In Toscana tutti a caccia della casa di Umberto Chirici

In Toscana tutti a caccia della casa In Toscana tutti a caccia della casa Cinquantamila gli edifici colonici disabitati - Il prezzo: da un milione a venticinque (tutto dipende dalla posizione e dalle comodità che vi sono) - Tra i primi compratori gli stranieri (Dal nostro corrispondente) Firenze, settembre. In Toscana sono stati gli stranieri i primi a innamorarsi delle colline con 1 filari di viti e le piante d'olivo. Inglesi, americani e svizzeri si sono messi alla ricerca di fattorie e case abbandonate da contadini andati a cercare miglior fortuna in città. Ed i toscani hanno seguito l'esempio, cercando anche di organizzare un efficiente servizio turistico capace di fornire indicazioni e suggerimenti per invogliare un numero sempre maggiore di persone a trasferirsi per 1 week-end o per soggiorni più lunghi in campagna. E' nato cosi l'Agriturist: sono stati fatti censimenti, sono state individuate le zone più adatte a un turismo di campagna, per ogni casa colonica abbandonata o comunque disponibile è stata fatta una cartella di « identità » dalla quale il compratore può farsi un'idea completa di ogni particolare situazione. Sono cinquantamila attualmente in Toscana le case coloniche disabitate; di queste, secondo l'Agriturist, diecimila circa sarebbero utilizzabili da chi vuol seguire la moda della casa in campagna. Il loro prezzo oscilla da un milione a venticinque milioni. L'estrema diversità di valore è data non tanto dalle condizioni dell'immobile e dalla sua grandezza, quanto dalla distanza dalla città, dalla natura delle strade di collega¬ mento (nazionali, provinciali o comunali, asfaltate o no), dalla presenza o no dei servizi (luce, acqua, telefono). La tendenza più diffusa tra gli acquirenti di case in campagna è quella di limitarsi a comprare una modesta porzione di terra intorno all'immobile, senza interessarsi dei poderi che richiedono particolari cure, lavoro ed esperienza II terreno intorno alla casa, il più delle volte, almeno in Toscana, viene destinato a prato punteggiato qua e là da viti e olivi che acquistano cosi un sapore soltanto folklorlstico. Sono stati gli stranieri 1 primi, lo abbiamo detto, a scoprire la campagna come meta turìstica se non addirittura residenziale come hanno fatto numerosi artisti di tanti paesi profondamente innamorati anche delle caratteristiche architettoniche delle case coloniche toscane. Inglesi e americani si sono diretti inizialmente verso la Lucchesia per le particolari condizioni ambientali e la larga diffusione di tutti i servizi. «Coloni» svizzeri Intorno agli olivi vicino a Lucca si sono ritrovati anche i primi svizzeri. Colonie straniere sì sono poi formate nel Chianti: il fascino del le viti ha richiamato oltre a numerosi svizzeri anche gli inglesi i quali, insieme con gli americani, si sono spinti poi ancora più a sud e hanno formato una specie di colorito nucleo nei dintorni di Cortona a poca distanza dal lago Trasimeno. -L'esempio degli stranieri è stato subito seguito da numerosi toscani di città e 1 prezzi, naturalmente, sono saliti. Qualche anno fa, infatti, quando ancora la casa in campagna non era una moda, si poteva acquistare un rustico anche con poche centinaia, di migliaia di lire (difficilmente si raggiungeva il milione). Ma quando il fenomeno si è diffuso le quotazioni sono esplose. E oggi per un milione si compra ben poco. Per una casa immediatamente abitabile e dotata di un discreto comfort la richiesta sì aggira sui dieci milioni nelle zone migliori. E' difficile stabilire anche per approssimazione quante siano le case coloniche acquistate. Si può semmai fare una classificazione delle zone maggiormente interessate al fenomeno nelle varie province della Toscana. Nei dintorni di Firenze lo sviluppo del « turismo stanziale » è stato maggiore nel Mugello, nel Valdarno e nel Chianti, riallacciata quest'ultima con la provincia dì Siena. A Castellina in Chianti, oltre alle numerose « colonie » svizzere, inglesi e fiorentine, da una grande fattoria ( « Il ricavo » ) è nato un albergo frequentato in tutte le stagioni. I turisti, nella maggior parte stranieri, che lo frequentano, han¬ no così modo di trascorrere il loro soggiorno a stretto contatto della natura fornendo la stessa funzionante fattoria i beni di consumo. Nella provincia dì Arezzo le zone maggiormente interessate sono il Casentino, la Val di Chiana e il Valdarno superiore. Vendita di castelli Della Lucchesia abbiamo già detto, mentre pisani e livornesi in maggioranza si sono orientati nelle zone collinari della Val d'Elsa altri hanno preferito la Garfagnana e la Lunigiana alla ricerca di qualche castello o torri antiche, numerose nella zona, e acquistabili a prezzi più che accessibili. Per quanto riguarda Pistoia, oltre alle montagne dell'Appennino che sovrastano la città, l'orientamento maggiore si è sviluppato nelle zone di Pescia e nella parte alta di Montecatini. Una zona poco toccata dal fenomeno è il Grossetano dova all'esodo dalla campagna ha fatto riscontro un altrettanto massiccio sviluppo turistico sulla costa. Nella provincia di Massa e Carrara la ricerca della « seconda casa » sì è sviluppata in gran parte nella immediata campagna intorno alle due città; numerosi, comunque, i massesi e i carrarini che hanno preferito la Lunigiana e la Garfagnana ambedue ricche di rustici. Umberto Chirici

Persone citate: Carrara