Parigi vuol riannodare i legami internazionali

Parigi vuol riannodare i legami internazionali Il programma di austerità francese Parigi vuol riannodare i legami internazionali E' questo l'indirizzo di fondo del nuovo governo Chaban-Delmas, anche nella politica economica e monetaria Il programma francese di austerità, ieri l'altro approva to dal Consiglio dei ministri, non è agevole da intendere per due ragioni sostanziali La prima, che le nuove misure costituiscono solo una parte della complessa politica che viene realizzando l'attuale ministero Chaban-Delmas. La seconda, che in dipendenza della scomparsa dalla scena politica del generale De Gaulle, il nuovo governo intende modificare, abbastanza risolutamente, taluni indirizzi di fondo dell'economia francese, ricondurla a più intensi legami internazionali, migliorarne l'efficienza produttiva, permetterne l'inserimento nel sistema monetario internazionale, alle cui disponibilità la vicina Repubblica ha dovuto anche recentemente attingere. Il programma di austerità, ciò detto, accoglie innanzitutto alcune componenti abituali di questi piani di risanamento. La politica deflazionistica è esercitata con le direttive impresse dalla Banca Centrale al sistema del credito e con l'indurre le imprese private ad attirare capitali dall'estero, utilizzando per impieghi produttivi loro disponibilità presso le banche e distribuendo, si spera a suo tempo, maggiori utili. Le norme emanate in fatto di ammortamenti hanno lo scopo evidente di assorbire, in parte, queste liquidità, mentre le disposizioni che incidono direttamente sugli utili delle banche aspirano a diminuire, oltre tutto, le preferenze di certi istituti verso talune forme di impiego di liquidità all'estero. I bilanci di singole banche ne saranno toccati, tuttavia si spera che gli istituti giungano a trattenere i depositi della clientela, rimunerandoli con interessi per il momento troppo limitati o addirittura inesistenti. Ciò purtroppo sospinge soprattutto le famiglie a quegli impieghi del denaro in beni rifugio che oggi si vuole frenare. L'azione deflazionistica è esercitata, poi, attraverso la manovra del bilancio dello Stato, di cui si tende a riconquistare l'equilibrio, non soltanto attraverso un non facile aumento delle entrate, talvolta controproducente agli effetti della formazione del reddito, ma anche attraverso una maggior sorveglianza delle spese. Ripetendo un indirizzo già a suo tempo adottato dai ministri del generale De Gaulle, dopo la crisi del novembre scorso, anche il nuovo ministero Chaban-Delmas riduce drasticamente gli stanziamenti a favore delle varie grandi amministrazioni (Difesa), ma pone l'accento sul fondo di stabilizzazione anticongiunturale. La Francia sembra abbia nuova coscienza di vivere in un mondo complesso, in più dominato da impulsi energici ed imprevedibili, e desidera ottenere, nel quadro europeo, tassi di sviluppo più uniformi e soddisfacenti. Come raggiungere tutti questi scopi: ragionevole equilibrio fra domanda ed offerta globale, fra risparmio ed investimenti, fra entrate e spese dello Stato? Si risponde: riconducendo l'economia francese, in maggior misura, sotto il dominio delle impersonali leggi del mercato. Ciò appare da molti segni che non si ritrovano soltanto nell'ambito fiscale. Le grandi imprese, ad esempio, devono bensì sopportare certi maggiori oneri in fatto di ammortamenti, ma vengono agevolate dal fisco che eserciterà la pressione fiscale sui maggiori contribuenti, in modo da evitare taluni eccessi della precedente legislazione. Il controllo sui prèzzi industriali, non molto tempo fa reso più severo, verrà al più presto revocato, quello sui prezzi del commercio reso più flessibile. Si accetta perfino, altro indizio, piccolo ma abbastanza significativo, di tener conto che i mezzi di trasporto nel mondo moderno non costituiscono solo un bene voluttuario, ma altresì uno strumento di lavoro, assai fecondo per la formazione del reddito. Un aspetto interessante della complessa politica del nuovo Gabinetto si ritrova perfino nell'aperta critica sul l'efficienza degli enti pubblici che dovrebbero essere so¬ spinti, non meno delle imprese private, ad adottare criteri assai severi nel quadro dell'utilizzazione dei fondi che essi ottengono a carico del bilancio dello Stato, oppure attingendoli dal mercato. In queste settimane sono state promosse inchieste non soltanto su numerosi enti pubblici francesi, ma anche sui grandi enti pubblici stranieri. Sono apparsi titoli significativi: a Servizio pubblico o servìzio pel pubblico? », seguiti dall'affermazione che, dopo i recenti disservizi, certe attività erano in ribasso e che, ad esempio, per il recapito della corrispondenza conveniva forse servirsi di imprese rette con criteri privati. Sono esagerazioni, ma che valgono a caratterizzare la atmosfera in cui è proposto il nuovo piano di austerità Giscard d'Estaing.. Le argomentazioni che, fino a qualche tempo, fa, avevano larga diffusione nel campo monetarlo, sulla falsariga delle tesi Ruèff, oggi non sono certo dimenticate, ma appaiono assai lontane. Ferdinando di Feriizio

Persone citate: De Gaulle, Delmas, Giscard D'estaing

Luoghi citati: Feriizio, Francia, Parigi