I banditi sardi rompono la tregua

I banditi sardi rompono la tregua LA SCOMPARSA DEL CONSULENTE MINERARIO DI SILIUS I banditi sardi rompono la tregua Ancora nessuna traccia dell'ing. Enzo Boschetti - Si sperava che dopo la cattura di Mesina ed altri capi della malavita il banditismo fosse stato stroncato - Ma la realtà è purtroppo diversa - Quest'ultimo episodio riapre un triste capitolo nella vita dell'Isola - La moglie dello scomparso giunta in aereo a Silius (Nostro servizio particolare) Cagliari, 4 settembre. E' il rituale di sempre in simili circostanze: carabinieri, agenti di P.S. e «baschi blu » perlustrano le campagne, s'infilano in qualsiasi spaccatura di roccia, esplorano le grotte; altre pattuglie seguono i cani poliziotti sguinzagliati su una pista che è utile verificare; assidui controlli nei posti di blocco dove le camionette della polizia sono disposte a pettine; il frullìo degli elicotteri che coordinano le battute. Dall'alba di martedì nelle montagne del Gerrei ad una settantina di chilometri da Cagliari si cerca l'ingegnere minerario Enzo Boschetti scomparso lunedì pomeriggio. Oggi è giunta in aereo a Silius la moglie del professionista: era disperata. E' un sequestro di persona? Senza che l'ipotesi del rapimento venisse esclusa, s'erano tenute in considerazione alla prima notizia del fatto anche altre eventualità. Enzo Boschetti ha sessantanni, pesa oltre cento chili e soffre di ipertensione arteriosa. Non è dunque l'ostaggio ideale. Generalmente i banditi cambiano in continuazione nascondigli: stanno fermi di giorno nascosti in qualche forra e di notte s'avventurano in spossanti camminate verso un altro covo. L'ostaggio deve essere in grado di seguirli e di reggere alle privazioni d'una prigionia spesso lunga. Poi: Boschetti non è molto ricco. Ha un reddito fisso come consulente della miniera di Silius. Qui s'estraggono galena e fiuorina, gli operai sono centonove più cinque impiegati. Proprietario della miniera è il conte Giurini di Milano. Con immagine piuttosto brutale ì passibili di rapimento vengono definiti ta Sardegna limoni da spremere. Pochi pensavano che un uomo della condizione dell'in;;. Boschetti fosse i un limone da spremere. Terza considerazione: la famiglia del professionista risiede a Padova. Nella logica del sequestro di persona l'ostaggio non è il soggetto della contrattazione; scade ad oggetto di scambio, è solo merce preziosa. I naturali interlocutori sono i familiari; con essi i banditi stabiliscono il contatto e trattano la cifra per la liberazione. Tanto più le trattative si fanno complicate e di esito incerto quanto meno i familiari del prigioniero sono integrati nell'ambiente: non conoscono possibili mediatori per la consegna del denaro. Quarta: Silius, dove l'ingegnere è scomparso, dista parecchio dall'area nevralgica del banditismo sardo. La gente parla: vede e racconta, Non vige come in Barbagia la regola del silenzio. Lunedì hanno visto l'ingegner Boschetti a Monastir al volante della sua automobile; poi lo hanno visto a S. Basilio; infine due operai che incrociavano in un fratturo l'auto dell'ingegnere si sono accorti che dentro la vettura sedevano tre o quattro individui ed il professionista veneto non c'era più. Hanno descritto l'individuo alla guida: cappello a larghe tese, gli occhiali scuri benché fosse già buio. Che la gente di qua parla, i banditi non lo ignorano. Possibile che deliberatamente si siano esposti al rischio di essere identificati? Per tutte queste ragioni i dirigenti della Criminalpol inclinavano a tenere in qualche conto ipotesi diverse dal rapimento. Ed ecco la prima: l'Ingegner Boschetti ha appena incassato a Cagliari mezzo milione di sue spettanze professionali. Sono le 18 quando parte alla volta di Silius. Qualcuno sta in agguato per depredarlo. L'assale, è riconosciuto, e