Ottenute nuove piante dall'incrocio con batteri

Ottenute nuove piante dall'incrocio con batteri I sensazionali progressi della biologia Ottenute nuove piante dall'incrocio con batteri Si sarebbe raggiunta una vera «fusione genetica» ira il DNA di taluni vegetali e quello dei microrganismi - L'annuncio dato da due scienziati belgi Enormi prospettive nel campo dell'agricoltura e della produzione di alimenti (Nostro servizio particolare) Londra, 3 settembre. La scienza si trova forse alla vigilia d'una grande scoperta nei settore della biologia più delicato e più suscettibile di impensati sviluppi per l'avvenire stesso dell'umanità, quello della genetica, la legge che regola la trasmissione e la « trasformazione » dei caratteri ereditari delle specie: un gruppo di scienziati belgi è riuscito a incrociare piante con batteri. Il risultato è stato un nuovo tipo di piante modificate dai gèni dei batteri. In questi ultimi anni le ricerche degli scienziati si sono sempre più orientate ad indagare gli aspetti chimico-molecolari dei fenomeni della vita, e i risultati si susseguono con una rapidità che lo stesso specialista trova difficoltà a seguire. Ricordiamo soltanto la iescrizione da parte di James Watson e di Francis Crick della struttura elicoidale del DNA, la complessa proteina che reca nelle sue molecole quello che si usa definire il « codice della vira », struttura poi esaminata ai raggi X da Maurice Wilkins (e per questo i tre studiosi ebbero nel 1962 il premio Nobel per la medicina). Nell'anno scorso si ottenne la sintesi dell'insulina, quindi della ribonucleasi (Merrifield, Gutte, Denkewalter e Hirschmann) e infine, nel maggio di quest'anno, l'identificazione della struttura chimica di un anticorpo da parte del gruppo del professor G. M. Edelman. Per rendersi conto della difficoltà dei problemi in discussione, si pensi che la proteina analizzata dal ricercatore della Rockefeller University contiene 1320 aminoacidi e 19.996 atomi, pesando 150 mila volte più di un atomo di idrogeno. Ma torniamo all'impresa dei due scienziati belgi. Questi non hanno ottenuto pianticelle brulicanti e striscianti a guisa di amebe, né batteri aventi forma di foglia, ma hanno creato nuovi tipi di piante « modificate » dai gèni dei batteri. In diversi casi le mutazioni sono permanenti e si trasmettono, attraverso i semi, per più generazioni. Le implicazioni, nel settore dell'agricoltura e della produzione di alimenti, sono enormi. Un botanico genetista ha detto: « Questo fatto potrà portarci a realizzare il sogno di progettare nuove piante secondo piani precisi, o creare nuovi generi di piante finora non esistenti. Siamo tutti molto eccitati ». L'annuncio dell'esperimento è stato dato a Washington dai dottori L. Ledoux e R. Huart del Nuclear Energy Research Center di Mol, nel Belgio. Biologi, che hanno esaminato il loro lavoro con estrema cura e che usualmente sono tremenda¬ mente scettici in fatto di scoperte rivoluzionarie, sono convinti che i due scienziati belgi sono riusciti a compiere un vero « incrocio genetico » fra batteri e piante. Alcuni incroci parziali erano già riusciti al dott. Ledoux qualche anno fa. Egli ha dimostrato che, allorché pianticelle ancora in germe vengono irrorate con materiale genetico (D.N.A.) di batteri, questo DNA dei batteri può penetrare all'interno dei nuclei delle cellule vegetali dove sono contenuti i geni. Il dott. Ledoux ha ora portato avanti il suo lavoro, riuscendo a « fondere » il DNA dei batteri con quello delle piante così che ora lo sviluppo chimico dell'organismo vegetale viene controllato da ambedue. In un sensazionale esperimento i belgi hanno preso pianticelle di arabidopsis che non potevano sintetizzare clorofilla per la mancanza d'un singolo gene. Di conseguenza, tutte le foglie erano bianche. Quando le pianticelle vennero messe a contatto coi batteri che contenevano il gene mancante, diventarono capaci di produrre clorofilla e le foglie presero un bel colore verde. Sorprendentemente questa capacita venne trasmessa da generazione a generazione attraverso i semi. Nessuno sa, tuttavia, se queste trasformazioni saranno veramente permanenti; ad un certo momento le piante, modificate, potrebbero ridiventare « normali ». Inoltre fatti del genere non è detto che avvengano per tutti i tipi di piante; finora gli scienziati belgi hanno avuto ben poco successo, ad esempio, con l'orzo. Comunque, anche se le difficoltà sono ancora grandi, gli agricoltori sono forse sulla soglia di acquisire nuovi, inimmaginabili poteri. Invece di incrociare laboriosamente tante varietà di piante, sperando di ottenere nuove qualità con una maggior resistenza a certe malattie o un più alto contenuto proteico per i cereali, potranno mettersi al lavoro con la sicurezza d'un progettista di macchine. Uo 0dd. Modello Watson-Crick di una molecola D.N.A. Foto al microscopio elettronico di una molecola di D.N.A.

Luoghi citati: Belgio, D.n.a., Londra, Washington