Anche a Montecarlo folla per il balletto

Anche a Montecarlo folla per il balletto Anche a Montecarlo folla per il balletto Successo degli spettacoli con la compagnia di Balanchine per il Festival di Diaghilev (Nostro servizio particolare) Montecarlo, 27^ giugno. I capricci del tempo hanno non poco influito sulla presenza del pubblico al IV Festival internazionale del balletto, le cui manifestazioni più importanti si sono svolte nel cortile antistante il castello dei prìncipi di Monacò. Ne ha fatto soprattutto le spese il concerto pianistico di Madeleine Malraux, con musiche di autori cari a Diaghilev, al quale il Festival quest'anno è intitolato, nel quarantennale della morte, La Malraux, assai applaudita dalle poche persone in sala, ha suonato il programma forzatamente eterogeneo col nitore eia- vicembalistico che la distingue. Il « New York City Ballet » di Balanchine, giunto qui in esclusiva dagli Stati Uniti, ha entusiasmato platea e critici, ottenendo calorosissimi consensi al termine di ogni recita. Diverse le repliche di alcuni balletti noti da tempo o qui per la prima volta eseguiti. Ancora una volta è emersa l'essenzialità del « Figliol prodigo» su musica di Prokofiev nell' interpretazione quanto mai calzante di E. Villella e Patricia Me Bride. Fu l'ultimo balletto prodotto da Diaghilev, con le scene di Georges Rouault e la coreografìa dell'allora ventiquattrenne Balanchine. Il quale, maturo d'anni e carico di meritata gloria, era attesissimo alla sua più recente prova: « I gioielli », nuovo per l'Europa. L'opera tanto lunga da riempire da sola la serata, senza scene e senza trama, è divisa in tre parti: « Gli smeraldi », « I rubini », « I diamanti »; composte su musiche di Fauré, Strawinsky, Ciaicowsky. Lo smaliziato pubblico europeo accorso a Montecarlo per la circostanza temeva il declino del genio di Balanchine. La prima piacevole sorpresa è venuta dai costumi, intonati ai colori delle diverse gemme da cui erano adornati, suggestiva componente della coreografia, ma perfettamente aderenti alla musica. Poi è piaciuto l'omaggio alla giovinezza insito nell'intero balletto, caratterizzato da audacie nei passi a due, a tre e a quattro, insospettabili nel creatore della danza neoclassica. Ma soprattutto ha conquistato il pubblico la progressiva scoperta dell'ordito della coreografia: l'interpretazione visiva dei segni astrologici che hanno negli smeraldi, nei rubini e nei diamanti la loro pietra. Da qui la caratterizzazione di una tipologia, affidata nelle tre parti ai solisti e al corpo di ballo, con l'uso di passi, atteggiamenti, figurazioni, pose, evoluzioni sempre differenti e sempre in movimento, per rendere i continui mutamenti dei pensieri e degli stati d'animo. Il successo è stato trionfale, anche per merito dei protagonisti: Violette Verdy e Conrad Ludlow negli « Smeraldi »;^ Patricia, f Ma Bride nei « Rubini »; "kay Mazzo e Peter Martins nei « Diamanti ». a. bai. * —

Luoghi citati: Europa, Montecarlo, New York, Stati Uniti