La moglie di Adolfo Meciani urla «Mio marito è solo una vittima!» di Umberto Zanatta

La moglie di Adolfo Meciani urla «Mio marito è solo una vittima!» Polemica conferènza stampa sul «giallo» di Viareggio La moglie di Adolfo Meciani urla «Mio marito è solo una vittima!» Ieri la signora, ventiquattrenne, ha convocato i giornalisti nella tua casa - Dice: «Lo hanno trattato come il peggiore dei criminali. In carcere non è stato visitato né dal medico né dal cappellano. Eppure sapevano che aveva già tentato il suicidio» Viareggio, lunedì mattina. Marcella Farnocchia, di 24 anni, moglie di Adolfo Meciani lancia accuse agli inquirenti. Ieri mattina alle 10 ha ricevuto i giornalisti nel salotto di casa dove la volta scorsa avevamo parlato con suo marito. Allora si stringeva affettuosamente a lui; ieri, a tenerle compagnia, c'era soltanto il figlio Alessandro un bimbo di diciotto mesi coi riccioli biondi e una tuta rossa. «E' per lui — ha detto la donna — che ho sentito il dovere di parlarvi perché quando sarà grande dovrò dargli delle spiegazioni, dovrò raccontargli chi era suo padre e perché ha fatto questa orribile fine. I responsabili di certe calunnie e di certe indiscrezioni sono coloro che vi hanno dato le notizie, proprio quelli che maggiormente erano tenuti a non parlare ». Marcella Meciani, pettinata alla maschietta, i capelli bruni, il viso leggermente pallido, veste una gonna blu e una maglietta alla marinara. «Lo hanno trattato — dice, commossa — come il peggior criminale del mondo. E sapevano in che condizioni era. Lo hanno preso l'ultima volta, la terza, dopo la mezzanotte quando era a letto con 38° di febbre. Era dimagrito di dodici chili e lo hanno costretto ad interrompere le cure che faceva. Mi risulta che in carcere non abbia mai mangiato e che abbia dormito pochissimo. E so an- che che neppure una volta è stato visitato da un medico. Noii ha mai ricevuto una parola di conforto, neppure da un cappellano. Loro sapevano cosa poteva accadergli. Hanno sequestrato le cartelle cliniche di Nozzaro (n.d.r. - la documentazione che dovrebbe testimoniare i due tentati suicidi del Meciani, dei sette elettrochoc subiti, e delle crisi depressive cui era soggetto). Un amico è anche andato a dirlo ai carabinieri ed è stato messo a verbale. La seconda volta che è stato fermato, e lo interrogarono nel carcere di Pisa, ha tentato di uccidersi. Con la scusa di volere un bicchiere d'acqua ha fatto allontanare un maresciallo. Lo hanno sorpreso mentre tentava di piantarsi un tagliacarte nel cuore. Non è accaduto nulla, perché si è piegata la lama. Ma la carne era tagliata. Non aveva scherzato ». La signora Meciani prosegue: « In carcere era così ben sorvegliato che ha avuto tutto il tempo per strappare un lenzuolo ai canapa, per farsi una corda e come minimo ha impiegato più di mezz'ora. E poi mi consta che l'abbiano portato all'ospedale 35 minuti dopo che si era impiccato, e ogni minuto di ritardo, come sapete, può essergli stato fatale. Io sono stata avvertita da due di voi, due ore dopo. E poi mi domandano i conti delle cure da pagare ». E ancora: « No, mio marito certi vizi non li aveva proprio. Correva dietro alle sottane. Marco Baldisseri l'aveva visto soltanto una volta, anni fa. Ma lui in tutta questa storia non c'entra, è completamente innocente, ne sono sicura ». « Quanto è accaduto — aggiunge la giovane donna — è inconcepibile. Non si può accettare che un cittadino venga trattato a questo modo in base alle accuse lanciate da tre ragazzini. E poi, perché mio marito sì e gli altri no? Una sera mi hanno portato addirittura in casa quel Rodolfo Della Latta, senza dirmi nulla, senza avere un pezzo di carta, senza che ci fosse un magistrato. Me li sono trovati sul pianerottolo. Quello, rosso in viso e con gli occhi stralunati, è entrato, ha indicato la finestra di questo salotto e ha detto che gli pareva fosse qui. Ha detto che era sicuro di questa casa, ma che i mobili gli parevano diversi. Poi ha sbirciato nell'altra stanza e, dopo averla vista, come la potete vedere voi, ha puntato l'indice e ha esclamato che là c'era la camera da letto. E mio marito è finito in galera per la deposizione di un ragazzo del genere ». Qui finiscono le dichiarazioni della signora Meciani. Per domani o dopodomani è atteso l'arrivo del francese diciassettenne Noèl Veneziani, che dovrebbe sapere come è morto Ermanno. E' stato rintracciato a Parigi. Stando alla deposizione resa tempo addietro alla polizia. Veneziani era coti Marco Baldisseri quando questi gli chiese un consiglio, « perché loro erano nei guai perché avevano i ucciso Ermanno sulla Marina di Vecchlano ». Umberto Zanatta

Luoghi citati: Parigi, Viareggio