Una giovane mondana torturata a morte chiusa nel bagagliaio e gettata in un fosso

Una giovane mondana torturata a morte chiusa nel bagagliaio e gettata in un fosso Tragica scoperta di un cadavere nudo nei pressi dell'ippodromo Una giovane mondana torturata a morte chiusa nel bagagliaio e gettata in un fosso E' una ragazza francese, 25 anni - La sua famiglia vive a Moncalieri, lei si era affittata una soffitta in via Nizza - L'assassino l'ha colpita a pugni e ceffoni; ecchimosi e graffi in tutto il corpo rivelano una Iona disperata - Per impedirle di gridare l'uomo l'ha soffocata - Era ancora viva quando fu cacciata a forza nel baule dell'auto - Qui è morta per asfissia - Trasportata nella notte a Vinovo e abbandonata - Un giorno di affannose indagini per identificarla - Si interrogano parenti e amici Una « ragazza squillo » è stata torturata e uccisa la scorsa notte. Si chiamava Martine Beauregard, 35 anni, nata a Parigi, abitante a Moncalieri in via Real Collegio 24, con i genitori e quattro sorelle: Annie, 27 anni, Cristiane di 26, Josette di 22 e Patricia di 19. La madre, Georgette di 47 anni e il padre, Alberto Ras, pittore, di 75 anni, non sono sposati. Lui è legato da un altro matrimonio, separato dalla moglie. Non ha potuto nemmeno dare il proprio nome alle figlie. Il corpo di Martine, completamente nudo, è stato trovato ieri mattina nel fosso che costeggia la strada da Nichelino a Stupinigi, presso il recinto di filo d'acciaio del circolo ippico « Mustang », che ha sede davanti al piazzale dell'ippodromo di Vinovo. Alle 7, squilla il telefono della stazione del carabinieri di Nichelino. Una voce d'uomo Ìndica la località e aggiunge: «C'è il corpo di una donna svestita ». Il piantone chiede: « Chi parla? » ma all'altro capo 11 microfono viene riappeso senza risposta. Pochi minuti dopo il maresciallo Amelotti e l'appuntato Mar tue ci sono sul posto e la macchina delle indagini comincia a girare. Stentatamente. Ci sono soltanto tre Indizi. All'anulare sinistro del cadavere, un anello di metallo bianco con una grossa pietra azzurra, al polso un orologio d'argento con le lancette ferme sulle 3,30. O la giovane è stata uccisa durante un convegno galante oppure l'assassino l'ha spogliata proprio per ritardarne l'identlflcazione. In un caso o nell'altro, il punto di partenza è inconsistente. Il terzo indizio è una traccia di pneumatici, a mezzo metro dal corpo, tra il margine dell'asfalto e la proda erbosa. C'è anche la fotografia che gli esperti della « Scientifica » scattano poco dopo. Un viso grazioso, ma molto comune. L'unica particolarità — capelli neri tagliati corti che contrastano con gli occhi azzurri — non si nota nelle copie in bianco e nero che vengono distribuite a carabinieri e agenti. Comunque, decine di uomini vengono mobilitati. Le ricerche sono coordinate dal procuratore aggiunto della Repubblica dott. Tonlnelli, le dirigono per I carabinieri 11 col. Delinca (con II capitano Porcari e il ten. Formato), per la Questura 11 capo della « Mobile » dott. Montesano, con il commissario Farri. Un viso comune che molti, nell'ambiente delle prostitute, hanno l'impressione di aver già visto. Indicazioni vaghe, confuse, piste che si perdono nel nulla. La notizia pubblicata su Stampa Sera provoca una pioggia di telefonate. Un marito: a Mia moglie è fuggita, le manca una falange del dito mignolo: è lei? ». Viene rassicurato. Due genitori arrivano da Cremona: «Nostra figlia ha diciannove anni, è scomparsa ». Guardano la fotografia e tirano un sospiro di sollievo. Una prostituta dei pressi del cimitero sembra sicura: « Questa' è Maria la Siciliana ». Per telefoto, l'immagine viene trasmessa a Messina e ora ci sono due genitori angosciati che hanno riconosciuto nel lineamenti irrigiditi quelU della figlia fuggita di casa e viaggiano con il cuore stretto verso Torino. Arriveranno domani e avranno viaggiato per nulla. Perché la morta non è Maria, ma Martine. Lo si viene a sapere per caso, dopo una dura giornata di indagini. Nel negozio di una pettinatrice in via Rattazzi la proprietaria mostra sul giornale a una cliente la fotografia dell'anello: « Ma non è quello che porta sua sorella? ». La cliente è Cristiane Beauregard. Impallidisce: « E' vero. Martine, che ci telefona tutti i giorni, oggi non