L'accusa chiede 14 anni per Bazan 6 per Baldacci, 5 per il filatelico Bolaffi

L'accusa chiede 14 anni per Bazan 6 per Baldacci, 5 per il filatelico Bolaffi LE PRESUNTE IRREGOLARITÀ' AL BANCO DI SICILIA L'accusa chiede 14 anni per Bazan 6 per Baldacci, 5 per il filatelico Bolaffi Il reato che si contesta all'ex presidente dell'istituto di credito è di peculato - Il banchiere avrebbe inoltre erogato illecitamente somme di denaro al giornalista e al commerciante torinese - Le richieste per gli altri 24 imputati (Dal nostro corrispondente) Palermo, 18 giugno. Al termine di una requisitoria durata tre udienze il pubblico ministero ha chiesto oggi 14 anni di reclusione, un milione e 200 mila lire di multa, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e la affermazione di incapacità ad esercitare uffici direttivi di qualsiasi impresa per 10 anni per l'ex presidente del Banco di Sicilia, cavaliere del Lavoro dott. Carlo Bazar,. L'accusa, come è noto, è di peculato ed altri reati minori. Per il filatelico torinese dott. Giulio Bolaffi sono stati chiesti 5 anni e 400 mila lire di multa; per il giornalista Gaetano Baldacci, 6 anni e 500 mila lire di multa. Il pubblico ministero, dott. Gaetano Martorana, ha chiesto soltanto tre assoluzioni (perché il fatto non costituisce reato): sono per Claudio Sala, Filippo Serio e Giovanbattista Sacchetti. Per gli altri imputati, coinvolti nelle presunte irregolarità avvenute nella passata gestione del Banco, il dott. Martorana ha proposto le seguenti condanne: 8 anni e 500 mila lire di multa per l'ex direttore generale dott. Giuseppe La Barbera: 6 anni e 400 mila lire di multa per l'ex direttore centrale dott. Giuseppe Laganà; 5 anni e 300 mila lire di multa per il dott. Antonino Bajardi, Francesco Ilardi e Alberto Mendolia, tutti alti dirigenti dell'istituto di credito; 5 anni e 6 mesi e 500 mila lire di multa per il prof. Alfredo Terrasi, già consigliere di amministrazione del Banco ed ex presidente della Camera di commercio palermitana; 4 anni e 8 mesi e 300 mila lire di multa per il dott. Luigi Cheli, Francesco Stassi e Carmelo D'Ambra; 4 anni e 6 mesi e 400 mila lire di multa per il giornalista Giovanni Carbone, il deputato regiona¬ le democristiano e consegretario generale della Cisl di Palermo, Nino Muccioli, Mario Corrao (fratello del senatore indipendente eletto nel pei ad Alcamo, Ludovico Corrao), Salvatore Pagliuca, Giuseppe Maggio Valveri, diret- tore di un settimanale siciliano. Salvino La Gumina, già consigliere di amministrazione del Banco, Corrado Piccione, il cavaliere del Lavoro Giuseppe Innorta, Vincenzo Ardizzone, Gualtiero Nicotra, Arrigo Usigli; 4 anni e 300 mila lire di multa, infine, per Anna Guidarelli e Rosina Felici. I reati per i quali il p. m. dott. Martorana ha chiesto le condanne vanno dal peculato per distrazione — unico per tutti e sotto il vincolo della continuità — all'appropriazione indebita al falso in bilancio. Le richieste hanno suscitato nell'aula un mormorio non tanto di sorpresa quanto di dissenso dei difensori, i quali sono stati ripresi dal presidente La Ferlita. Si è fatto subito silenzio. Nella sua requisitoria, il dott. Martorana si è in particolare occupato dei due « casi » più clamorosi del processo, quelli riguardanti Baldacci e Bolaffi. I due imputati, come è noto, vennero perseguiti, nel corso della istruttoria, con mandato di cattura; Bolaffi venne tratto in arresto, Baldacci riuscì invece a rifugiarsi a Beirut, nel Libano, e si costituì soltanto nel dicembre dello scorso anno, ottenendo però la libertà provvisoria dopo 16 giorni di carcerazione preventiva, A proposito del « caso Bolaffi », il p. m. ha sostenuto che il problema era di stabilire se la compra-vendita di francobolli del Regno delle due Sicilie, compiuta dall'ex presidente del Banco di Sicilia, avvenne nel '56 oppure nel '59. Il rappresentante della pubblica accusa ha sostenuto che la raccolta filatelica fu comprata nel '59 ed ha quindi ritenuto illegittimo il pagamento degli interessi al Bolaffi. Per il « caso Baldacci », l'accusa ha sostenuto che « Ra¬ zan fu una vittima del Baldacci». Vittima della campagna di stampa che il giornalista avrebbe condotto contro l'ex presidente dell'istituto di credito sul settimanale « Abc » in un momento particolarmente delicato per Bazan. « Anche se mancavano i presupposti giuridici della estorsione, resta il fatto — ha continuato il dott. Martorana — che tutta la vicenda ha il sapore del ricatto e la prova sta nel fatto che Bazan autorizzò che si pagassero a Baldacci 28 milioni, in ire mesi, per una presunta attività di pubbliche relazioni che l'imputato avrebbe invece dovuto compiere in quattro anni ». Dopo la requisitoria ha preso la parola l'avv. Reina, della difesa, che concluderà domani la sua arringa. Quindi il dibattimento verrà rinviato a lunedì prossimo per gli altri interventi difensivi. Il processo potrà concludersi a metà luglio. Antonio Ravìdà Baldacci, da sinistra, e Bazan, in aula a Palermo, ed il filatelico torinese Bolaffi

Luoghi citati: Alcamo, Beirut, Libano, Palermo, Sicilia