Il vice questore di Milano racconta come è stato colpito da una sassata di Gino Mazzoldi

Il vice questore di Milano racconta come è stato colpito da una sassata Primi testi al processo per i disordini dopo Battipaglia Il vice questore di Milano racconta come è stato colpito da una sassata Uno degli imputati interrompe un commissario di P. S. che lo accusava di violenza contro gli agenti: «Non è vero, cercavo di sfuggire all'arresto» - Il dibattito riprende lunedì Processo per i disordini di Milano: il pubblico applaude e saluta a pugno alzato mentre entrano in aula gli imputati (De Bellis) (Dal nosti i corrispondente) Milano, 13 giugno. Anche stamane polizia , e carabinieri hanno presidiato con imponente spiegamento dì forze il Palazzo di Giustizia dove da ieri è in corso il processo contro i 7 giovani arrestati per i disordini seguiti ai fatti dì Battipaglia. Quando gli imputiti sono entrati in aula, alle 9.30, tra il pubblico si è levato un mormorio e frasi di solidarietà; qualcuno ha sventolato i giornali che stamane riportavano il resoconto della prima udienza. Oggi hanno deposto i primi dei 100 testimoni citati duil'accusa e dalla difesa. La sfilata è stata aperta dal dott. Antonino Allegra, capo dell'ufficio politico della Questu¬ ra. « I primi incidenti — ha detto il funzionario — sono scoppiati in Piazza del Duomo: cominciarono ad agitarsi i filocinesi con le bandiere rosse e gli anarchici con le bandiere nere. I maoisti andarono nei pressi del Bar Commercio, gli anarchici si diressero verso piazza Diaz e la via Pantano, dove c'è la sede dell'Assolombarda ». Presidente: « A questo punto che cosa è accaduto? » Teste: « Alcuni si sedettero in mezzo alla strada, in via Pantano, verso largo Richini; noi avevamo piazzato un idrante con una quarantina tra agenti e carabinieri. I manifestanti rivolsero agli agenti frasi come "poliziotti sfruttati". In quel momento sentimmo uno scoppio e vedemmo a terra i resti di una bomba Molotov. Fu messo in funzione l'idrante ». Subito dopo, ha proseguito il teste, i giovani lanciarono sassi e oggetti contundenti di Varia natura. Li capeggiava, ha aggiunto il funzionario, un tale vestito di nero. Presidente: «Riconosce l'uomo vestito di nero tra qualcuno degli imputati? ». Teste: « No ». Ci furono poi blocchi stradali e un'altra sassaiola: « Vidi personalmente l'imputato Ernesto Buzzini mentre lanciava un sasso all'angolo di via Paolo da Cannobio. La pietra colpi l'elmetto di un agente ». Il Buzzini, ieri, durante l'interrogatorio, disse invece che il sasso da lui lanciato cadde a pochi metri dai suoi piedi e non colpì nessun agente. Secondo teste è stato il commissario di P. S. dott. Pagnozzi. Ha detto di aver sentito in via Albricci l'imputato Nucita chiamare « porci, assassini» gli agenti e dì averlo poi visto gettare pietre contro le forze dell'ordine, « Una sassata — ha soggiunto il teste — mi ha raggiunto alla mano sinistra. Diedi allora l'ordine di fermarlo: ci sono voluti parecchi agenti perché l'imputato tirava pugni e calci ». . A questp punto il Nucita interrompe il teste: «Mi sono divincolato quando gli agenti mi hanno bloccato: nego però di avere scagliato la pietra contro l'agente e preciso di essere accorso in aiuto di una studentessa che la polizia stava caricando brutalmente su una camionetta ». Sull'arresto del Nucita ha deposto anche il brigadiere Del Corso: ha confermato che il giovane tentò dì sottrarsi all'arresto con calci e pugni e gridando: « Lasciatemi, assassini! ». Il brigadiere ha aggiunto di aver visto il Nucita tirare pietre: vicino a lui c'era uno degli attuali imputati. Massimo Hurle, che però non stava facendo nulla di male. Il brigadiere Panessa ha accusato a sua volta Franco Buzzini di aver gettato pietre contro gli agenti « anche se — ha detto — non posso precisare se sia riuscito a colpire qualcuno ». Sono poi stati chiamati a deporre due testi a difesa, la signora Laura Maschini e edicolante Teresa Manno. La prima ha dichiarato che verso le 18 dell'll aprile sentì bussare alla sua porta: apri e si trovò di fronte a cinque giovani che, subito, si nascosero in casa sua. « Non mi resi conto di quanto stava accadendo: non sapevo nulla della dimostrazione: poco dopo arrivarono i carabinieri che arrestarono tutti ». Teresa Manno ha dichiarato, a difesa dell'imputato Barnaba Fornasetti, che il giovane, quando scoppiarono gli incidenti in via Brera, era nella sua edicola assieme a una amica, Neani Taveggia. Ultimo teste della giorna¬ ta il vice questore dott. Francesco Braida, che rimase ferito da una sassata allo zigomo destro e riportò un grave trauma cranico. Ha detto: « Mi trovavo in via Mazzini quando venni colpito. Comunque, continuai nel mio servizio, perché le circostanze me lo imponevano. Devo riferire, anche se non posso farne il nome per ovvie ragioni, che qualche giorno dopo un medico di un ospedale cittadino mi ha detto che si erano recati da lui alcuni giovani, accompagnando dei feriti. Questi feriti avevano riportato lesioni nel corso delle dimostrazioni di piazza. Il medico mi ha precisato che gli accompagnatori gli chiesero di curare i feriti senza rilevarne le generalità ». « Qualche giorno dopo — ha proseguito il vice questore — sempre secondo quanto mi ha raccontato il medico, nell'ospedale dove erano ricoverati alcuni degli agenti feriti si sono presentati due giovani. Il dottore chiese che cosa volessero: risposero: "Vogliamo vedere come abbiamo conciato gli agenti di polizia " ». Il processo continuerà lunedì. Gino Mazzoldi DillllllIIIIIIIIIIMIItlEIIII inilllllMIIIinllilflIflIIK! :iMIIMIMininHIEMlIIIII!MII1IMMNIHIIIìrillHMMni!n[|IMlSMIIIIIMM!HIJH(III!lll!lllinili11IMIIIiiIintll!lfllllllirilllllii:)l!MI1l1Mlia

Luoghi citati: Battipaglia, Cannobio, Milano