Tutti puntano al marco come affare del giorno di Renato Cantoni

Tutti puntano al marco come affare del giorno Sono in vista le elezioni tedesche Tutti puntano al marco come affare del giorno Si pensa che sarà rivalutato, comunque vadano le cose - Questa speculazione è causa di pressioni sulla lira e sul mercato dei capitali La lira è da qualche giorno sottoposta a una continua pressione. Ciò era previsto ma ha provocato negli ambienti meno esperti notevoli apprensioni sul futuro della nostra moneta e sono corse ripetutamente voci di una correzione della parità di cambio. Per avere un'idea più chiara della situazione occorre esaminare più a fondo il momento che attraversiamo. I mercati monetari internazionali sono dominati da una precisa scadenza, le elezioni tedesche del 28 settembre. Dall'esito di queste si dovrebbe avere una chiarificazione sulla polìtica economica e monetaria della Germania. Molti pensano però che, comunque vadano le cose, il marco dovrà essere rivalutato. Da qui una corsa all'accaparramento di questa moneta, sempre più vertiginosa a mano a mano che ci si avvicina alla data fatidica. A un esame più razionale del problema risulta evidente che una speculazione sul marco non è poi tanto redditizia: di fronte ad un eventuale guadagno del 6-7 per cento vi è un costo certo del 3-4 per cento, rappresentato da differenza di interessi, oscillazioni di cambio e altri accessori come provvigioni ecc. Ma tant'è: dappertutto si punta al marco come l'affare del giorno. II « Gruppo dei Dieci », che rappresenta i paesi valutariamente più forti, è conscio del delicato momento e sta apprestando i mezzi indispensabili per evitare che un'ondata speculativa di breve periodo possa trasformarsi in un pericoloso maremoto con conseguenze nefaste per l'intero sistema monetario internazionale. In Italia la stagione turistica volge alla fine e le entrate corrispondenti sono in veloce decremento. La Banca d'Italia prevede perciò una pressione sulla lira, sia per arbitraggi in marchi sia per maggiori importazioni, che è la fatale contropartita dei momenti di incertezza monetaria. Finora la lira ha tenuto assai bene, senza o quasi la necessità di interventi dell'istituto di emissione. Solo giovedì il dollaro è salito a 629,50, limite massimo di oscillazione e la Banca d'Italia è dovuta intervenire sia pure in forma assai limitata. Vi potranno essere anche altre ripercussioni, per esempio una lievitazione delle quotazioni delle azioni ad alto contenuto patrimoniale ed un aumento dei tassi internazionali. Lo spostamento, sia pure temporaneo d'ingenti capitali dal dollaro e dal franco svizzero al marco sta rarefacendo sia gli eurodollari sia gli eurofranchi. Di conseguenza gli interessi pagati hanno ricominciato a salire superando di nuovo l'll0-'o per depositi a 90 giorni. Questo non può che attirare altri capitali che saranno in definitiva forniti dalle diverse banche centrali. Ecco perché l'attuale politica del nostro istituto di emissione, tendente ad aumentare il co sto del denaro all'interno e a lasciare scendere le quotazioni dei titoli a reddito Asso, è l'unica possibile per scoraggiare le esportazioni di capitale. Rimangono per ultimi gli interrogativi di indole politica e sociale: questi purtroppo possono complicare le cose spingendo gli incerti a prendere decisioni di fondo, tali da frustrare in parte la complessa azione delle nostre autorità monetarie. Sul mercato dell'oro richiesti i marenghi svizzeri e francesi e in frazionale rialzo l'oro fino. Renato Cantoni

Luoghi citati: Germania, Italia