Gli affitti troppo alti di Giulio Mazzocchi
Gli affitti troppo alti ANALISI Gli affitti troppo alti (Il governo approverà in settimana una serie di provvedimenti) La prossima settimana il ministro della Giustizia, Gava, presenterà al Consiglio dei ministri un progetto di legge sugli affitti. La Commissione speciale della Camera lo esaminerà il 16 settembre, assieme con le proposte già avanzate da alcuni parlamentari. Il 24 settembre l'argomento sarà discusso alla Camera. La necessità d'intervenire è pressante. Secondo un'inchiesta speciale dell'Istat, alla fine del gennaio 1966 vivevano in case d'affitto il 60,7 per cento delle famiglie nei e "oluoghi di provincia e il -.1 per cento negli altri comuni. Lo sblocco parziale degli affitti, concesso alla fine del 1967, avrebbe dovuto provocare nel 1968 un incremento medio dei canoni di affitto sbloccati pari al 13,6 per cento. Ne sarebbe seguito uno scatto di 2 punti della contingenza, che avrebbe trasferito alle famiglie dei lavoratori 120 miliardi di lire nel 1968. Le famiglie, a loro volta, avrebbero pagato 117 miliardi di più d'affitto. Ma il meccanismo messosi in moto è andato oltre le previsioni. Si è aggiunto un acceleramento dell'emigrazione verso i centri industriali, dove i fitti hanno avuto una impennata. Le conseguenze sono state uno sciopero generale contro il carovita a Torino (quello del 3 luglio scorso), e lo sciopero annunciato per la fine di settembre a Milano. Secondo le previsioni (consegnate all'inizio di quest'anno al ministero del Bilancio da parte del « Centro di studi e piani economici »), lo sblocco previsto per la fine del 1969 provocherebbe l'anno venturo un aumento dei fìtti del 35 per cento, con 4 scatti di contingenza, 230 miliardi di lire trasferiti dalle imprese alle famiglie e ben 360 miliardi di lire passati dalle famiglie ai padroni di casa. Un colpo troppo duro per chi vive a pigione e già sta con le spalle al muro. Il governo ha deciso di intervenire con provvedimenti in varie direzioni. Anzitutto sugli affitti. Sarà proposto al Parlamento di prorogare per 12 mesi l'intero blocco oggi in vigore, ma soltanto per gli appartamenti fino a tre camere e che abbiano uno o più inquilini per ogni vano abitabile, sempre che l'affittuario abbia un imponibile inferiore a tre milioni annui. Per i comuni nei quali vi è uno squilibrio tra crescita della popolazione e disponibilità di vani economici e popolari si attuerà un nuovo sistema di blocco, della durata di trenta mesi. Il nuovo sistema, proposto da Donat-Cattin, è in via di perfezionamento al ministero della Giustizia. Un'altra direttrice riguarda l'edilizia. Nelle aree d'intensa urbanizzazione industriale (Torino, Milano) o dove vi è sovraffollamento per miseria (Roma, Napoli, Palermo), la Gescal sarà autorizzata a spendere da 250 a 300 miliardi di lire con urgenza per costruire alloggi popolari. L'intervento generale della Gescal, che scade a fine anno, sarà rifinanziato. Con il 1970 entreranno, quindi, in cantiere imponenti lavori della Gescal, ai quali si aggiungeranno i lavori del piano ospedaliero e dei piani d'edilizia scolastica e universitaria. Il governo vuole evitare che i nuovi programmi si accavallino con le costruzioni di case già in corso, temendo un nuovo rialzo dei prezzi. Perciò, non saranno concesse proroghe ai due anni previsti per completare le case in costruzione in dipendenza della legge-ponte. Giulio Mazzocchi *
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