L'aspro attacco
L'aspro attacco L'aspro attacco (Dal nostro inviato speciale) Vienna, 11 settembre. L'accusa che finora nessuno aveva' osato muovere a Dubcek ed agli altri massimi esponenti del «nuovo corso » .è stata lanciata, oggi per la prima volta dal settimanale « Kvety »: « tradimento », Dopo la « negligenza» era venuta la «inettitudine », dopo ia « inettitudine », la « falsità »; ora, con molto ritardo rispetto ai ritmi staliniani ma con la stessa inarrestabile, tremenda concatenazione, siamo arrivati all'ultimo gradino dell'« escalation ». In verità il giornale fa seguire all'accusa un punto interrogativo — « Come si può evitare la parola tradimento? », dice il titolo — ma non per questo il sintomo è meno chiaro ed allarmante. Tanto più che questa volta l'articolista non si limita a fare i soliti tre nomi, Dubcek, Smrkovsky e Cisar, ma, cosa insolita, fa un lungo elenco di personaggi: l'ex-ministro dell'Interno Josef Pavel, l'economista Ota Sik, il parlamentare Frantisek Vodslon, lo scrittore Ludvik Vaculik, l'ex-rettore delta Scuola superiore di partito Milan Huébl, l'ex-campione colonnello Emil Zatopek, ì due famosi commentatori politici della televisione cecoslovacca Jiri Kantutek e Vladimir Skutina, il campione di scacchi Ludek Pachmann e numerosi altri. L'articolista Borivoj Horak, noto per le sue tendenze' dogmatiche e neo-staliniane, commentando l'azione politica svolta da questi personaggi nel 1968. imputa loro di avere diffuso « menzogne », « fantastiche invenzioni », « leggende ». Egli afferma di avere sentito molte persone parlare di « tradimento » a proposito di Dubcek e delle altre personalità progressiste. E subito dopo aggiunge: « Come altrimenti potrebbero essere definiti gli errori il silenzio sull'opinione altrui, la disgregazione premeditata della società e dell'esercito, l'appoggio alle bande anticomuniste? ». Subito dopo Horak pone una serie di domande consecutive: perché gli esponenti della destra in seno al Praesidium non arrivarono ad una concordanza d'idee con gli altri membri? Perché appoggiarono la propaganda anti-socialista e anti-sovìetica? Chi può ancora credere che le loro intenzioni fossero dirette verso tutt'altre mète? Dopo averli accusati dì non aver agito /« _ j 0 100 200 r germaniaO C ' « 1 BERUNO f Km Vv orient. J mO*"**^ Hlt*\^ Poznan |Y PRAGA^L < tlf"\V °* -SLA. ^\ J \ °c '^Bratislava •f!r»^*"V nell'interesse del paese e della classe lavoratrice, ma solo per combattere il Patio di Varsavia, l'articolista conclude perentoriamente: « Essi ci hanno guidato, la responsabilità deve ricadére su di lóro ». E aggiunge infine: «Essi hanno inscenato pogròm ed hanno provocato addirittura vittime umane: tutto ciò dimostra che non si trattava certo di una fioritura del socialismo dal volto umano ». Un altro duro attacco contro i « revisionisti » è stato mosso alla televisione da Jaroslav Havelka, presidente della Commissione di Stato per la stampa e le informazioni. « Bisogna dire tutta la verità sul 1968, sugli errori fatali, sulle deviazioni e sulle gravi responsabilità dei gruppi opportunisti di destra é dei loro leaders», ha affermato. E dopo avere sostenuto che quanto è sucoesso in Cecoslovacchia dal 21 agosto del '68 in poi è la conseguenza inevitabile dell'azione politica dei « revisionisti », egli ha concluso: «Bisogna privare la destra delle posizioni che ancora occupa perché mantenendole potrebbe influenzare l'opinione pubblica ». (-' Gaetano Tumìati lllllllllllllllllllllllllllillllllllllllllllllllllllliiui
Persone citate: Dubcek, Emil Zatopek, Jaroslav Havelka, Jiri, Josef Pavel, Milan Huébl, Ota Sik, Vladimir Skutina
Luoghi citati: Bratislava, Cecoslovacchia, Varsavia, Vienna
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