Drammatica notte in un ospedale di Geaova Un giovane si uccide davanti alla madre di Filiberto Dani

Drammatica notte in un ospedale di Geaova Un giovane si uccide davanti alla madre VENTIDUE ANNI, ERA IN ATTESA DI PROCESSO PER FURTO Drammatica notte in un ospedale di Geaova Un giovane si uccide davanti alla madre Il ragazzo, armato di un fucile Flobert, è entrato nel nosocomio. All'agente di servizio ha detto: «Ora mi sparo» Accorrono gli infermieri e altri agenti - Per due ore e mezzo si tenta di dissuaderlo - Poi, avvertita, arriva la madre La donna, in lacrime, lo scongiura di tornare a casa e si getta su di lui. Ma il giovane preme il grilletto - Poco dopo muore (Dal nostro corrispondente) Genova, 27 giugno. Un giovane di 22 anni, Gerardo Martino, si è ucciso con un colpo di fucile sotto gli occhi della madre e di una dozzina di persone, dopo essere rimasto per due ore e mezzo con l'arma puntata alla tempia. L'allucinante episodio è avvenuto la notte scorsa nell'atrio dell'ospedale di Sampìerdarena. A nulla sono valsi i tentativi d'indurre il giovane a gettare l'arma: Gerardo Martino ha premuto il grilletto un attimo prima che la madre, Antonietta, 50 anni, gli si gettasse addosso. Il giovane era ossessionato dal pensiero di due processi che avrebbe dovuto subire per furto. Gerardo Martino abitava con la madre (il padre vive lontano dalla famiglia) in un modesto alloggio di via Pasubio 31, a Bolzaneto. Era di carattere chiuso, scontroso. Per gualche tempo aveva lavorato come garzone di stalla nel circo di Darix Togni. Poi a Varazze, come facchino, in una pensione. Ma era la madre a mantenerlo con il suo lavoro, presso un'impresa di pulizie, che la impegnava quasi tutto il giorno, da anni, e non le lasciava il tempo di badare al suo ragazzo. Un giorno dello scorso aprile, a Savona, Gerardo venne sorpreso a mendicare; fu condannato a 10 giorni di carcere. Insieme con un coetaneo aveva poi commesso due piccoli furti per i quali era stato denunciato. Giorni \fa, gli era arrivata la cartolina di chiamata alla leva e proprio ieri, 26 giugno, avrebbe dovuto presentarsi al centro reclute di Intra. Il pensiero del carcere e quello del servizio militare gli hanno reso insopportabile la vita. Il Martino è entrato stanotte nell'atrio dell'ospedale di Sampierdarena con un fucile « flobert » calibro 9 (un solo colpo in canna); sì è rannicchiato in un angolo, accanto alla porta del posto di polizia, gridando all'agente di servizio: « Sono venuto qui per uccidermi, nessuno si avvicini altrimenti faccio una strage ». L'agente Paolo Garzino ha subito dato l'allarme; sono accorsi quattro infermieri, il direttore sanitario, prof. Gaetano Cavallaro, il cappellano don Francesco e quindi, dalla questura, il funzionario di notturna con una squadra di agenti. Hanno cercato di avvicinarsi al giovane per disarmarlo, ma sono stati costretti ad arretrare di fronte alle sue minacce: « Tiratevi indietro altrimenti vi sparo ». E' cominciato allora un drammatico dialogo a distanza: « Stai calmo, non ti tocchiamo. Perché vuoi farlo? ». « Ho deciso così. Devo morire ». « Come ti chiami? ». « Non importa il mio nome. Voglio farla finita ». Il dialogo si è protratto per più di due ore. « Non posso vedere i preti — ha detto il giovane al cappellano — e nemmeno le suore. Sono stato tanti anni in collegio e le suore mi picchiavano ». E al funzionario di questura: « Odio la polizia, non fatemi vedere poliziotti altrimenti sparo ». Il cappellano ha tentato di commuovere Gerardo ricordandogli la madre: « Hai una mamma, no? E allora aspettala, la saluterai per l'ultima volta». « Non fate venire mia madre — è stato la risposta — non serve più. Voglio soltanto morire in pace ». Nel frattempo Antonietta Martino, rincasata dopo la mezzanotte, aveva trovato sul comodino della sita camera da letto una lettera dì Gerardo: « Carissima mamma — aveva scritto il giovane — ti scrivo questa lettera per farti sapere che ho intenzione di uccidermi. Forse quando leggerai questa lettera sarò già morto. Comunque, a domani non arrivo vivo. Non ti affrettare a chiamare 1 carabinieri perché sarebbe mutile; non potranno fermarmi in tempo Ho portato con me il fucile e 30 pallottole. Ormai ho deciso che non posso più vivere. Sono nei guai fino al collo. Mi aspettano due o tre anni di carcere. Aspetto altri due processi. Devo partire per il militare. E tante altre cose. La mia vita finisce a 22 anni. Una vita mal vissuta. Così la finisco una volta per tutte». La lettera continua: « Non sono stato un buon figlio per te e mi dispiace. Cara mamma, prega per me e per favore fammi dire una Messa. \nche se, credo, non servirà molto. Con tutti i peccati che ho commesso a me spetta un solo posto. Prega S. Gerardo. Quando lavoravo a Varazze (a Villa Centa) mi sono innamorato di una ragazza che lavorava con me. Si chiama Emilia. E' per questo che me ne sono andato, ma è stato tutto inutile. Questo è un altro motivo per cui mi uccido. Però non è colpa sua. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiii Mamma, ti prego, parla a questa ragazza e dille di non avere rimorsi per la mia morte. Non è colpa sua. Si vede che era destino che dovevo finire così. Ma forse è meglio così. Non ho mai fatto niente di buono nella vita. Chiedo perdono anche a tutti gli zii e alle zie e a nonna e a papà. Digli di perdonarmi di tutto il male che ho fatto loro. E preghino per me ». « Mamma ora ti lascio — conclude lo scritto — mentre scrivo sto piangendo. Addio, mamma, e perdonami ». La povera donna, sconvolta, si è precipitata alla stazione dei carabinieri del quartiere e, mezz'ora dopo, è arrivata un'auto della polizia che l'ha portata all'ospedale di Sampierdarena. Antonietta Martino è corsa verso il figlio, rannicchiato a terra, con il fucile puntato alla tempia. « Va' via, mamma — le ha urlato Gerardo — mi sparo ». « No, figlio mio, no! Aspetta.. ». La donna si è gettata sul figlio ma nello stesso istante il giovane ha premuto il grilletto Erano le 4.30. Alle 7 Gerardo è morto. Filiberto Dani : *

Persone citate: Antonietta Martino, Darix Togni, Gaetano Cavallaro, Gerardo Martino, Paolo Garzino

Luoghi citati: Emilia, Genova, Intra, Savona, Varazze