per assicurarsi la impunità l'uccide eliminando così l'uomo che è insieme vittima e testimone. Ma il cadavere dov'è? Le ricerche della Criminalpol sono state vane: ora l'ipotesi della rapina seguita da assassinio comin eia a vacillare. E affiorano le confutazioni agli argomenti richiamati per escludere il sequestro di persona. E' vero che Boschetti è un ostaggio ingombrante per il suo stato fisico: anziano, e di salute malferma. Erano anziani e malati però anche Pompeo Solinas e Aurelio Bagnino: non di meno furono rapiti e non se ne è più trovata traccia. E' vero che Boschetti non ha grandi ricchezze: nemmeno Petretto era particolarmente ricco eppure dovette subire la tor¬ tura di una prigionia durata tre settimane: il « basista » può sbagliare; può, come si dice da queste parti, fare di una mosca un elefante, e scambiare l'agiatezza per grossa capacità patrimoniale. E' vero che 1 familiari, dell'ing. Boschetti non risiedono in Sardegna; ma stavano fuori anche i familiari del lombardo ing. Palazzini, rapito ad Olbia nel maggio di tre anni fa. E' vero che la gente di Silius parla e non c'è da fidarsi; però parla anche la gente di Cagliari, e questo non impedì ai fuorilegge di sequestrare il medico Deriu, l'industriale Morales e il possidente Mannatzu, addirittura alle porte della città. Il lungo drammatico repertorio dei sequestri avvenuti in Sardegna negli ultimi anni comprende i più diversi criteri di comportamento dei banditi: non è che l'av¬ ventura del professionista scomparso lunedi sia senza precedenti. Ma, diciamolo pure, la tendenza ad escludere che l'ing. Boschetti fosse stato rapito poggiava più che su basi razionali, sul rifiuto ad ammettere che il fenomeno del banditismo sia nell'isola piaga ancora certa, dopo tanti apprezzati successi nella lotta ai briganti. Da secoli ogni stagione di tregua viene interpretata dai sardi meno attenti alle ragioni di fondo di queste ventate di terrorismo e dalle autorità, paghe dei risultati repressivi fin 11 conseguiti, come un periodo di convalescenza prima della definitiva guarigione. Regolarmente all'illusione segue il disinganno. Furono catturati Mesina, Cherchi e Falconi; furono uccisi lo studente-bandito Pirari. Certo un duro colpo in- ferto alla malavita. L'estate del '68 trascorse placida: neanche un rapimento, diversamente da quando battevano la macchia uomini dell'intraprendenza di Mesina. E si ritenne sconfitta una volta per sempre l'orda delinquente. Poi ta autunno la nuova ondata di sequestri: rapiti l'industriale Ticca a Dorgali, lo studente Onni a Santulussurgiu, l'allevatore Ledda a Bortigali, il possidente Mannatzu a Cagliari. Altre catture, altre uccisioni di latitanti in conflitti a fuoco; centinaia di persone sospette, spedite a domicilio coatto. Non si registrano nei primi mesi di quest'anno clamorose imprese brigantesche. Ancora si crede che 11 banditismo sia definitivamente liquidato: ma il 22 giugno scompare a Nuoro il possidente Giovanni Ledda: non se ne saprà più nulla. Infine è la volta dell'ingegnere Enzo Boschetti. Ad ogni nuovo episodio di banditismo si fa il nome dei fuorilegge più pericolosi in libertà. Di quelli che insieme a Graziano Mesina erano effigiati su tutti i muri dell'isola con i bandi di ricerca; è adesso alla macchia Giuseppe Campana: dieci milioni di taglia. Inutilmente gli danno la caccia da quattro anni. Lo prenderanno, è inevitabile. Ma anche quando l'avranno catturato nessuna illusione. A rischio d'apparire incitai alle ripetizioni banali occorre dire che nessuno, nemmeno uomini di medio censo, come l'tag. Boschetti, è in Sardegna al riparo dall'aggressione dei banditi, finché durerà il malessere che di quel fenomeno è continuo alimento. Reprimere non basta: lo insegnano 1 fatti. Giuseppe. Fiori Enzo Boschetti, l'ingegnere scomparso in Sardegna