«Un uomo a nudo» di Perry cerca la verità sotto l'acqua

«Un uomo a nudo» di Perry cerca la verità sotto l'acqua Una storia esistenziale sullo schermo «Un uomo a nudo» di Perry cerca la verità sotto l'acqua « Uno sporco contratto »: il killer entra in crisi - « Vortice di sabbia»: avventure - «I dolci peccati di Venere»: commedia (Astor) — Nell'americano Un uomo a nudo di Frank Perry è qualcosa che ricorda il pasolìniano « Teorema ». Anche qui un uomo si spoglia, e non solo allegoricamente, per tornare alla verità. E' un uomo di mezza età. robusto in apparenza, cui gli affari non vanno bene. Dopo una lunga assenza, egli decide di tornare dai suoi (moglie e due figlie), ma in costume da bagno e attraversando, una piscina dopo l'altra, una vasta zona residenziale vicina a New York. Lungo quella liquida « strada », com'egli la chiama, più da ranocchie che da uomini, incontra quantità di gente a lui nota, con cui s'intrattiene a considerare altrettanti aspetti del proprio fallimento. Sono piscine probatiche della melanconia dell'homo amerlcanus; e dopo uscito dall'ultima, quando più desidererebbe le consolazioni dèi focolare, la sua casa gli si fa trovare chiusa e abbandonata; e a far peggio, si mette a piovere a dirotto su quest'uomo che troppo ha chiesto a sorella acqua. Allegoria. Di tappa in tappa. Ned ritrova qualche brandello del passato; cose e persone per lo più ingratissime, che gli rinfacciano un, tradimento, un abbandono, uno sgarbo, un debito, e dalle quali esce una condanna senz'appello della sua pusillanimità, del suo conformismo. Ci spiace per l'autore del bel Davide e Lisa, ma come metafora continuata delle miserie esistenziali, questo Uomo a nudo non esce dal velleitario, per di più oscuramente espresso, e vi si sente l'artificiosa gonfiatura del breve racconto di John Creever che è all'origine. Ma un interesse c'è; e cade sullo stile o per meglio dire sulla stilizzazione che Perry ha dato alla sua favola; tale (come ha detto giustamente Moravia) che ricorda la maniera dei preraffaelliti, dove l'estrema nettezza dei contorni e il laccato delle superflci si' sposa a un senso' cadaverico della realtà. Debole nei significati, il film è di volta in volta utilmente prezioso nel' le immagini, che son tutte permeate di sogno pur nel massimo nitore, e fra le quali primeggia quella dell'umido protagonista, eccellentemente reso, nel processo delle desolazioni che lo condurranno a rannicchiarsi come un mendicante sugli scalini di casa sua, da Burt Lancaster. Col quale sono, in funzioni di « incontri » determinanti, Janet Landgard e Janìce Rule. Film esoterico e addirittura in codice, ma in quanto a visualità, suggestivo. * * (Lux) - Uno sporco contratto non è da confondere con Uno sporco imbroglio che è pure sulla piazza; evi dentemente ai nostri titolisti garba l'epiteto. Glaciale e spicciativo in amore, guardingo al volante, meticoloso nel ripiegare ì calzoni prima di coricarsi, chi direbbe che John Cunnigham è un killer? Al servizio, s'intende, del controspionaggio americano. Ma per quanto nobile sia la causa, la faccenda d'uccidere è tanto indelicata, che John entra in crisi; e c'entra prin cipalmente per merito di una graziosa signora innamorata di lui, che spacciandosi per « squillo » (stante ch'egli non tratta . altre donne), s'infila nel di lui letto. L'azione salta dagli Stati Uniti alla Spagna, al Belgio e ancora in Ispagna, dove, sul punto di effettuare l'ultima « commissione ». il killer ha un generale ripensamento che lo inceppa. Lo stesso accade al capo del Servizio accorso per ricaricare '.'agenteSheila, l'innamorata di John, ha un'amica anziana ita, ma niente male. La conclusione « non facciamo il controspionaggio, facciamo l'amore » s'impone; come pure è evidente — soprattutto nei dialoghi infestati di pretese intorno alla psicologia sicaria — che il regista S. Lee Pogostine è negato a dirigere e molto più a sceneggiare film. Si spiega così come anche gli interpreti siano trascinati nel falso (Lilli Palmer, Lee Remick) o nell'atonia (James Coburn, B. Meredith, S. Haydenì. Panavision a colori. |. p. (Vittoria) — Nel Vortice di sabbia correttamente descritto dal regista Don Chaffey si avventurano cinque disperati in caccia del solito tesoro. Stavolta si tratta di un sacchetto di diamanti nascosti in una nave arenata sulla costa degli Scheletri nel Sud Africa e inghiottita a poco a poco dal deserto. La trama è quella solita del film d'avventure, lo svolgimento ha qualche tratto originale. Unico particolare forzato: il capo della spedizione è uno spietato sommergibilista che in guerra trucidò uri intero equipaggio tedesco, suo subalterno è il solo scampato untdlBtslpiiRmecTbIpz alla strage. I due troveranno modo di far lega in nome di una superiore solidarietà umana, mentre si scatena la mortale lotta per il possesso dei diamanti. Due rimangono in vita, l'unica donna che è Honor Blackman e il capo interpretato dal rude Richard Johnson. Ma si capisce che per loro non esiste un futuro. Le pietre preziose sono scivolate in mare, sulla spiaggia sono i cadaveri degli altri tre (Jeremy Kemp, Peter Vaughan, Roy Dotrice). Produzione americana a colori, con begli esterni a Malta e in Almeria. * * (Torino) — Dalle veristiche crudezze della Ragazza Rosemarie il regista tedesco Rolf Thlele è passato all'incredibile ingenuità del technicolor I dolci peccati di Venere. Neppure il titolo è troppo malizioso perché la protagonista Cloe è veramente l'incarnazione della dea agli occhi del suo maturo innamorato. C'è un piccolo nèo costituito dal passato burrascoso della donna, ma anche questa divergenza si accomoderà perché gl'illustri e potenti amanti di Cloe faranno a gara per beneficare lei (e il suo prescelto), in memoria di roventi passioni del passato. Sfumano insieme un tentativo di suicidio e una cospirazione politica, sempre per i begli occhi di Irina Demick. Eccellente, al suo fianco, Heinz Ruhmann. vice * « Marcuse antimarxista » è 11 tema del dibattito che si svolgerà stasera alle 21,15 al Centro europeo di studi e Informazioni (via Bligny 5). Conversazione introduttiva del dott. Francesco Bossolillo, assistente di scienze politiche all'Università di Pavia. Moderatore 11 prof. Filippo Barbano, ordinario di sociologia all'Università di Torino.

Luoghi citati: Almeria, Belgio, Ispagna, Malta, New York, Spagna, Stati Uniti, Sud Africa, Torino