si è fatta viva ». Mezz'ora dopo;1 afte 20," scoppia In pianto mentre un inserviente scopre il corpo rigido e immobile: «E' lei. cosa le è successo?». Il prof. De Bernardi, che fin dal mattino ha già eseguito /l'autopsia, ha già dato una risposta a questa domanda. Martine è morta in maniera tragica e disperata. Sul capo e dietro un orecchio presenta tumefazioni, prodotte da pugni o violenti ceffoni. Stordita, deve essere caduta in ginocchio, pesantemente: lo provano altre due ecchimosi alle gambe. Poi i pareri degli esperti diventano più incerti. Sul seno sinistro, ci sono due strane incisioni poco profonde, perfettamente parallele. Ne è sceso un filo di sangue verso la spalla: la ragazza doveva essere coricata sul dorso quando sono state aperte. Sono le sevizie di un sadico? La risposta è: « Possibile. Afa potrebbero essersi prodotte mentre veniva rimosso il corpo già inerte ». Come le lunghe graffiature dalie spalle alle natiche: « Probabilmente il corpo è stato trascinato per le gambe su un terreno boscoso: sembrano prodotte da rami secchi ». Non pare che la ragazza sia stata drogata o cloroformizzata. Anzi, ha tentato di difendersi: lo provano segni sulle spalle e le tracce bluastre sul braccio sinistro, stretto con violenza. Poi ci sono altri segni ambigui: uno è sul braccio sinistro. Un morso, la bruciatura di una sigaretta, un chiodo che si è conficcato casualmente mentre il corpo veniva spostato? La causa della morte, comunque, è chiara: asfissia. La lingua è rivoltata tra le labbra, con la punta quasi risucchiata verso la gola in un estremo, inutile tenta- tivo di respiro. Sulla pelle del collo non ci sono segni, ma, sotto, le cartilagini appaiono schiacciate nella stretta di qualcosa di morbido, forse una sciarpa. « Deve essersi afflosciata all'improvviso, sema respiro — dicono 1 periti — tra le braccia del suo torturatore, che l'ha creduta morta ». Ma un'altra cosa è certa: era ancora viva quando è stata cacciata nel bagagliaio di un'auto, a forza. Il corpo, pietrificato nella rigidità cadaverica, è stato trovato con le gambe rannicchiate, J le braccia dietro la nuca, 11 busto in torsione laterale, come se fosse stato compresso in uno spazio angusto. Lo confermano alcune scorticature sulle anche. Dicono gli esperti: « Se nel bagagliaio c'era un oggetto con due punte, questo potrebbe spiegare anche i tagli paralleli sul seno, senza ri- ~- "'U' "-' correre all'ipotesi di un sadico ». A questo punto, là respirazione artificiale avrebbe ancora potuto salvare Martine. I polmoni hanno continuato a dilatarsi, riempiendosi della schiuma sanguigna prodotta dalla rottura del vasi capillari nello sforzo dell'ultimo respiro. Nel bagagliaio senz'aria l'agonia è continuata a lungo, mentre l'auto correva nella notte. Martine deve essere morta lungo il tragitto o appena scaricata nel fosso. L'ora? GU esperti la fissano tra runa e le tre di notte. Ora si cerca di ricostruirne la vita. Dicono 1 genitori: « Viviamo da molti anni a Torino. Era una brava ragazza, a quattordici anni ha avuto una crisi mistica, voleva farsi suora. Poi, per qualche tempo, ha fatto la bambinaia. Si è fidanzata con un certo Osvaldo, ma non è stato lui a metterla sulla cattiva strada. E' stato un tizio che si chiama Giancarlo ». Il padre aggiunge, cupo: « Stava via due o tre giorni, poi tornava, finché le ho detto che questo non era un albergo. Allora se n'è andata. A vivere da sola, dalle parti dì via Nizza. Ma noi abbiamo sempre tenuto in ordine la sua cameretta, aspettando che tornasse ». Vuol farla vedere: è ancora verginale come quella di un'adolescente. Un topolino appeso alla testata del letto, bambole da pochi soldi alle pareti. Ieri sera, all'imbrunire, un gruppetto di « ninfe » del boschi di Stupinigi si sono presentate al cimitero di Nichelino. Portavano biancheria fine, un vestito, scarpe, calze di nylon. Hanno offerto una mancia agli inservienti: « Per favore, rivestitela. Deve aver freddo, così nuda sulla lastra di marmo ». La polizia scientifica rileva le impronte digitali della vittima per l'identificazione Martine Beauregard in una foto con un amicò - Ugo Goano, fermato per le indagini

Persone citate: Alberto Ras, Amelotti, Cristiane Beauregard, De Bernardi, Iona, Martine Beauregard, Montesano, Porcari, Ugo Goano