Ritorna Brecht al Piccolo Teatro

Ritorna Brecht al Piccolo Teatro In scena «Il precettore» Ritorna Brecht al Piccolo Teatro L'opera, da una commedia di Lenz, presentata dalla Comunità dell'Emilia-Romagna (Dal nostro inviato speciale) Milano, 13 giugno. « Ho insegnato, quel 'che piace ai padroni » è detto nel prologo in versi che Brecht premise alla sua riduzione del Precettore («Der Hofmeister», 1774) di Reinhold Lenz. Anche senza questa esplicita dichiarazione, è evidente perché Brecht abbia adattato per il Ber liner Ensemble questo dramma del più vorticoso e bizzarro ingegno dello « Sturm und Drang »: il nazismo era caduto appena da cinque anni, i suoi miasmi ancora impestavano l'aria e Brecht non si stancava di denunciare, perché non avesse a perpetuarsi, il lungo tradimento degli intellettuali tedeschi. Specialmente degli educatori, vittime e nello stesso tempo aguzzini della nobiltà prima, della borghesia poi, come è ribadito nell'epilogo: « Con la schiena spezzata, il suo compito sarà di spezzare quella dei suoi scolari». Non che Lenz, naturalmente, fosse mosso dagli stessi intenti. A parte un'indubbia ironia, che si avverte già nel sottotitolo « I vantaggi di una educazione privata », era piuttosto il quadro di una società ipocrita e guasta che egli si proponeva di offrire, contrapponendole la sincerità e la purezza, ma forse sarebbe meglio dire l'ingenuità, di alcune coscienze. Fra queste, campeggia Lauffery precettore disprezzato e malpagato in una famiglia della nobiltà rurale prussiana. Se egli.seduce la sua allieva, è soltanto per un'insopprimibile esigenza fisica che in nessun modo gli è consentito di soddisfare altrimenti. Ed è per la medesima ragione che egli, rifugiatosi da un maestro di scuola a cui si contenta di fare l'assistente, torna all'assalto con la nipote del suo ospite. Finché, respinto da tutti, non si risolve ad evirarsi: solo allora la società 10 riaccoglie ed egli può persino prender moglie, matrimonio bianco s'intende, ver placare gli ultimi illusori guizzi della sua vulcanica natura. Nella commedia di - Lenz, cavalieri dell'ideale'sono anche il giovane Fritz, che nobilmente si offre!1 di ' fepósaré la cugina sedotta dal precettore, e lo studente di Halleche, in nóme della filosofia kantiana, sopporta stoicamente bocciature e corna. Ma Brecht, sfrondando il testo di più romanzesche peripezie e di meno importanti figurine, ha anche badato a togliere ogni aureola a questi e ad altri personaggi. Ha spinto Fritz al ridicolo, ha ironizzato sulla vita dello studente che finisce con l'accasarsi con la figlia del rettore, ha annegato nella retorica e nella grettezza il maestro di scuola, sottolineando soprattutto la resa incondizionata di ciascuno, che rende simbolico il gesto sesquipedale di Lauffer, di fronte alla classe dominante. Ma, nonostante l'abbia profondamente rimaneggiato, non sempre Brecht è riuscito a stringere il testo un po' folle.di Lenz in una probante parabola sul passato remoto e prossimo della Germania, né a dare unità drammatica, se pure se l'era proposto, ad una serie di invenzioni poetiche, alcune davvero geniali, delle quali sosteneva l'importanza, se non la preminenza, rispetto agli elementi politici e sociali. (Si badi, nel 1950, e nella repubblica più stalinista, a dispetto dei Gunther Grass, anche nostrani, che accusano Brecht di aver sempre secondato la tirannide). Tuttavia, anche se non è tra le sue più felici, la riduzione è chiara e niente affatto noiosa: fatte a pezzi le statuine lenziane, Brecht si diverte, e diverte il pubblico, con i cocci. Roberto Guicciardini, che ha allestito lo spettacolo presentato ieri sera con buon successo al « Piccolo » milanese dalla Comunità teatrale dell'Emilia-Romagna (una interessante compagnia formata da attori e tecnici su basi cooperative), ha addirittura, ma non a torto, trasformato 11 precettore in un regolato e grottesco balletto, a costo di contravvenire, lo riconosce egli stesso, ad alcune regole del teatro epico o, almeno, di sacrificarle ad una necessaria e sostanziale continuità. Raggelati in maschere gessose (anche Lauffer, quando si fa fariseo, si sbianca in volto), i personaggi trovano una esatta cornice nella lattiginosa scenografia di Lorenzo Ghiglia e nei costumi in bianco, o argento, e nero che ricordano un poco quelli usati dal francese Chéreau per la regia dei Soldati, dello stesso Lenz. Ma sarebbe ingiusto insistere nell'accostamento tra i due spettacoli dal momento che, anche con le luci (bian che e fisse, tranne nei mo menti falsamente romantici), il Guicciardini si attiene alle indicazioni di Brecht sia pure tenendo d'occhio tecniche più recenti per quanto ri guarda la recitazione. Non sempre gli attori, oltre a tutto la distribuzione è rimaneggiata, lo seguono su questa strada. Ma Francesca Benedetti, spassosamente caricaturale, e Massimo Castri, Edoardo Florio e Tullio Valli, per citare tre puntuali e puntigliose caratterizzazioni, riescono a stare al passo con il regista e Virginio Gazzolo, ottimo protagonista, addirittura a precederlo con una sobrietà e un rigore che non escludono una vasta gamma di modulazioni dell'intonazione e del gesto e confermano quanto sia meritato il' premio San Genesio recentemente attribuito a questo giovane attore. Alberto Blandi 4—. 4—. Esposizione ràdio tv a Bra — Domani si Inaugura nel salone Settebello di Bra la Settimana Commerciale della radio e della televisione. Espongono le principali ditte del settore. Su iniziativa della Rai e della Pro Loco saranno inoltre esposti duecento disegni di alunni delle scuole elementari e medie dedicati al tema « La radio e la televisione nel mondo ».

Luoghi citati: Bra, Emilia, Germania, Milano, Romagna, San Genesio