necessità di attestare la gemellologia in seno alle scienze che si occupano dell'uomo, come una disciplina ormai giunta ad una tale maturazione di metodo e messe di risultati da richiedere un'aggiornata coscienza di sé e da meritare di essere riconosciuta e intensamente coltivata per meglio servire la ricerca scientifica. Una scienza a sé Se la gemellologia avesse dovuto continuare come un appannaggio dei congressi di genetica, psicologia, ostetricia, medicina epidemiologica ecc., se cioè i gemelli avessero dovuto continuare ad essere in qualche modo utilizzati, ma studiati senza accertamento del fenomeno della gemellazione per sé, senza esame comparato dei metodi per studiarli e senza la possibilità di mettere in comune le esperienze per valutazioni e incremento dei risultati, la gemellologia sarebbe rimasta piuttosto una curiosità scientifica, e non quella strada panoramica per la conoscenza dell'uomo che ha ragione di essere. Un altro motivo, diverso ma collegato ai precedenti, è quello di sollecitare la società a riconoscere non solo la benemerenza scientifica dell'uomo gemello, ma le sue necessità particolari e specifiche, perchè riceva un aiuto adeguato. La presenza del ministro dell'Istruzione in apertura, la rappresentanza ufficiale dell'organizzazione mondiale della Sanità e dell'American Medicai Association, la sede dei lavori nell'aula del Consiglio nazionale delle ricerche, la presenza di circa 200 ricercatori di 19 Nazioni, ma soprattutto il contenuto dei 98 lavori presentati e discussi, dimostrano che l'iniziativa non solo era attesa, ma necessaria. Considerando a volo d'uccello i risultati del simposio, bisogna dire che il problema della frequenza della gemelliparità è stato sollevato da autori di Nazioni molto diverse (Sud Europa, Nord Europa, Nigeria, India, Canada) e tutti hanno convenuto sul fatto che la nascita dei gemelli aumenta proporzionalmente all'endogamia (matrimoni nell'interno di una popolazione omogenea) e diminuisce in rapporto all'esogamia (matrimoni fra persone di popolazioni diverse). Su questo dato si possono fare due considerazioni; la prima che l'aumento di frequenza nella consanguineità depone per la natura ereditaria del fe nomeno e questa è una nuo va prova che il concepimento dei gemelli corrisponde a un carattere ereditario; in secondo luogo si manifesta la probabilità che la civiltà della tecnica, facilitando la apertura degli isolati, diminuisca la frequenza dei gemelli. Sennonché altre informazioni raccolte nelle cliniche ostetriche di molti Paesi hanno permesso di comunicare al simposio che dei trattamenti ormonali introdotti recentemente per la cura della sterilità aumentano il tasso della gemelliparità dall'I,2 o/o al 2 Va', però si tratta di gemelli dizigotici (cioè diversi). Con ciò il simposio affrontava un capitolo molto importante e spesso arduo della gemellologia riguardante i,metodi per l'accertamento dello zigotismo, cioè per decidere se i gemelli derivano da un solo uovo fecondato, oppure da due. Il problema non esiste quando i gemelli sono di diverso sesso; ma può essere difficile a risolvere quando sono due femmine, oppure due ma¬ schi, specie se in giovane età. Bisogna anche dire che questa diagnosi è di importanza capitale perché soltanto i gemelli monozigotici hanno un patrimonio ereditario identico e perciò ima rassomig'ianza che si ripete miliardi di volte nelle cellule dei loro organismi. Ai fini della diagnosi di zigotismo, il simposio ha rimarcato l'importanza del confronto dei cromosomi (Koch e altri; Gedda, Torrioli ed altri), dello studio delle impronte digitali di cui la gemellologia sottolinea la natura ereditaria (Parisi, Alciati, Di Bacco; VrydaghLaoureux), dell'esame radiografico delle ossa e dei denti (Ikonomov; Gedda e Brenci) e perfino lo studio degli elettroencefalogrammi (Carels, Defrise, Vandervoort). A questo riguardo la scuola di Torino (Ceppellini, Carbonara) ha portato un notevole contributo riguardante i livelli sierici delle immunoglobuline. Un brillante