Il tifoso e il gioco di Giovanni Arpino

Il tifoso e il gioco in campo Il tifoso e il gioco (jQk atleti sono stanchi, ma il calcio è sempre vivo nelle discussioni) I lettori scrivono, domandano, propongono, criticano. Anche se gli avvenimenti sportivi, «Tour» a parte, vanno decrescendo, i tifosi non si .arrendono alla pausa estiva. Per ima partita di Coppa Italia, torneo che non ha mai goduto di squillanti favori, si raccolgono oltre cinquantamila persone in uno stadio. Per dare un'occhiata all'ombra di un Pelé, San Siro ha messp insieme un notevole pubblico pagante. L'agonia stagionale non trova mai riscontro negli appassionati, disposti a spendere e intrupparsi come sempre. Calcio-mercato, ingaggi dei giocatori, la nuova sfida Gimondi-Merckx al Tour, sono gli argomenti principi. I lettori ne approfittano per dir la loro ai critici: scrivono da Carmagnola e da Monsummano, da Terni e da Sassari, rampognando o plaudendo, illudendosi sempre. Lo sport spettacolo non esaurisce la sua carica neppure quando il calendario è estinto, e molti, moltissimi appassionati desiderano esprimere non solo pareri tecnici, ma suggeriscono nuove disposizioni di legge per l'antidoping, per l'uso del quattordicesimo giocatore, per la futura Nazionale che nel giugno del '70 dovrà battersi in Messico. La vacanza imposta alla cronaca spicciola. Insomma, fa scaturire la teoria: a fiumi, a cateratte. Non c'è un tifoso, in Italia, che non sia padrone esclusivo di una sua ricetta, spesso interessante, talora assurda ma anche motivata. Si va dal tennis in coma alle bocce, da cosa dovrebbe fare Carniglia al pugilato, si critica il Tour impostato su squadre di marca anziché su « nazionali » e si prevede il futuro campionato di calcio come uno dei più accesi degli ultimi dieci anni. Tre pagine di giornale non basterebbero a raccogliere tutti gli spunti, le lamentele, le accuse, le ironie, le speranze, gli atti di fede della popolazione tifosa, variegata come nessun'altra. Helenio il mago, per esempio, è un uomo capacissimo di stimolare il suo pubblico. Della Coppa Italia, manifestazione calcistica confusa e negletta, sta tentando di fare una sua piattaforma personale, paragonandola magari alla Coppa d'Inghilterra. Se un Helenio non ci fosse, bisognerebbe inventarlo, per dar fiato alle trombe e per riempire colonne di pagine sportive. E' l'uomo più citato dai quotidiani, fa notizia ogni giorno. Quando non fa, inventa. Quando gli altri tirano il fiato, lui è ancora in palcoscenico a recitare il suo monologo senza fine. E' un professionista fanatico e un impareggiabile « manager» di se stesso: avrebbe venduto il ghiaccio agli esquimesi. Con la sua Rometta ha trepestato fino a battere o irretire squadre maggiori, rendendo qua e là fanatico persino certo disincantatissimo pubblico capitolino, più disposto alle urla che a veri manicaretti di buon foot-ball. Grazie a Herrera la Coppa Italia ha indubbiamente avuto un suo rilancio, magari effimero e locale ma autentico. Il calcio, evidentemente, ha bisogno anch'esso di pubbliche relazioni, di « press-agent », di montaggi reclamistici, Gli atleti sono stanchi? Si battono con gli ultimi residui di fiato, con le caviglie logore, con gli occhi di fuori? La cosa conta relativamente. L'importante, sembra pensare con Herrera la gran massa di pubblico, è che questi atleti scendano in campo, non badando all'ora e con quale scopo. L'importante è che si battano attorno a un pallone e che le leggi del consumo spettacolare siano rispettate. Entro questa cornice le vicende degli uomini del calcio (il vecchio e glorioso Hamrin costretto a lasciare il Milan, l'imberbe diciottenne valutato mezzo miliardo) perdono peso, come ingranaggi di una macchina affascinante proprio perché mo struosa. Se lo sport è uno dei tanti specchi della vita, bisogna concludere dicendo' sarà grande, sarà ricco di smemoratezze e. di stimoli ma fa sempre meno sorr 'ere. Sempre meno è gioco. Giovanni Arpino

Persone citate: Carniglia, Gimondi, Hamrin, Herrera, Merckx

Luoghi citati: Carmagnola, Inghilterra, Italia, Messico, Rometta, Sassari