Le inquiete minorenni di Piero Cerati

Le inquiete minorenni ANALISI Le inquiete minorenni (In media ogni anno 1500 fuggono di casa. Perché?) Sei ragazze sui quattordici anni sono fuggite da casa, a Roma, negli ultimi cinque giorni. La notizia è d'i ieri. Secondo i dati del Ministero, in Italia le minorenni fuggitive sono circa 1500 l'anno. Ma pare sia un dato che pecca di ottimismo, perché le statistiche ufficiali tengono conto soltanto dei casi denunciati dai parenti. Di solito queste ragazze tornano o sono rintracciate dopo breve tempo. La tragica vicenda di Maria Teresa Novara è una delle rare eccezioni. A Torino in questo dopoguerra le cronache ricordano soltanto due giovani scomparse per sempre: la ricamatrice Jolanda Bianco, che fuggì nel 1946, e l'impiegata Bruna Zuliani, sparita nel 1953. Perché le minorenni fuggono? Si parla di solito di incomprensione in famiglia, di timore degli esami, di desiderio di imitare le eroine del cinema o dei facili romanzi. Ma dietro questi motivi, che possiamo chiamare occasionali, quasi sempre sta la nevrosi, una malattia sociale che si manifesta in modo diverso a seconda delle varie epoche. Cent'anni fa si aveva una « somatizzazione isterica », ossia i disturbi psichici si traducevano fisiologicamente in svenimenti. Nel Medioevo si aveva una. « somatizzazione ossessiva »: le cosiddette indemoniate o possedute dagli spiriti si gettavano nel fuoco. Oggi la nevrosi dei giovani ' (che sono i più vulnerabili nella sfera psichica) si manifesta soprattutto nella fuga. Gli psicologi osservano che va accentuandosi la discrepanza tra maturità intellettuale (che è migliorata nei minori) e maturità affettiva (che invece è diminuita: il nucleo familiare tende a disgregarsi, perché padre e madre lavorano e possono dedicarsi sempre di meno ai figli). La ragazza non si ritrova in casa, ha la sensazione d'essere incompresa, privata dei suoi « diritti alla vita ». C'è da aggiungere che la fuga non spaventa più, perché il viaggiare è diventato un fatto normale anche per i ragazzi soli. Ci dice lo psichiatra prof. Anselmo Zanalda: «Dietro ogni fuga va cercata una gracilità mentale. Su cento ragazze scappate da casa almeno ottanta hanno scelto la fuga, perché non sapevano come affrontare diversamente i piccoli o grandi problemi della loro vita. La fuga è la soluzione più facile (è la reazione istintiva dell'animale dinanzi ad un perìcolo, vero o presunto). Per questo bisogna andar cauti prima di giudicare " perdute " o " cattive " le minorenni che abbandonano la casa. Sovente sono soltanto delle malate, bisognose di affetto o di cure ». Poche, in percentuale, sono le minorenni che cadono nel « racket del marciapiede ». L'avventura le affascina, ma la brutale realtà sovente le spaventa. Più numerose quelle che si lasciano attrarre dall'esperienza dei clan dei capelloni. Qualcuna va all'estero, come Eda Martinelli, sedicenne, che da Modena se ne andò sulla Costa Azzurra. Irretita venne inviata nel Pakistan; la fece rimpatriare il consolato italiano. Il numero delle ragazze che fuggono da casa è maggiore nel Centro-Nord che nel Sud. A Milano si parla di quattrocento l'anno (nei due ultimi mesi, luglio e agosto, sono state sessanta, ma tutte tornate spontaneamente o rintracciate dalla polizia). A Torino furono 350 lo scorso anno, 252 nel 1967, e 200 nel 1966. Il costante aumento si spiega non solo con l'immigrazione, ma anche con la pubblicità che vien data alle fughe. Il sapere che altri hanno fatto l'esperienza concorre a vincere gli scrupoli e la naturale titubanza che ognuno prova per il fatto nuovo. A Genova la media è di cento l'anno, a Roma di 316. A Palermo l'anno scorso fuggirono 89 minorenni, delle quali 82 rintracciate; ma da gennaio a fine agosto già sono 81 (71 rientrate a casa). Piero Cerati

Persone citate: Anselmo Zanalda, Maria Teresa Novara, Martinelli

Luoghi citati: Genova, Italia, Milano, Modena, Pakistan, Palermo, Roma, Torino