La Chiesa è favorevole all'autonomia delle Acli

La Chiesa è favorevole all'autonomia delle Acli La Chiesa è favorevole all'autonomia delle Acli L'assistente nazionale, mons. Pagani, ha detto: «Dovete occuparvi dei problemi della società, liberi da qualsiasi organismo esterno al mondo del lavoro» Il ritiro della «delega» alla de e la libertà di voto per gli aclisti sono gli argomenti che dominano il dibattito in corso al Palazzo del Lavoro di Torino, dove si tiene l'XI congresso nazionale delle Acli. Si tratta di proposte che non sono fatte soltanto per «aprire i cancelli delle riserve cristiane» e che pongono in crisi l'unità politica dei cattolici, ma che possono contribuire al programma di molti dirigenti sindacali per gli Anni Settanta: ridurre lo spazio in cui operano i partiti e aumentare il potere contrattuale dei sindacati attraverso la loro unificazione. Le Acli, tagliando il vincolo che le univa alla de, intendono precedere addirittura le confederazioni sindacali sulla strada che può condurre, attraverso l'autonomia, all'unificazione sindacale. Che questo accada nel momento in cui, a Livorno, i comunisti della Cgil non sembrano disposti a portare fino in fondo il discorso sull'unificazione, non sembra indebolire la linea Labor nel congresso. Ieri mattina il segretario della Firn-Cisl, Macario, ha annunciato che l'operazione di distacco in cui sono impegnate le Acli è in atto anche nella Cisl, decisa a eliminare i vincoli che la legano alla de. L'unificazione delle forze sindacali — ha detto Macario — potrà farsi soltanto « rifuggendo da qualsiasi egemonia, che non sia quella della libertà, della democrazia, della ricerca culturale ». In una parola, le Acli, che sono un movimento presindacale, insistono sulle condizioni per unificare i sindacati: il distacco dai partiti che ne condizionano le direttive e l'azione. Il congresso sembra disponibile soltanto per questo tipo di discorso. Per ora gli oppositori più autorevoli della linea Labor non sono intervenuti nella battaglia: il ministro Vittorino Colombo, il vice presidente Borrini, i deputati Dell'Armellina e eiecardini parleranno oggi. Ma già ieri i timidi oppositori della presidenza uscente so¬ no stati accolti con segni di ostilità ed a fatica hanno potuto esprimere il loro pensiero. I delegati sono ih prevalenza giovani (la media non supera i 35 anni, il 50 per cento è al disotto dei trenta) e molto combattivi. Bertucci, di Roma, ha espresso riserve anche sul tiepido accenno fatto da Labor alla Nato che, a suo avviso, è stata « un baluardo di pace e di libertà »; i delegati hanno gradato: « Pensa alla Grecia », poi in piedi hanno scandito « Grecia, Grecia». Franchini ha rimproverato a Labor di avere indetto il .congresso per uscire in modo trionfale dalle Acli; subito dalla platea uno ha ribattuto: « Ti ha mandato Andreotti? ». Un altro oppositore ha detto che il Papa aveva precisato i compiti delle Acli nella formazione di una coscienza sociale; « Allora mettiamo i lavoratori in naftalina e non ne parliamo più », ha gridato un giovane aclista con la barba. La discussione si è tutta sviluppata sul tema di fondo: quello che parte degli aclisti definiscono « l'autonomia come premessa di una socializzazione del potere ». Il potere politico deve essere spostato — essi sostengono — alle « forze associative », al pluralismo sociale. Le Acli però non sono un sindacato; e proprio per questo possono colmare il vuoto tra chi agisce sul piano delle tensioni contrattuali (cioè il sindacato) e chi opera sul piano delle istituzioni (cioè i partiti). Il congresso chiede alle Acli di essere autonome per poter essere credute e indica vari traguardi concreti. La scelta di autonomia come è vista dalle gerarchie cattoliche? Mons. Pagani, assistente nazionale delle Acli, nominato direttamente dal Papa, in un suo intervento ha precisato questi due punti: 1) le Acli debbono fare politica, occuparsi dei problemi della società (questo non significa operare in un partito o per un partito); 2) inoltre devono rinunciare a vin¬ coli pregiudiziali e affermare la loro autonomia da qualsiasi organismo esterno al mondo del lavoro. Queste precisazioni farebbero comprendere che per la Chiesa * l'unione politica -dei cattolici non è più considerata un bene assoluto. Edilio Antonelli

Persone citate: Andreotti, Bertucci, Borrini, Dell'armellina, Edilio Antonelli, Franchini, Macario, Vittorino Colombo

Luoghi citati: Grecia, Livorno, Roma, Torino