Viaggio-lampo a Mosca del premier cèco Cernile

Viaggio-lampo a Mosca del premier cèco Cernile Stretta finale per Alexander Dubcek? Viaggio-lampo a Mosca del premier cèco Cernile Scopo della visita : decidere le sanzioni contro Dubcek - A Praga gli attacchi ail'« uomo della primavera » continuano con violenza (Dal nostro inviato speciale) Vienna, 16 settembre. I tempi della crisi cecoslovacca vanno precipitando. L'inattesa, fugacissima puntata di Gomulka ad Ostrawa ed il suo colloquio con Husak sembrano aver messo in moto un meccanismo che di ora in,ora va aumentando di velocità. Stamattina il primo ministro Cernili è partito improvvisamente per Mosca ed è tornato in serata; poche ore più tardi due membri della segreteria del Comitato centrale, Josef Kempny e Josef Lenart, che tutti credevano a Praga, sono rientrati in aereo da Mosca, dove si erano recati ' in segreto per incontrare due dei segretari del Comitato centrale sovietico, Denizev e Katuscev. Sempre oggi, a Praga, il ministro della Difesa, generale Martin Dzur, ha conferito a lungo con l'ambasciatore sovietico, Cervonenko, su « importanti questioni politiche e militari riguardanti la difesa del Paese ». Una febbrile tela di ragno, insomma, che fa pensare all'imminenza di una stretta finale. L'agenzia ufficiale cecoslovacca Ctk, nel dare notizia dell'improvvisa partenza di Cernik per Mosca, si limitava a dire che il Primo Ministro «avrà contatti su problemi concreti riguardanti lo sviluppo e il rafforzamento della cooperazione economica fra Cecoslovacchia e Unione Sovietica nell'avvenire immediato ». E' chiaro, però, che la missione di Cernik a Mosca non ha potuto limitarsi a problemi economici. Probabilmente i massimi dirigenti sovietici, che non si sono mai fidati troppo dell'attuale premier, hanno colto l'occasione per rivolgergli mòniti e per chiedergli assicurazioni ben precise. Cernik avrà esposto loro le note tesi di Husak — e ora anche sue — secondo cui le sanzioni da prendersi contro Dubcek e contro gli altri esponenti « revisionisti » non dovrebbero spingersi sino alla espulsione dal partito e tanto meno fino ad un processo, come richiedono i neo-stalinisti cecoslovacchi, ma dovrebbero limitarsi, almeno in un primo tempo, alla estromissione dalle cariche politiche attualmente ricoperte. Su queste estromissioni, ormai, una sola cosa è incerta: la data. Mentre alcuni ritengono che le forti divergenze tuttora esistenti in seno al pc cecoslovacco rendano necessaria una ulteriore «preparazione del terreno », che potrebbe richiedere ancora diverse settimane, altri invece pensano che la convocazione del Comitato centrale sia imminente. A sostegno di quest'ultima tesi il Rolnike Noviny, giornale cecoslovacco degli agricoltori, scrive oggi che l'attesissimo Plenum verrà convocato « fra pochi giorni » e si dividerà in due fasi distinte: nella prima verrebbe esaminata la situazione politica generale e verrebbero decise le sanzioni da adottare contro i dirigenti accusati di revisionismo; nella seconda verrebbero affrontati i problemi economici del paese. Il principale imputato, in ogni caso, è sempre lui, Alexander Dubcek, « l'uomo della primavera ». Ieri sera radio Praga, in una rubrica del commentatore politico Karel Tesar, gli ha sferrato un ennesimo attacco di particolare durezza, pur evitando accuratamente di fare il suo nome. «Una cosa è certa — ha detto l'emittente —, il principale colpevole è e resterà colui che, contrariamente a quello che era il suo primo dovere, non ha applicato le risoluzioni del Comitato centrale-, colui che avrebbe dovuto riparare gli errori commessi dal partito prima del gennaio 1968, che invece ne ha commessi altri analoghi; colui che ha concesso libertà d'azione alle forze di estrema destra, mentre sarebbe stato suo dovere fronteggiarle». Dopo aver sottolineato la necessità di un'immediata e profonda analisi degli avvenimenti del 1968 da parte del Comitato centrale, il commentatore ha letto diverse lettere che approvavano la nuova linea politica del partito e chiedevano sanzioni contro gli esponenti del nuovo corso. Una, che secondo l'emittente sarebbe firmata da operai di base e da « comunisti benemeriti », diceva: « Chiediamo che la lotta contro le forze di destra sia condotta senza compromessi e senza tener conto delle posizioni che certi suoi esponenti occupano ancora nella vita pubblica ». ; Gaetano Tumiati Oldrich Cemik, capo del governo cecoslovacco (Tel.)