gruppo di ostetrici inglesi, belgi, canadesi e sudafricani ha portato al simposio delle novità che riguardano la gravidanza gemellare specialmente per quanto concerne i caratteri del sangue della madre (McGillivray) e le condizioni del gemello secondo nato che può presentare dei fenomeni di acidosi (DeronThiery). Gli effetti della talidomi.de somministrata alla madre hanno aperto il vasto campo della patologia prenatale dei gemelli (Jorgensen) di cui una ricercatrice inglese (Stewart) e un americano (Keith) si sono occupati sotto l'aspetto delle leucemie che possono manifestarsi prima della nascita le quali, se colpiscono dei gemelli, permettono delle deduzioni importanti sulla natura di questa, misteriosa malattia. Sulla nipiologia, sotto l'aspetto dell'alimento del gemello nel primo mese di vita, ha riferito la scuola di Roma (Foglia-Gatti). Nuove ricerche L'apporto scientifico più notevole è quello che i gemelli danno alla genetica. Questo è emerso in molte direzioni, ma specialmente nel campo delle malattie ereditarie che non solo concordano grosso modo nella diagnosi, ma nei più minuti dettagli del tempo d'insorgenza, dei sintomi e delle cure che riescono efficaci, oppure che non servpno. Questo vasto campo è stato percorso soprattutto per quanto riguarda l'ipertensione (Osborne), le malattie del cuore (Feinleib, Harvald e Hauge), le malattie della pelle (Cavalieri), le malattie degli occhi (Schwartz). Lo studio delle malattie non ereditarie ma dipendenti dalla vita e dall'ambiente finora sembrava di minore interesse, ma ha segnato il suo « boom » nella gemellologia con la relazione dei ricercatori danesi (Hauge, Reid) e svedesi (Cederlof e Freiberg) sull'effetto del fumo sulle malattie delle arterie del cuore quando uno solo dei due gemelli identici è fumatore. Queste ricerche hanno dimostrato che il fenomeno è più complesso di quanto ordinariamente non si creda, perché mentre è nota la correlazione tra fumo e malattie delle coronarie, risulta da} test gemellare che il gemello che fuma non ha un'incidenza dell'angina pectoris più alta di quella del congemello non fumatore. Forse il biso¬ gno di fumare e la predisposizione alla' malattia dipendono da un medesimo fattore ereditario. Osservazioni interessantissime sono emerse nel settore della psicologia e della psichiatria. Per esempio Torgersen e Krigler (Norvegia) hanno comunicato che il gemello « guida » dimostra una pressione arteriosa più resistente al relax di quella del congemello. Vandenberg (Usa) ha potuto dimostrare un'efficienza psicologica equivalente nei gemelli di razza bianca e negra; un risultato scolastico spesso inferiore dei negri è dovuto all'ambiente didattico poco adatto e favorevole per questi scolari. Il bulgaro Ikonomov e gli italiani Venerando e Milani hanno studiato i gemelli sportivi che spesso si affermano con risultati eccellenti ed equivalenti. La nutrita discussione sulla sportività dei gemelli ha dimostrato il ruolo importante della emulazione che è molto spiccata fra gemelli. E' veramente diffìcile fermare qui l'accenno ai risultati di questo fruttuosissimo simposio quando molte altre interessanti informazioni potrebbero essere accennate. Negli atti, che saranno presto stampati, ?li studiosi dei vari rami potranno attingere copiosamente molti dati inediti. Anche la zootecnia potrà trovare motivi di interesse perché Bonadonna e Succi hanno fornito particolari interessanti sull'utilizzazione del metodo gemellare nei bovini come anche il cecoslovacco Lojda. Il simposio si è chiuso nominando un comitato internazionale per lo sviluppo degli studi gemellari e auspicando che l'esempio della gemelloteca dell'istituto Mendel che studia 15.000 coppie di gemelli venga seguito ovunque. Anche lo sviluppo sociale è stato previsto per aiutare i gemelli e le loro famiglie mediante l'estensione a livello internazionale della società fra gemelli sorta circa 10 anni fa per iniziativa italiana. Luigi Gedda Direttore dell'Istituto di genetica medica dell'Università di Roma