E' possibile ampliare il Mec con tanti problemi in sospeso? di Sandro Doglio

E' possibile ampliare il Mec con tanti problemi in sospeso? I Sei si preparano al vertice del 17-18 novembre E' possibile ampliare il Mec con tanti problemi in sospeso? Roma e Bonn affermano di sì e sono pienamente favorevoli all'ingresso di Londra Obiezioni francesi - Fra i contrasti interni da risolvere: le sovvenzioni agricole (costano 7500 lire all'anno per ogni europeo), le diverse politiche commerciali e monetarie (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 16 settembre. L'impegno preso ieri a Bruxelles dai ministri degli Esteri del Mec di partecipare a un « vertice » a scadenza ravvicinata (17-18 novembre), dovrebbe costringere i sei governi ad adottare un ritmo di lavoro più intenso, per portare avanti la costruzione della Comunità. Dal « vertice » ci si attende che i Sei affrontino infatti due grandi problemi: quello del completamento delle attuali strutture, e quello di scegliere — per un avvenire più o meno lontano — se il Mec dovrà continuare a sei, oppure incamminarsi verso una organizzazione a sette (con la Gran Bretagna), a dieci (con gli altri Paesi che hanno presentato domanda di adesione: Danimarca, Irlanda e Norvegia), o a più Stati ancora. Il « completamento », come da tempo vanno chiedendo i francesi, fin dall'epoca gollista, dovrà essere « preliminare » a qualsiasi « allargamento » dell'area comunitaria. La battaglia ingaggiata da Moro, Luns e Brandt per cercare di indurre il loro collega francese Schumann ad accettare di fissare una qualche data per l'inizio dei negoziati con Londra, è fallita: Parigi ha soltanto accettato di inserire nell'ordine del giorno del « vertice » il problema dell'allargamento. I Prima dell'inizio di un qualsiasi negoziato con Londra, e probabilmente anche prima del 31 dicembre prossimo,- i Sei dovranno dunque mettersi d'accordo sul grande problema tuttora da risolvere che incombe sulla Comunità: il finanziamento della politica agricola comune. Chi paga le spese sempre crescenti del « Mec dei campi »? Il sistema attualmente in vigore — ripartizione di tutti gli oneri fra i sei governi, secondo una chiave di ripartizione — scade a dicembre, ed è ritenuto un1 metodo sorpassato: le spese^ aumentano a ritmo pauro-, so (quest'anno supereranno i 1500 miliardi di lire, grosso modo 7500 lire a testa per ogni europeo), è evidente che non se ne può far carico a paesi poco agricoli, e che è indispensabile trovare il mezzo per limitarle. I.Ia completare il Mercato . .ìmune non significa soltanto curare le difficoltà dell'agricoltura. Altri problemi sono sul tavolo, alcuni urgentissimi, altri tenuti un po' in sordina (perché non sempre gli interessi nazionali coincidono con quelli ,comunitari): in ogni caso prima o poi verranno a galla. Il problema della politica commerciale comune è uno dei più scottanti: da tempo se ne discute a Bruxelles sen¬ za trovare una linea di accordo. Si tratta di evitare ohe, in una comunità integrata, un accordo commerciale tra uno dei sei Paesi e uno Stato che non fa parte del Mec, possa — favorendo l'importazione di certi prodotti — arrecare danno all'economia di un partner. Grava anche sul Mercato Comune l'ipoteca monetaria: la crisi e la svalutazione del franco hanno messo in pericolo l'intero edificio e hanno reso indispensabile il ripristino delle barriere doganali per i prodotti agricoli tra la Francia e gli altri Stati. Una nuova scossa monetaria — svalutazione o rivalutazione che sia — potrebbe incrinare ulteriormente la solidarietà e compromettere seriamente tutto il lavoro svolto. Da non trascurare è infine anche il problema dell'armonizzazione fiscale. Sandro Doglio

Persone citate: Brandt, Moro, Schumann